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Acciai Speciali Terni, trecento posti in più con l'estensione dei benefici previdenziali

La raccolta firme, l'estensione non riconosciuta che potrebbe invece apportare benefici anche in termini occupazionali. Ora la palla passa al ministro Di Maio

Un paio di anni fa, la Fismic aveva promosso una petizione per il riconoscimento dei benefici previdenziali per l’esposizione all’amianto per i lavoratori dell’AST, che aveva raccolto oltre due mila firme, con l’adesione dei delegati delle altre sigle dei metalmeccanici, depositate al ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Le tute blu di viale Brin si sono sentite scippate perché i colleghi degli ex stabilimenti del gruppo Finsider, di Genova, Taranto, Piombino, Trieste, Avellino, Novi, Torino, è stata concessa l’estensione fino al 2003, mentre Terni è stato escluso. A fine ottobre 2018, una delegazione della Fismic ternana, composta da Marco Bruni e Massimo Pennesi è stata ricevuta dalla undicesima commissione permanente, Lavoro pubblico e privato, della Camera dei deputati.

Nonostante le sollecitazioni del sindacato di via Annio Floriano, del segretario provinciale Giovacchino Olimpieri, risposte non sono pervenute. Eppure l’estensione dei benefici fino al 2003, farebbe comodo, interessando non solo le tute blu dell’Ast, ma anche i lavoratori delle ditte terze che operano all’interno del sito tipo Ilserv, ex Ilserv, manutentori delle siviere, ecc. A conti fatti si tratterebbe di un’uscita, in pochi anni, di trecento e forse oltre maestranze, usufruendo anche della nuova legge sui pensionamenti introdotta dal Governo con quota 100. E proprio all'esecutivo è passata la palla per decidere sui benefici dell’amianto, in particolare il ministero retto da Luigi Di Maio.

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