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Inquinamento e ambiente, stoccata di Arpa alla Commissione ecomafie: ecco come stanno davvero le cose

Il personale, i controlli e la bonifica di Papigno: l’Agenzia regionale fa chiarezza. “Dal 2014 investito su Terni un milione di euro” | VIDEO

L’Arpa punta i piedi e fa chiarezza: poco organico, ma si va avanti. E ancora: rispetto ai dati forniti dopo le audizioni della commissione parlamentare di controllo Ecomafie, non è esatto quanto riferito in merito al lavoro di controllo, in particolare rispetto ai camini dell’Ast. Ma andiamo per ordine.

L’organico

A “dare i numeri” è Sabrina Socci, direttore amministrativo Arpa Umbria: “Intanto c’è da dire che i dipartimenti, Umbria nord e Umbria sud restano e resteranno anche in futuro, sono due realtà differenti, due realtà da controllare, con suddivisione analoga a quella delle Asl. C’è un direttore generale, Walter Ganapini, e ci sono due dirigenti sui due dipartimenti territoriali.

Il personale

I problemi, ribatte la dirigente, sono a livello nazionale, nessuna assunzione finora e pochi concorsi, in 10 anni si è passati da 216 unità a 195 per Arpa Umbria. “Abbiamo fatto un piano di fabbisogno che prevede, per il 2019, 26 assunzioni per rimpolpare le carenze attuali. L’effettivo parla chiaro: su un organico pari a 227 unità di cui 195 effettivi, a regime sono operative solo 170 unità che lavorano a tempo pieno. Abbiamo 23 tecnici su Umbria sud e pochi di più su Umbria nord. “Sul territorio Terni-Orvieto ci sono – rimarca - 15 tecnici contro i 13 del 2014. Su Terni ci sono 7 unità, compreso l’assessore all’Ambiente. Nel 2019 sono previsti 4 nuovi tecnici di cui uno già in servizio dal prossimo primo aprile. Ci saranno i concorsi. Abbiamo dunque difficoltà, anche perché ci sono persone che sono assegnate e non lavorano, per esempio chi è in aspettativa, ma vincoli e limiti di legge non hanno consentito finora margini più ampi”.

Carenze che si ripercuotono sui controlli. Donatella Bartoli è direttore di laboratorio multisito: “Mi divido tra Terni e Perugia – dice – ma non ci sono penalizzazioni territoriali”. E poi l’affondo riguardo alla commissione parlamentare Ecomafie che sta facendo controlli e audizioni sul tema inquinamento e rifiuti: “Le loro affermazioni sui controlli dei camini dell’Ast non sono esatte: non è vero che controlliamo 10 su 200 camini: intanto – precisa – come detto dalla stessa Ast, i camini sono 130. Noi ne controlliamo 10, ovvero quelli che danno maggiore criticità: l’80% delle emissioni provengono proprio da quei 10 camini. In più rimarco che questo è stabilito dall’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. Mi meraviglio che questo non si sappia!”. I controlli insomma ci sono: “Abbiamo fatto anche investimenti su Terni – rimarca Bartoli - dal 2014 sono stati spesi 900mila euro per strumentazioni, 100mila euro per i mezzi di rilevamento nelle falde acquifere, vale a dire per rilevare il cromo. Quanto al cromoesavalente nell’acqua, non si può negarne la presenza, ma – puntualizza – a Terni non ci sono livelli di allarme”. Tutto leggibile sul sito Arpa e sui totem dei rilievi delle centraline installate. Una nota anche per i camini domestici: “È vero che quando sono spenti secondo ordinanza comunale le concentrazioni di inquinanti calano”. Finale sul “Sin”, sito di interesse nazionale, di Papigno con altra stoccata alla commissione parlamentale che lamentava come finora sia stata effettuata solo in poca parte la bonifica dell’area. “L’area Sin di Papigno – dice – è stata controllata da Arpa per quello che sono le nostre competenze, il resto dipende tutto dal ministero dell’Ambiente sotto il quale ricadono i Sin nazionali”.

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