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Marialuna Cipolla, la via del cantautorato italiano passa (anche) da Terni

Con la canzone “Wrong skin” era stata candidata ai David di Donatello, adesso sogna un album tutto suo. E ci racconta di come nascono le canzoni

Continua il viaggio settimanale alla scoperta dei musicisti ternani e delle loro storie. Con oggi siamo arrivati al terzo appuntamento: se non conosci questa rubrica, dai una letta anche agli altri articoli. 
#1: i Mazingari  e #2: La rivincita dei nerd

Quando ho conosciuto Marialuna, ormai una decina di anni fa, mi ricordo che suonava la batteria nel gruppo musicale del liceo. Qualche anno dopo l’ho vista prendere in mano la chitarra e poi, siccome al gruppo mancava un cantante, l’ho guardata farsi avanti e prendere anche il microfono.

Per questo non mi sono stupita quando insieme ai Backlight, nel 2014, ha scritto una canzone che ha vinto il concorso indetto dal premio oscar Gabriele Salvatores per la colonna sonora del suo film “Il ragazzo invisibile”. E con “Wrong skin – pelle sbagliata” è stata poi candidata ai David di Donatello 2015 come migliore canzone originale

Quella timidezza della sua prima volta come cantante sul palco l’ha mantenuta ancora oggi.

Marialuna Cipolla, ternana 24enne con una doppia vita tra l’università di farmacia a Camerino e quella da cantante e chitarrista, oggi ha le idee più chiare che mai: “Adesso penso a laurearmi – dice – ma vorrei provare seriamente a fare la musicista con un progetto che sia tutto mio. La parte che più mi emoziona è scrivere le canzoni e suonarle davanti a qualcuno. Potrei essere felice in vari modi, non ho una via unica da seguire, ma sicuramente la musica ci sarà sempre”.

Marialuna Cipolla in foto

Un’eredità chiamata musica

Sono cresciuta in una casa piena di chitarre, di cd di ogni genere e dove non mancava neppure il pianoforte – racconta la ragazza – mio papà è un musicista e un farmacista. Si vede tanto che è il mio modello di vita?”.

Un contagio vero e proprio che è iniziato quando Marialuna aveva 5 anni. Il primo gruppo musicale l’ha formato alle scuole medie, poi quello alle superiori.

“Adesso sto scrivendo veramente tante canzoni insieme ai Moon Lagun, ossia la Laguna della luna – anticipa – abbiamo registrato quasi tutto, ci mancano gli ultimi ritocchi e poi massimo a febbraio uscirà il disco. Sono tutti pezzi inediti che variano dal folk al country, con qualche ballata in mezzo”.

Nel gruppo ci sono: Matteo Sperandio, violinista e cantante; Matteo Fabrizi al basso; Massimo Colabella, chitarra; Fabio D’Isanto alla batteria.

 “Affrontiamo molti temi malinconici – aggiunge – tra tutti i pezzi ce n’è uno che sento particolarmente mio: è il racconto di quel 26 ottobre 2016 a Camerino, del terremoto, della chiesa che è crollata davanti a quella casa dove ora non posso più stare”.

Quando non compone e suona con loro, è con il trio acustico country blues e jazz dei Dada Moon insieme al padre Alberto Cipolla e al saxofonista Luca Venzano: “Suonare con mio papà è veramente una soddisfazione enorme – ammette lei – non sono il suo stampino ma abbiamo gli stessi gusti, lo stesso repertorio musicale. So che per lui è motivo di orgoglio, e non potrei esserne più felice”.

Come nasce una canzone

Scrivere il testo e poi lo spartito musicale. Anzi no, forse meglio il contrario. Ma perché, insieme non si può fare? Dietro la nascita di ogni singola canzone c’è tutto un mondo fatto di momenti, idee appuntate in vecchi fogli e storie “rubate con gli occhi”.

“In realtà non è una cosa che decidi a tavolino – spiega Marialuna – a volte una canzone nasce in pochissimo tempo, altre volte servono anni. Magari ti colpisce una frase detta, un pensiero, lo scrivi e poi ti capita di lavorarlo veramente tanto tempo dopo”.

Una volta registrata, c’è un unico modo per capire se è valida o meno: “Io la chiamo La prova del giorno dopo. Quando il processo creativo è finito solitamente ti rimane addosso una sensazione piacevole, ma è solo riascoltando la canzone il giorno successivo che capisci se l’idea era buona oppure no”.

Ma quanta e quale musica si può fare a Terni?

“La cosa positiva di stare in una città piccola è che alla fine ti conosci con tutti e nascono belle proposte e idee. Qui a Terni c’è un circuito di musicisti estremamente vivo e propositivo”.

Dall’incontro di persone allo “scontro” di menti. L’ultimo progetto – solo in ordine cronologico – in cui è coinvolta Marialuna ha un nome e cognome: è l’Orchestra Magna di Lorenzo Agnifili, pianista ternano. Si tratta di una serie di inediti in italiano suonati da una decina di musicisti tutti ternani: il disco dovrebbe uscire a dicembre, forse in concomitanza con il Natale.

Ma la situazione a Terni non è così semplice: “Ovviamente ci sono dei limiti – spiega Marialuna – come il fatto che alcuni generi musicali sembrano essere banditi dalla città. Io ho sempre suonato a Terni, ma conosco dei ragazzi che non ci provano neppure perché non trovano la giusta dimensione. E poi le occasioni per suonare dal vivo andrebbero moltiplicate”.

Attualmente i locali per fare musica in centro sono pochi: “C’è Mishima, il Bugatti, il Rendez-vous, qualche volta si può suonare anche al Loft 05. Ma è sempre un rischio, perché il costo della Siae è altissimo e non sai mai se potrai rientrarci con le spese”.

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