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Canili, il business e i sospetti: se ne occupa la commissione d’inchiesta sulla criminalità organizzata

Sono 800 gli animali in carico al Comune di Terni per una spesa annuale di 800mila euro. L’assessore Proietti: uno sproposito. Audizione in Regione dei vertici della Usl 2

Due virgola sette euro ogni giorno. Per 365 giorni l’anno e ancora per 800 cani. Il totale fa 800mila euro. Troppo. Perché le casse del Comune di Terni sono quello che sono e perché il numero “è spropositato, se consideriamo che il comune di Roma si occupa di 1.100 animali”.

Canili, business e sospetti sono stati al centro del question time nel consiglio comunale di Terni. A sollevare la questione una interrogazione presentata dal gruppo dei Cinque Stelle a Palazzo Spada. A fornire numeri e dettagli l’assessore comunale al benessere animale, Elena Proietti.

È chiaro che dobbiamo lavorare su altri fronti, ad iniziare da quelle delle uscite, delle adozioni. Attualmente – ha spiegato Proietti - ogni anno entrano circa 170 cani (uno ogni due giorni, ndr) e ne escono appena 40.  È chiaro che c’è un rapporto che non funziona”.

Ad illustrare l’atto ispettivo è stato il consigliere Marco Cozza: “A seguito della nuova legge regionale, la Usl ha ritirato il servizio di gestione dei canili sanitari. La stessa regione ha chiarito che le spese di gestione dei canili sanitari sono in capo ai comuni competenti per il territorio di cattura. Chiediamo come il Comune di Terni abbia individuato le strutture di ricovero adibite a canile sanitario e quali siano i costi sostenuti, se ci sono ancora in atto convenzioni stipulate con i privati anche per quanto riguarda la situazione dei canili rifugio”.

Proietti ha perciò ricostruito i rapporti tra Palazzo Spada e Usl 2, in particolare per quanto riguarda il del canile di Colleluna, ad iniziare dagli ambulatori per l’attività sanitaria: “Il 30 marzo, il Comune ha chiesto alla Usl il parere per rilascio del nulla osta, arrivato poi a giugno 2018. Il sindaco quindi ha rilasciato l’autorizzazione per l’attività del canile di Colleluna, demandando alla Usl di rendere funzionali gli ambulatori per l’attività sanitaria che rimane di competenza della Usl, cosa che non è ancora avvenuta. In attesa, il Comune quindi ha disposto il ricovero dei cani randagi nel canile convenzionato di Colleluna. Anche questa situazione è da risolvere perché al Comune costa un euro in più al giorno per cane”.

Evidente però che il tema della gestione di cani e canili non si possa fermare al dibattito in consiglio comunale. Soprattutto alla luce del fatto che i vertici della Usl 2 (il dg Imolo Fiaschini, il direttore sanitario Pietro Manzi e il responsabile del dipartimento di prevenzione Roberto Giannelli) saranno ascoltati il prossimo 20 novembre dalla commissione regionale di inchiesta sulla criminalità organizzata. La richiesta di audizione era stata avanzata lo scorso 6 novembre dal consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Umbrianext) proprio per fare chiarezza sui sospetti connessi alla “gestione dei canili e del servizio randagismo”.

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