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Case popolari, oltre cinquanta a disposizione. Il termine per le domande sta per chiudersi e inizierà 'la conta'

Il 4 novembre terminerà il tempo per la presentazione delle richieste. Dall'Ater fanno sapere che le case di edilizia residenziale sociale potrebbero aumentare perché ve ne sono altre tuttora in corso di manutenzione

Il termine per presentare la domanda per una casa di edilizia residenziale sociale scadrà il 4 novembre. Dopo inierà la conta delle possibili esigenze da mettere in graduatoria. Tempi relativamente brevi, ma il lavoro da fare non è semplice perché ci sono da verifcare tutti i requisiti che dovranno essere in linea con le richieste e le norme vigenti.

Sono circa 50 le case di edilizia residenziale sociale ancora da assegnare, sempre poche rispetto alle esigenze, “ma – precisa il presidente dell’Ater Alessandro Almadori – siamo soddisfatti del lavoro che si sta facendo se si pensa che, nel periodo 2018-2019, è stato coperto il 20% del fabbisogno”. Di case popolari e dei metodi di assegnazione si é discusso in seconda commissione consiliare alla presenza dell’assessore al Welfare, Cristiano Ceccotti. Attualmente si sta procedendo ad assegnare le case con la graduatoria del 2017 valida fino al 26 ottobre, un’operazione che ha visto pervenire circa 700 domande da cui ne sono state accettate  e messe in lista almeno 500. Dall’inizio dell’amministrazione targata Latini il Comune ha già provveduto ad assegnare cica 120 alloggi.

Nel frattempo è in corso il nuovo bando per il 2019. Anche in questo caso ci sono già una trentina di alloggi disponibili a cui, fa sapere l’Ater, se ne aggiungeranno altri man mano che viene effettuata la manutenzione di case rese nel tempo disponibili. A queste abitazioni poi si uniranno gli alloggi non assegnati con la vecchia graduatoria. Tra i requisiti da rispettare c’è l’assenza “di procedimenti in corso per l’assegnazione di alloggi presso altri Comuni del territorio regionale; assenza di precedenti assegnazioni di alloggi realizzati con contributo pubblico in proprietà immediata o futura e assenza di precedenti finanziamenti agevolati in qualunque forma concessi da soggetti pubblici; non titolarità del diritto di proprietà, comproprietà, usufrutto, uso e abitazione su un alloggio o quota parte di esso, ovunque ubicato sul territorio nazionale, adeguato alle esigenze del nucleo familiare; capacità economica del nucleo familiare valutata sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee 2019) di cui alla vigente normativa, non superiore a 12mila euro; assenza di occupazioni senza titolo di alloggi di Ers pubblica nei cinque anni precedenti la presentazione della domanda”. Da quanto emerso dalla discussione non è semplice riuscire a combinare esigenze dei richiedenti e grandezza delle case al momento disponibili, spesso infatti i nuclei familiari sono numerosi e le abitazioni da scegliere sarebbero prevalentemente tutte di piccole dimensioni.

“C’è una legge regionale che stabilisce il quadro entro il quale l’ente può muoversi – precisa Ceccotti - non si tratta solo di esaminare una domanda cartacea, ma anche andare a verificare che la documentazione sia conforme a ciò che il soggetto dichiara. Ci siamo trovati di fronte una situazione non semplice con le case popolari perché il Comune è rimasto fermo per tanti anni, ma ora – conclude - si sta cercando di porre rimedio”.

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