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Parrocchia di San Giuseppe a Terni, un supporto alle famiglie in difficoltà: grande catena di solidarietà

Sono aumentate le richieste di beni e servizi da parte di chi ha bussato alla porta del convento e della chiesa. Il parroco Damian Frunza: “Raccogliamo l’invito del Santo Padre a esercitare la carità”

Una grande catena di solidarietà, a sostegno delle famiglie in difficoltà da un punto di vista economico. L’emergenza sanitaria con la quale stiamo convivendo da settimane sta mettendo a dura prova, soprattutto, le persone più fragili. Nella Parrocchia San Giuseppe, a Cospea, si registra un aumento rispetto alle richieste di beni e servizi, materiali. In particolare beni di prima necessità, sussidi e aiuti economici a supporto della spesa o del pagamento di bollette e affitti, sostegno socio-assistenziale, lavoro o alloggio: “In questo tempo abbiamo provato a dare una mano a quelli che hanno bussato alla porta del convento e della chiesa - afferma il parroco Damian Frunza - Due volte al mese abbiamo distribuito 44 pacchi con prodotti del banco alimentare.

Diversi altri pacchi con alimenti offerti dalle associazioni, gruppi e persone private. Quattordici famiglie sono aiutate attraverso gli alimenti dell’emporio. Per Pasqua abbiamo distribuito dolci pasquali, offerti da una ditta locale, per circa 30 famiglie. Inoltre aiutato diciotto famiglie con buoni spesa del valore di 25 euro. Diversi contributi per bollette, affitti e altre spese con delle offerte dai nostri parrocchiani”. Numeri che testimoniano la bontà degli interventi a favore di chi, al momento, sta attraversando una fase davvero critica.

“C’è un modo per vivere “in pienezza” come cristiani, questo tempo difficile – sostiene il parroco - Non vivendolo individualmente, magari anche egoisticamente. Raccogliamo l’invito del Santo Padre a esercitare la carità. La carità sconfigge il virus. Ci sono tantissime opportunità, nella semplice quotidianità della nostra vita. Ringrazio tutti coloro che già si sono attivati e che mi hanno scritto e hanno dato la loro disponibilità. Tutti quelli che si sono fati sentire, che hanno aiutato in modo concreto con alimenti e offerte, con la loro presenza.

Gesti di generosità per chi è in difficoltà economiche a causa del blocco di molte attività commerciali e produttive. Noi saremo riconosciuti da Lui, non se abbiamo vissuto una fede forte, dura che non ha mai dubitato, ma se abbiamo amato; non saremo riconosciuti neanche se avremo vissuto una speranza incrollabile. Al contrario saremo riconosciuti nella fragilità di una fede che ha saputo amare anche e soprattutto nelle difficoltà”.

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