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Terni ad alta velocità, per salire sul Frecciarossa serve un biglietto milionario: l’incognita delle risorse

Le associazioni di categoria: la volontà politica c’è, ma non abbiamo soldi. La Camera di commercio: collegamento importante, ma ci sono anche altre priorità

Salire sul Frecciarossa costa. Ma anche semplicemente farlo partire. Per Perugia, la sperimentazione che ha messo sui binari un paio di convogli tra il capoluogo di regione e Milano è costata 1,3 milioni di euro, finanziati dalla Regione Umbria, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e dalla Camera di commercio.

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E così, mentre la politica dibatte sulla necessità di collegare Terni all’alta velocità – negli ultimi giorni hanno ribadito l’importanza del progetto l’onorevole Raffaele Nevi (Forza Italia) con un post su Facebook che ha incassato anche il sostegno di Daniele Carissimi, avvocato ternano probabile candidato alle Regionali di ottobre per la Lega – si cominciano a fare i conti sull’eventuale costo del progetto. In estrema sintesi: chi paga?

“La volontà politica c’è per l’alta velocità rientra tra le infrastrutture strategiche”, dice Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato Terni. “Nel recente passato abbiamo anche incontrato l’assessore regionale ai trasporti, Giuseppe Chianella, per presentare un’idea progettuale con l’obiettivo di raccordare Foligno, Santa Maria Angeli ed Orte e intercettare l’alta velocità. Da parte nostra, possiamo senza dubbio supportare l’idea, appoggiarla, ma non finanziarla. Come associazione non abbiamo la disponibilità di risorse da investire in questo progetto”.

Franceschini valuta dunque molto positivamente la possibilità che Terni agganci l’alta velocità (“…nono solo verso il nord del Paese…”) e sottolinea la necessità di approfondire le questioni tecniche che accompagnano il progetto e che, almeno sulla carta, potrebbero rappresentare un ostacolo. “Potremmo immaginare di creare una banchina sganciata dalla stazione di Orte, sulla linea veloce, così da non dover costringere i convogli ad uscire per entrare in stazione. Alla stazione di Bologna – dice – l’alta velocità ha una linea dedicata sotterranea: il treno entra ed esce dallo scalo senza interferire con il resto dell’utenza”. Se insomma gli ostacoli sono tecnici, e non politici, la soluzione può essere abbordabile. Ma il tema delle risorse resta.

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“Quello delle infrastrutture viarie che riguardano il sud dell’Umbria – dice Stefano Lupi, presidente di Confcommercio Terni – è un tema centrale: il problema non si pone solo dal punto di vista dell’alta velocità e ferroviario”. Un discorso ampio, dunque che corre ad esempio lungo la “Civitavecchia-Ancona per una visione di territorio come Italia di mezzo” ma che tocca anche la necessità di una tratta ferroviaria efficiente che porti Terni al mare in una “prospettiva di collegamento verso due regioni a noi vicine”, ossia il Lazio e le Marche. Prioritaria per Lupi è la tratta Terni-Spoleto. “La Flaminia va migliorata e potenziata così da permetterci di agganciarci alla Quadrilatero”. Uno sbocco essenziale per il quale però “la Tre Valli (il collegamento Acquasparta-Spoleto, ndr) io non la vedo funzionale”.

L’alta velocità resta centrale a fronte della necessità di “togliere dall’isolamento la nostra regione. Io auspico che l’alta velocità tocchi le principali città umbre. Sarebbe già sufficiente prevedere una fermata a Orte”, anche se forse, prima di arrivare ai Freciarossa, bisognerebbe guardarsi un po’ meglio in casa dove, ad esempio, la “Fcu sta in un limbo: va ripensata, ridiscussa e rigenerata come elemento di collegamento”.

E per i soldi? “In un tessuto economico dissanguato ed anemico come quello ternano, la vedo dura che le aziende possano sostenere finanziariamente il progetto. Forse, potrebbe essere interessante l’utilizzo della piattaforme logistiche, dando loro una vocazione e stimolando il transito delle merci nella nostra regione. Così si potrebbero attrarre investimenti e rivitalizzare l’economia del territorio”. Ma l’impulso principale per le infrastrutture non può prescindere “da un impegno forte di Regione e Governo”.

“Noi sicuramente non abbiamo le disponibilità per interventi importanti”, dice Giuseppe Flamini, presidente della Camera di commercio di Terni. Che sottolinea due priorità, due urgenze che dovrebbero – queste sì – correre sull’alta velocità. Il potenziamento del collegamento ferroviario fra Terni e Roma e il “potenziamento della Terni-Spoleto, la Flaminia, che va fatto con urgenza. Da Foligno arriviamo al mare in quaranta minuti. Da Terni per arrivare a Foligno serve un’ora”. Un paradosso.

E poi ancora, il collegamento con Civitavecchia e la Terni-Rieti. “Il Frecciarossa è importante – sottolinea Flamini – ma anche questi altre infrastrutture”. Il problema, semmai, è un altro: “Quando si parla di Terni, si blocca tutto, sono trent’anni che stiamo a ripetere le stesse cose. È inutile che mettiamo la cravatta e poi sotto non abbiamo la camicia”.

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