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Alta velocità, il mistero Terontola e la minaccia Frosinone: così Terni rischia di perdere il treno

Mentre Trenitalia studia in Umbria la possibilità di arretrare un Frecciarossa a Foligno, nel Lazio si dà il via al cantiere per la realizzazione di una stazione “veloce” in Ciociaria. E la città dell’acciaio resta a guardare

Nelle stesse ore in cui in Umbria andava in scena lo “psicodramma” su nuove possibili fermate del Frecciarossa che ad oggi collega Perugia con Milano e Torino, nel Lazio si annunciava la prossima realizzazione di una stazione ad alta velocità nel Frusinate. E mentre in Umbria si assisteva a fughe e retromarce su possibili coinvolgimenti di altre stazioni nella corsa ad alta velocità (Foligno, Terontola) l’ad di Ferrovie dello Stato annunciava un piano da 18 miliardi per riqualificare 88 stazioni.

Coincidenze, è il caso di dire, soprattutto in tema di trasporti. Che rischiano però di far perdere a Terni l’ennesimo treno. Negli ultimi mesi, e almeno fino al giorno prima delle elezioni regionali dello scorso ottobre 2019, in più di un’occasione si è parlato – con insistenza e dati alla mano – della possibilità di una fermata dell’alta velocità a servizio del territorio ternano. La politica si è confrontata fino ad arrivare, almeno sulla carta, ad una opzione che sembrava condivisa: individuare Orte, nel Viterbese, ad una dozzina di chilometri da Amelia, come stazione di riferimento.

Tra l’autunno 2018 e l’estate 2019, Ferrovie dello Stato ha annunciato di essersi messa al lavoro per uno studio di fattibilità del progetto, nel quale si sarebbero fatti i conti sulla eventuale convenienza – o meno – del piano e su quelle che potevano essere le risposte del mercato.

Si entrò anche nel dettaglio di qualche numero: potenziale bacino d’utenza da mezzo milione di utenti (fra Ternano e Viterbese), una sosta di una ventina di minuti per entrare in stazione ad Orte e ripartire e qualche indicazione sull’orario. Immaginando scenari diversi: arretrare il Frecciarossa in partenza da Perugia fino a Terni, oppure quello che in partenza da Santa Maria Novella (Firenze) fino allo scalo laziale, con risultati però simili. Ossia sveglia all’alba per i pendolari e costi proibitivi.

Nel novero delle possibilità, anche quella di collegare Terni a Roma con una coppia di Frecciabianca che in 45 minuti avrebbero raggiunto la Capitale e portato gli utenti sull’alta velocità.

Insomma, da un anno e mezzo a questa parte di carne al fuoco ce n’è andata tanta. Però, come si dice: molto fumo e poco arrosto. Almeno per quanto riguarda la zona sud dell’Umbria, nella quale sembra doversi comprendere anche Spoleto.

Un tema controverso, che si rispecchia però in quella che viene indicata come una delle principali necessità del territorio ternano e dell’Umbria in generale: uscire dall’isolamento attraverso collegamenti stradali e ferroviari efficienti.

E così, mentre la politica continua a dibattere, sulla linea ad alta velocità dei social qualche idea più concreta comincia a comparire. Come quella che suggerisce di arretrare il Frecciarossa in partenza da Perugia alle 5.30 fino a Terni (con partenza alle 4.20 e arrivo a Milano alle 9.15). E fare in modo che il convoglio tocchi le principali città dell’Umbria, come Spoleto, Foligno e Assisi. Sarebbe un treno misto, perché che incontrerebbe l’alta velocità solo da Arezzo in su, ma collegherebbe tutta la regione con il nord del Paese, viaggiando in tempi più ristretti rispetto a quelli ricoperti oggi, ad esempio, dall’intercity Tacito, guadagnando circa tre ore all’andata e una al ritorno. E dando centralità “politica” a Terni e un servizio alla “cugina” Spoleto, senza “toccare” il ruolo di Perugia.

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