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Nuove sedi e maggiori servizi, il piano di FarmaciaTerni per uscire dal baratro della crisi

Fra gennaio e febbraio 2019 persi 8.700 scontrini, entro fine anno si rischia un “buco” da un milione di euro. Il nuovo management aziendale tenta la svolta: ecco come

Il 2019 per FarmaciaTerni è cominciato nel peggiore dei modi. Al 13 febbraio il fatturato faceva segnare un crollo del -7%, con picchi del -10% e una prospettiva di perdita a fine anno prossima al milione di euro, anche a causa degli 8.700 scontrini in meno in soli 45 giorni di attività. Un baratro pericolosissimo che rischiava di esere senza uscita e che avrebbe inghiottito l’azienda se non si fosse corso subito ai ripari.

Sempre il 13 febbraio, il sindaco di Terni, Leonardo Latini, nominava il nuovo amministratore unico, Federico Ricci, che assieme al management aziendale ha elaborato un piano di salvataggio che prevedesse “azioni correttive su tutti i fronti”. Nel breve periodo, la svolta ha prodotti i primi risultati. Tra il 1 marzo e la metà di maggio 2019, il fatturato ha segnato un incoraggiante +1%, rispetto allo stesso periodo del 2018, recuperando la perdita di inizio anno e attestandosi quasi al livello del 2018, dopo la flessione dei primi 45 giorni dell’anno. Inoltre, il fatturato di 5 punti vendita sui 10 totali è in crescita in media del 5%, con picchi del 17,2%, nel periodo compreso tra il 1 marzo e la metà di maggio 2019, sempre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Se il piano di salvataggio punta ad intervenire sull’emergenza, l’azienda ha allo stesso tempo messo su carta un piano industriale che tracci la strada da seguire nei prossimi tre anni e che ruota attorno ad alcuni punti cardinali: migliorare le performance del personale dipendente, incrementare i servizi alla clientela e ristrutturare la rete vendita.

“È evidente – è scritto infatti nel piano industriale di FarmaciaTerni - che una delle cause della stasi del fatturato dell’azienda sia una rete di farmacie che hanno un layout di punto vendita assolutamente non adatto alle moderne esigenze di un adeguato incontro commerciale e di servizio farmacia/cittadino. Sei punti vendita su 10 hanno una location adeguata”. Fanno “eccezione” la Farmacia Falchi, Farmacia Ospedale 2 – zona viale Trento, Farmacia Comunale 5 – zona ospedale, alle quali il piano dedica un capitolo specifico. Mentre per Marmore si parla di “bacino commerciale inesistente”.

Le criticità dei punti vendita

L’analisi delle strutture che faticano a generare fatturato – ma anche di tutte le altre – dice che le farmacie evidenziano “nessun family feeling di rete (nemmeno la stessa insegna, nemmeno lo stesso marchio); nessuna relazione, fin dal nome della farmacia, con il quartiere di riferimento; punti vendita perlopiù vetusti ed antiquati, con spazio dedicato al cliente penalizzato a vantaggio dell’esposizione della merce in una logica poco consona al concetto di moderna farmacia” e ancora “punti di vendita poco agevoli nei quali la clientela è costretta a fare la coda senza aree di comfort e non può rifornirsi da sola a causa dell’assenza di un category management”.
“Ristilizzare” una farmacia comporta un investimento di 30/50.000 euro, rifarla completamente 120/180.000 euro. Per questo “si sta valutando l’opzione del revamping che consiste in interventi limitati ed immediati in tutte le farmacie nel corso del 2020 di valore massimo di 100.000 euro totali, per costruire una immagine unica di rete partendo dalle insegne, ridare aria, spazio, luminosità, family feeling di base alle stesse, nella filosofia di arrivare presto al banco e fruire del consiglio del farmacista”.

