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Dati allarmanti dallo studio Sentieri, a Terni 30 morti in più all'anno rispetto al resto dell'Umbria

Inquinamento e salute, nella città dell'acciaio eccessi di mortalità, tumori e ospedalizzazioni. Il Movimento 5 Stelle ma questo tema non ha ancora trovato posto nell'agenda politica

"Quanti altri bollettini di guerra dovremo leggere prima che si pensi ad azioni strutturali. Da quando abbiamo sollevato il problema noi del Movimento 5 Stelle, si sono fatti solo tavoli di discussione dove si parla, parla, parla ma non si agisce concretamente". Va all'attacco il consigliere comunale Thomas De Luca sulle questioni legate all'ambiente, ma soprattutto alla salute, a Terni.

Questa mattina, 7 settembre, insieme agli altri esponenti del Movimento 5 Stelle Andrea Liberati, Luca Simonetti e Luca Tramini, De Luca ha reso noti i dati dello studio 'Sentieri'. I nuovi dati riguardano l'analisi, nel periodo 2006-2013, del profilo di salute delle popolazioni che risiedono nei 45 siti d'interesse nazionale e regionale per le bonifiche. La ricerca, elaborata da ministero della Salute, dall'Istituto superiore di sanità e dal Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie, si basa su metodi e fonti informative accreditati e include la mortalità, i ricoveri ospedalieri, l'incidenza di tumori e le anomalie congenite. Tra i 45 siti c'è anche l'area di Terni-Papigno.

Dallo studio emergono dati allarmanti. In entrambi i generi, maschile e femminile, c'è un eccesso di mortalità generale. Negli uomini c'è una frequenza maggiore di morte per tumori o per malattie dell'apparato urinario, nelle donne invece per malattie circolatorie. In entrambi i generi per l'apparato digerente. Anche le stime dell'incidenza oncologica spaventano, mostrando un eccesso di tumori maligni, cute esclusa. Eccessi in entrambi i generi anche per le ospedalizzazioni per tumori maligni, malattie circolatorie, respiratorie, digerenti ed urinarie.

STUDIO SENTIERI 2006-2013

Ma il dato veramente sconcertante è quello dell'incidenza di tumori maligni nella fascia di età 0-29. Se ne sono registrati 18 in età pediatrica e 2 nel primo anno di vita. In età pediatrica la maggior parte dei tumori è a carico del sistema nervoso centrale, mentre tra gli asolescenti si segnalano eccessi per tumori linfoemopoietici e in particolare per linfomi.

"Si continua a nascondere il problema, ma lo studio certifica gli eccessi di mortalità, di patologie tumorali, le ospedalizzazioni", afferma un De Luca furente. "I dati che fanno più male, i più importanti, sono quelli che riguardano la fascia 0-29 anni che è la fascia dei bambini, dei giovani, quella fascia su cui lo stile di vita non incide".

Il pentastellato spiega che è stato rilevato un eccesso di tumori in tutte le fasce d'età. "Oggi forniamo questi dati alla città e poniamo con ancora più forza quello che secondo noi è il problema principale e che ancora non ha trovato posto nell'agenda politica. Le malattie riguardano tutti, non dipende dall'appartenza all'uno o all'altro partito. Questa paralisi è inaccettabile. Non è possibile che ogni volta questi dati sconcertanti vengono presi e chiusi nel cassetto. Siamo sempre dovuti intervenire noi perché hanno sempre presentato degli studi diluiti. Dov'è la moralità? Nel mio piccolo, come presidente della commisione controllo e garanzia, intendo portare avanti il tema in maniera complessiva, intendo affrontare la questione. L'annuncio del Comune, arrivato questa mattina, sull'evento per lo studio Sentieri è semplicemente tardivo".

De Luca sostiene la necessità di screening più approfonditi e più frequenti per una città così inquinata. "Ci sono 30 morti in più all'anno nella nostra città, rispetto alla regione. La situazione va affronatta in modo diverso. Saranno sicuramente anche il traffico e il riscladamento ad inquinare, ma nessuno pensa alle polveri sottili? Ci dimentichiamo che sono state trovate particelle cancerogene nelle uova e nel latte, nel 2014? Dobbiamo metterci in testa che le Pm10 del nostro Comune, con aziende sideriurgiche e inceneritore, sono diverse da quelle delle altre città".

A rinacarare la dose interviene Andrea Liberati. "I dati sono già noti da mesi (lo studio Sentieri è stato presentato il 12 giugno al ministero della Salute, ndr), ma le giunte li hanno omessi. Io penso che tutto questo sia frutto di un arretramento culturale, lo stesso arretramento che porta anche ad avere diversità mediche. C'è un conflitto di interessi tra azienda siderurgica e università di Perugia  e tutto ciò ricade sull'azienda ospedaliera e i cittadini, che non lo sanno, sono costretti a fare le solite sfilate soccombendo alle lunghissime attese. Ma il problema c'è anche da un punto di vista strutturale. Non c'è posto per i malati, mancano i letti. In Regione nessuno parla, ma bisogna pensare a rilanciare anche il Santa Maria, tenendo in considerazione che il 30 per cento dei malati arriva da fuori".

Ha continuato spiegando che la struttura non è antisismoca, non ha un elisoccorso, quando queste caratteristiche sono tipiche anche di zone dell'Umbria con un densità abitativa motlo più bassa. "Terni, Narni e Amelia godono del privilegio del vecchio", ha affermato. "Senza parchi, senza piazze, senza università è una città destinata a morire. Nessuno fa nulla per farla rifiorire. È una città corrotta fino al midollo. Stanno segnando il futuro dei giovani che saranno costretti ad emigrare. Ma che malattia ha Terni?".

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