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Allarme inquinamento, il piano contro lo smog sepolto da un tappeto di polveri

“Ritardi” nelle azioni per il contenimento delle emissioni dovute a traffico e riscaldamenti domestici. E intanto il caldo spinge in alto i valori di ozono

A sei mesi dalla sottoscrizione dell’accordo di programma per il miglioramento della qualità dell’aria nel territorio Ternano-Narnese, oggi a Narni si è parlato di attori, normativa e responsabilità sul territorio proprio in tema di qualità dell’aria, nell’ambito del convegno promosso presso la sala convegni del DigiPass di Narni a palazzo dei Priori, organizzato da Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta il settore dei gas liquidi, e Ancitel energia e ambiente, insieme all’Ordine dei geometri, degli Ingegneri e degli avvocati della provincia di Terni, con il patrocinio di Anci Umbria.

Il piano regionale per la qualità dell’aria

Numerosi i focus che hanno animato la discussione. Oltre a stringere la lente sul protocollo d’intesa ratificato a dicembre 2018 e che mette sul piatto risorse per 4 milioni di euro per interventi che tendano alla riduzione di emissioni inquinanti, l’architetto Marco Trinei ha illustrato un dossier specifico sulla “Qualità dell’aria in Umbria”. Parlando, fra l’altro, del piano regionale per la qualità dell’aria che dovrebbe garantire i suoi “effetti” fino al 2020.
Il Prqua prevedeva ad esempio che, per quanto riguarda il traffico veicolare, a Terni (così come a Perugia, Corciano e Foligno) si sarebbe dovuto intervenire per generare “una riduzione ogni cinque anni del 6 % del traffico urbano”, chiudendo contestualmente al traffico pesante (maggiore a 35 quintali) nelle aree urbane, con l’obiettivo di tagliare  “il traffico urbano dei pesanti… del 70% al 2015 e del 95% al 2020”.
Le azioni avrebbero dovuto interessare anche i riscaldamenti domestici a biomassa (pellet e legna, utilizzati da circa il 57% degli umbri, per un dato che vale il primato in Italia), incentivando il passaggio “a sistemi ad alta efficienza”, ipotizzando “una riduzione di una percentuale delle emissioni da caminetti e stufe tradizionali a fronte di uno spostamento dei consumi di biomasse da sistemi tradizionali a sistemi ad alta efficienza” Il passaggio “dai sistemi tradizionali a quelli ad alta efficienza” doveva riguardare il “60% degli impianti al 2015 e l’80% al 2020”.
I risultati del Prqua sono “bocciati” dalla stessa Regione: “L’analisi dello stato di attuazione delle misure previste del Prqa – così come riporta il dossier illustrato dall’architetto Trinei - evidenziano ritardi nelle riduzioni delle emissioni da traffico, in particolare nelle aree di superamento corrispondenti ai territori dei Comuni di Perugia, Corciano, Foligno e Terni, dove dovrebbero essere predisposti e attuati i piani di riduzione del traffico e i Pums (piani urbani per la mobilità sostenibile). Problemi emergono anche nell’attuazione delle misure di riduzione delle emissioni da riscaldamento domestico, risultando difficile promuovere la sostituzione, nel territorio regionale e in particolare nelle aree di superamento, di stufe e camini tradizionali con sistemi ad alta efficienza”.

Gli interventi

“L’ambiente, il clima, l’energia – dice Francesco De Rebotti, sindaco di Narni e presidente di Anci Umbria - sono tematiche che devono rappresentare una priorità nell’agenda di governo, anche locale. Occorre una nuova narrativa sui problemi dell’ambiente, un nuovo passo che si basi su fatti concreti. In una società in cui si pensa molto all’immediato, al presente, bisogna cominciare a rispondere alle emergenze anche con piccole, ma efficaci azioni. L’immediatezza e l’efficacia del quotidiano che sappia guardare e salvaguardare il futuro. Il protocollo d’intesa va in questa direzione”. “Le fonti energetiche hanno un impatto sul cambiamento climatico, sulla qualità dell’aria e quindi sui cittadini. Per questo, è fondamentale scegliere quelle che più rispettano l’ambiente e la salute umana. Gpl e Gnl sono combustibili versatili, disponibili e soprattutto sostenibili. È pertanto necessario promuovere l’utilizzo di queste soluzioni, in grado di incidere immediatamente sul problema della qualità dell’aria, che oggi rappresenta una vera e propria emergenza, e aiutare l’Italia a raggiungere gli obiettivi europei di riduzione dell’inquinamento atmosferico”, ha dichiarato Andrea Arzà, vicepresidente di Assogasliquidi. “Il rispetto delle prescrizioni vigenti in tema di inquinamento dell’aria costituisce uno specifico obbligo per gli amministratori locali, in quanto autorità deputate a garantire l’incolumità della popolazione nonché tenute ad evitare sanzioni a carico dello Stato italiano, da parte dell’Unione europea. Ogni amministratore regionale e locale ha il compito di predisporre adeguati strumenti di programmazione e controllo del territorio rispetto agli agenti inquinanti, considerando altresì che, non a caso, l’ordinamento ha apprestato un diritto di ciascun cittadino all’informazione ambientale, introducendo la prima forma di controllo diffuso in merito all’azione degli apparati pubblici” ha sottolineato Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei conti.

Intanto l’ozono…

Se la rete di monitoraggio di Arpa Umbria restituisce dati non allarmanti per quanto riguarda la concentrazione di polveri sottili (Pm10 nell’atmosfera), il pericolo di questi ultimi giorni si chiama ozono. Livelli di allerta sono rilevati dalle centraline di Carrara e Le Grazie (oltre Terni, soltanto la stazione urbana di Magione ha restituito valori oltre la soglia) con Borgo Rivo che rasenta i livelli di attenzione.

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