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“Piazza Marconi, 300 anni di storia rasi al suolo”

Amelia, “Le stelle non stanno a guardare” critica i lavori di riqualificazione: solito intervento di demolizione di un pezzo di storia del nostro paese

“Quello che si sta compiendo non è un intervento lieve, come descritto nel progetto, non è di certo un intervento di restauro; è il solito intervento di demolizione di un pezzo della storia del nostro paese”.

Un affondo senza sconti quello che l’associazione “Le stelle non stanno a guardare” porta avanti nei confronti dell’intervento di riqualificazione di piazza Marconi, uno degli angoli più preziosi e suggestivi della città dalle mura poligonali. Intervento che viene portato avanti grazie alle risorse messe a disposizione da un bando del Gal che ha messo nelle mani dell’amministrazione comunale poco meno di centomila euro.

I lavori hanno preso il via lo scorso 12 novembre ed andranno avanti per circa tre mesi ad opera della Restauri Meta srl di Trani.

L’associazione ha messo sotto la lente il cantiere “attraverso richieste di accesso agli atti, studio, pubblicazione di video informativi e conferenze relative allo stato della piazza, degli archi sottostanti e degli interventi imminenti. Lo abbiamo seguito con tanto più interesse – aggiungono - dopo lo choc dovuto allo scempio dell’intervento su porta Leone, poco o niente rassicurati da quanto riportato nei documenti progettuali nei quali si parlava di buono stato di conservazione e conseguente minimo intervento. E tuttavia, pur preparati al peggio, non abbiamo potuto che rimanere esterrefatti questo pomeriggio (lunedì, ndr) nel passare davanti a piazza Marconi, dove ben metà della pavimentazione settecentesca era già stata rimossa con l’ausilio di ruspe. Nel progetto definitivo di intervento, consegnatoci dal comune a seguito della nostra richiesta di accesso agli atti, si parla di una rimozione, al fine di risanare le zone deteriorate, stimabile al 30% dell’intera superficie e nel computo metrico estimativo di rimozione e conseguente recupero di acciottolato e selciato rispettivamente per 14 e 5 mq e di ripristino per circa 64 mq cadauno. Increduli, siamo andati a ricercare più a fondo tra le carte per trovare una spiegazione a questo sfacelo. La sorpresa è emersa nel progetto esecutivo, dove viene riportato tutto quanto scritto in quello definitivo, fatta eccezione per quel 30%, trasformato in una ‘rimozione dell’intera pavimentazione deteriorata e sconnessa’, pur continuando più avanti a parlare di ‘restauro filologicamente leggero’. Perché questa trasformazione? Cos’è cambiato? È più facile e più economico rimuovere l’intera pavimentazione con una ruspa che far intervenire in maniera localizzata del personale specializzato? Non si può continuare ad assistere passivamente alla scomparsa del nostro patrimonio dietro la facciata di presunti restauri che non fanno altro che reinventare e reinterpretare il passato attraverso il gusto o la moda del momento”.

Il post pubblicato sulla pagina facebook dell’associazione ha una amara conclusione: “Quando questo articolo sarà pubblicato, purtroppo buona parte del resto della pavimentazione sarà già stata rimossa. Dovete fermarvi. Ora”.

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