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Diocesi, oltre un milione di euro dall'8x1000: ecco come vengono spesi i soldi dei fedeli

Ben 370mila euro sono serviti a coprire i debiti accumulati negli anni scorsi. Ecco tutte le iniziative finanziate nel 2017

Ammonta a oltre un milione di euro il contributo derivante dall'8 per mille di cui ha potuto beneficiare nel 2017 la Diocesi di Terni, Narni e Amelia. Circa un terzo del finanziamento, ben 370mila euro, è servito a coprire parte del "buco" milionario accumulato dalla chiesa ternana negli anni scorsi. Nello specifico, come si legge nella relazione firmata dall'economo don Edmund Kaminski diffusa soltanto qualche giorno fa, 220mila sono stati destinati alla copertura economica dei progetti pastorali iniziati negli anni passati ma privi della necessaria copertura finanziaria a causa delle difficoltà della Diocesi e altri 150mila per interventi caritativi iniziati negli anni pregressi e non portati avanti sempre per lo stesso motivo. 

Le spese per il culto

Per la precisione sono stati 1 milione 107mila euro e spiccioli i soldi arrivati alla Diocesi dall'8 per mille e più della metà, ovvero 563.840,30, sono stati destinati all'articolato capitolo di bilancio che va sotto il nome di "Culto e Pastorale". Di questi 30mila sono stati utilizzati per la manutenzione straordinaria dell’edificio della curia vescovile, 500 euro per sostenere iniziative di formazione degli operatori liturgici  organizzati dall’Ufficio Liturgico diocesano, 10mila a sostegno delle spese necessarie allo svolgimento della visita pastorale indetta dal vescovo Giuseppe Piemontese nelle parrocchie della Diocesi. Un contributo di 200mila euro è stato dato all’Economato quale parziale recupero delle spese generali sostenute per il funzionamento dei vari uffici e commissioni pastorali della curia diocesana, 20mila euro per sostenere parzialmente l’impegno economico per l’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali, sia per quanto riguarda il personale, sia per le spese di funzionamento dell’ufficio stesso. Alla Scuola Diocesana di Teologia, collegata all’Istituto Teologico Umbro di Assisi affiliato alla Pontificia Università Lateranense, sono stati versati mille euro, 500 euro al consultorio familiare diocesano, 5mila al clero anziano e malato.

Per quanto riguarda la formazione del clero 40.000 euro sono stati destinati a coprire in parte le spese sostenute dalla Diocesi a favore del Seminario Regionale di Assisi, di proprietà delle Diocesi Umbre e per il quale ogni diocesi deve versare annualmente una somma suddivisa in due parti: una quale contributo fisso e l’altra come contributo pro capite, secondo parametri stabiliti annualmente dalla CEU, 2.500 euro per i relatori delle assemblee e i ritiri diocesani del Clero, la formazione al diaconato permanente, le iniziative del Centro Diocesano Vocazioni. Tra le spese anche i 5mila euro per il sacerdote fidei donum don Sergio Vandini che opera nella Diocesi di Kananga nel Congo, 3mila euro per la formazione degli insegnanti di religione, dei catechisti per l'ufficio Ecumenismo, altri 1.550 euro infine sono stati destinati alle varie spese per iniziative a favore della promozione del sostentamento economico della Chiesa.

Gli aiuti ai più bisognosi

Al capitolo "Interventi caritativi" la Diocesi di Terni, Narni e Amelia ha invece destinato circa 543mila euro. Di questi, si legge sempre nella relazione dell'economo, 130.000 euro servono alla Caritas Diocesana per il sostegno delle varie opere che gestisce insieme all’Associazione San Martino, 5mila euro al progetto di accoglienza gestito dalla parrocchia di Santa Maria del Rivo, e 50mila alla Cittadella della Solidarietà ad Amelia gestito dalla parrocchia di San Francesco d’Assisi e dall’associazione San Martino. Tra le opere caritative diocesane in faovre di extracomunitari ci sono i 5mila euro per sostenere il progetto della Caritas  “Parla più forte”, che viene portato avanti in Albania ed è volto ad aiutare i bambini sordomuti. Quest’anno con il contributo è stato ripristinato un apparecchio di screening acustitco e ne è stato acquistato uno nuovo, mentre in favore di altri bisognosi sono stati destinati 40mila euro alla Caritas e 10mila euro alla Società San Vincenzo de’ Paoli.

Tra le opere caritative parrocchiali 5.000 euro sono stati destinati alla Caritas quale contributo per il funzionamento della casa di accoglienza Casa per la Speranza Santa Maria della Pace a Terni messa a disposizione per l’ospitalità di donne sole con figli minori a carico, 3.600 euro  al sostegno della religiosa che opera come amministratrice parrocchiale a supporto delle attività pastorali della parrocchia di San Liberato Abate e Martire, 50.000 euro è invece la quota assegnata per particolari casi di necessità delle parrocchie che non dispongono di somme proprie sufficienti a far fronte al pareggio di bilancio. Ci sono infine 65mila euro che sono serviti a parziale recupero delle imposte e tasse pagate nell’ultimo decennio sull’immobile di via Mozzoni a Terni, attualmente destinato alla accoglienza dei profughi a cura della San Martino, e 15mila euro per le opere di carità quotidiana del direttore della Caritas.

Il "tesoretto" del vescovo

Tra i soldi dell'8x1000, il vescovo Giuseppe Piemontese può disporre di un "tesoretto" di circa 45mila euro di cui poco meno di 25mila per particolari casi di necessità nel capitolo degli interventi caritativi e circa 20mila per casi "riservati" relativi alle spese per il culto e per il clero. 

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