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Chiude attività a Terni: “Crisi, centro cittadino degradato ed abbandonato. Getto la spugna nonostante le molteplici energie profuse”

Il racconto di Alessia Lupattelli: “Ho stretto i denti finché potuto. Ricevere tanto affetto in questi giorni gratifica dopo mesi di incertezza e difficoltà”

Una decisione sofferta, ponderata negli ultimi mesi prima di annunciarla sui social. L’imprenditrice Alessia Lupattelli ha infatti diffuso un post, nei giorni scorsi, per ufficializzare la volontà di chiudere la propria attività denominata L’Arome D’Arpege. Nelle prossime settimane le serrande del locale scenderanno definitivamente. Prima di raccontare l’esperienza di Alessia facciamo una doverosa premessa. Poiché il negozio è collocato in pieno centro è possibile contestualizzare il tutto ad un argomento cruciale, tornato recentemente in auge a seguito dell’incontro avvenuto – ad inizio settimana – nei locali della biblioteca comunale. Come è noto si è parlato di rilancio del commercio, delle problematiche del centro e della zona a traffico limitato, alla presenza del neo assessore preposto Stefania Renzi.  

Alla nostra redazione di www.ternitoday.it l’imprenditrice racconta come è maturata la decisione di gettare la spugna, dopo quattro anni: “Il settore di provenienza della sottoscritta è quello della cosmetica, dove ho lavorato per vent’anni. L’obiettivo iniziare era quello di offrire alla clientela dei prodotti innovativi ovvero una profumeria ecologica, biologica e sostenibile. Creare una realtà dove andare a ricercare piccole chicche, ricreare una situazione su misura in un contesto di bio-profumeria. Nel momento in cui ho aperto (correva l’anno 2019) è sorta l’esigenza di assumere una dipendente, dopo un periodo di formazione. Tuttavia non è stato possibile, dal punto di vista economico, dare continuità a quanto auspicato. In questi quattro anni ho investito le mie energie fisiche, economiche e mentali con la speranza di far crescere l’attività. Per allargare l’offerta verso il cliente ho anche aumentato le collaborazioni con le aziende fornitrici”.

Le prime difficoltà: “L’arrivo del Covid ha scombussolato tutti i piani. Dopo un periodo di chiusura sono ripartita tra mille problematiche. Alti e bassi prima di una ripresa generalizzata nel corso del 2022. Altri fattori hanno poi inciso come la guerra, l’inflazione ed una crisi che comunque ha inciso. Alla fine dello scorso anno sono subentrati i primi dubbi. L’idea era quella di spostarmi al di fuori della Zona traffico limitato con la possibilità di acquisire una utenza maggiore. Molti clienti hanno sempre sottolineato la scomodità di raggiungere il locale. Purtroppo poi l’abbassamento dello scontrino medio ha ulteriormente inciso, anche a seguito del minor potere di acquisto. Insomma tutto ciò ha provocato in me ulteriore scoraggiamento e mesi di conflitto interiore tra la volontà di chiudere e quella di spostarmi”.

Gli sviluppi: “Il settore rappresenta un segmento della cosmetica, quindi il target è maggiormente settorializzato. Devo dire che in questi quattro anni avevo costruito la mia rete di contatti, anche derivata dai precedenti venti di lavoro in un’altra attività. Inoltre sui social ho partecipato a diverse iniziative, dando vita anche a campagne che hanno dato un significativo riscontro. Dopo essermi confrontata con colleghi, amici, parenti e soprattutto professionisti del mondo dell’imprenditoria ho maturato la decisione definitiva”.

Le cause: “Sono da ricercare anche al di fuori del perimetro del locale. La crisi, il centro degradato e, sotto certi punti di vista, anche abbandonato a sé stesso. Getto la spugna nonostante le tante energie profuse nel cercare di resistere. Ne ho spese tante e non valeva la pena proseguire così. La mia è una piccola realtà e lavoro principalmente con il cosiddetto ceto medio. Se il centro non è attraente poi è difficile sopravvivere”.

A questo proposito ad Alessia chiediamo un parere, anche dopo il confronto in biblioteca: “Potrei essere favorevole alla Ztl solo in caso di un centro attraente, vivo che offre anche eventi e sia inclusivo. I ternani hanno diritto a poter godere di una città decorosa. Sono per un’apertura intelligente, ad orari e magari estesa ad altre zone, rispetto ad ora. Tutto ciò deve regolamentato per evitare una vera e propria jungla di veicoli dato che si è sempre più propensi a cercare la comodità. Inoltre sarebbe opportuno rivedere ulteriori aspetti come i parcheggi a pagamento, il concetto di sicurezza molto labile anche in centro. Infine il decoro, in senso lato, che abbraccia virtualmente la pulizia delle strade, le vetrine dei negozi chiusi che dovrebbero essere pulite. Alla fine un’attività aperta, nel suo piccolo, contribuisce a rendere la zona viva e mantenerla pulita”.

Quali i progetti per il futuro: “Ho bisogno di recuperare le energie, dopo i tanti sforzi profusi anche in quest’ultimo periodo, poi farò le mie valutazioni. Intanto tengo a ringraziare le persone che mi hanno supportato in questo percorso, soprattutto in quest’ultimo periodo difficile. Sto ricevendo tanto affetto – conclude – e tutto mi rende orgogliosa di quanto fatto”.

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