Il dettaglio degli interventi

“Oltre ad un revamping complessivo - sottolinea il piano industriale - uno degli interventi più urgenti, da posizionare ad inizio 2020, sarà lo spostamento della farmacia di viale Trento” che viene considerata come “una tra le più inadeguate come location” e che invece andrà nella sua nuova sede “a 200 metri da quella attualmente utilizzata. I nuovi spazi sono già disponibili in virtù di un contratto di locazione stipulato il 13 luglio 2018 e di un contratto di restyling completo del costo di circa 120.000 euro già firmato dal precedente amministratore, di cui 50.000 euro già anticipati. L’immobile ha una superficie di circa 100 metri quadrati e l’importo del canone è di euro 1.500 mensili”. Questo permetterà non solo di non pagare più due affitti ma anche di “posizionare la farmacia in una sede consona, dare alla farmacia una prospettiva di maggior fatturato ed alla clientela un servizio adeguato in un quartiere strategico della città”.

Secondo quanto previsto dall’art. 11 dello Statuto della Società (Decisioni dei soci: competenze e diritti particolari), l’approvazione del piano triennale da parte del Socio implica la consapevolezza, da parte dello stesso, anche del piano di investimenti contenuto nel piano e descritto nel presente documento, la cui implementazione dovrebbe avvenire senza ulteriori formalità di natura amministrativa e/o statutaria.

La farmacia Falchi

Si tratta della “seconda nostra farmacia della zona ztl dopo quella di corso Tacito, ha un bacino commerciale limitatissimo” dal momento che “la possibilità di accesso dall’esterno è quasi nulla, la visibilità è nulla, è forte la concorrenza di una ulteriore farmacia a 200 metri e di una parafarmacia a fianco”. L’ipotesi è dunque di trasferirla “nelle vicinanze, fuori dalla zona ztl, in una zona di flusso veicolare, con possibilità di sosta anche temporanea, vicina ad altre attività commerciali”. Questa operazione dovrebbe portare un “incremento del fatturato, della rotazione della merce e della marginalità” L’investimento preventivato si aggira attorno ai 120mila euro che “si ripagheranno in 4 anni, portando poi a reddito l’incremento di fatturato negli anni successivi”.

Farmacia Comunale 5 (zona ospedale)

Il piano industriale parla di questa come di una “farmacia obsoleta, in posizione residuale rispetto al cuore del quartiere” con un “bacino commerciale limitatissimo, lontana dalla viabilità principale, caratterizzata da visibilità nulla e dalla concorrenza di una ulteriore farmacia a 200 metri”. L’ipotesi è anche in questo caso di spostarla “vicino e di servizio all’ospedale, in una zona di flusso veicolare, con possibilità di sosta anche temporanea e in zona di grande visibilità”. Interventi che produrranno un “incremento del fatturato, della rotazione della merce e della marginalità” a fronte di un investimento prossimo ai 120mila euro che “si ripagheranno in 4 anni”.

Nuova farmacia Stazione

Accanto agli interventi di “revamping”, FarmaciaTerni pensa all’apertura di una nuova struttura alla stazione ferroviaria, nel caso in cui questo fosse previsto dal piano di “zonizzazione”, ossia la pianta organica delle farmacie disponibili. “La vocazione di questo ulteriore ed eventuale punto vendita è fortemente condizionata dai flussi dei viaggiatori pendolari, presentando le caratteristiche tipiche di un’area che evidenzia un elevato traffico, con processo decisionale veloce e picchi di domanda fortemente condizionati dagli andamenti del servizio legato alla stazione. Le caratteristiche dimensionali potrebbero vedere una superficie complessiva di 200 mq, una suddivisione interna con locale vendita di 110 mq oltre a magazzino, spazio servizi, ufficio e spazi accessori. La segmentazione del mercato di riferimento sarà fortemente condizionata dalle fasce orarie, mentre la visibilità potrebbe essere sicuramente molto alta e correlata alla capacità di attrazione del nuovo concept di stazione che scaturirà dai lavori di recupero e valorizzazione del sito. In generale si tratterebbe di una farmacia con elevato contenuto innovativo, che soddisfa bisogni diversificati e prevalentemente commerciali, con potenziale molto alto in termini di redditività della vendita e rotazione del magazzino. L’ipotetico investimento, al pari dei precedenti, sarebbe affrontato immediatamente dall’azienda e potrebbe andare a break even molto velocemente”.

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