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Servono 160 milioni per realizzare il sogno della nuova Flaminia: i progetti

Il dossier è vecchio di sedici anni, ma i problemi restano sempre gli stessi. Da una galleria alla terza corsia per i mezzi pesanti: come si vorrebbero risolvere i guai del collegamento tra Terni e Spoleto. Ma mancano le risorse

I problemi della Flaminia sono sotto le ruote (e gli occhi) di tutti. Soprattutto di chi ogni giorno percorre quel pezzo di strada così utile, ma anche così pericoloso. Un traffico pesante particolarmente rilevante, numerosi tornanti, troppi incroci a raso e tanti incidenti. Per una situazione che si complica ancora di più in inverno con pioggia, neve o gelo.

I problemi della Flaminia – che sabato sono stati rispolverati dalla manifestazione che ha unito Terni e Spoleto in un summit – vennero individuati in un dossier sviluppato da Uniontrasporti per la Camera di commercio di Terni nel 2003. Una indagine che metteva sotto la lente tutta la rete infrastrutturale del territorio, indicando priorità, progetti e costi.

Il primo passaggi di quel lavoro fu di individuare i punti di debolezza della Flaminia. “In un circuito di infrastrutture viarie ammodernato – diceva l’indagine - risulta unico tratto di livello inferiore. Presenta caratteristiche plano-altimetriche che provocano delle strozzature alla fluidità del traffico o una sezione stradale in molti tratti piuttosto ridotta, numerosi tornanti e molteplici incroci a raso. È soggetta a volumi di traffico intensi, anche di tipo pesante” ed è “utilizzata anche da quanti, provenendo dalle Marche, devono raggiungere la Capitale e viceversa. Sarà interessata a nuovi carichi di traffico – si scriveva quasi diciassette anni fa -  derivanti anche dalla tratta Rieti-Terni potenziata. Fa registrare un alto livello di incidentalità e si verificano problematiche aggiuntive nel periodo invernale per l’attraversamento del Valico della Somma (648 m s.l.m.)”, che si vorrebbe byopassare con la realizzazione di una galleria.

Individuati i punti di d debolezza, l’analisi metteva in rilievo i punti di forza che sarebbero derivati da un intervento di ammodernamento della direttrice che, una volta a nuovo, avrebbe rappresentato una importante “trasversale del Centro Italia” e un “importante collegamento Tirreno-Adriatico”. Questo, ovviamente, oltre a “migliorare la viabilità della provincia di Terni e di tutta l’Umbria e “potenziare la sicurezza della SS 3 Flaminia” e il “collegamento con l’aeroporto di Perugia”. L’intervento consentirebbe di ridurre inoltre di dieci minuti i tempi di percorrenza fra la città dell’acciaio e quella del festival.

Per realizzare il sogno della nuova Flaminia, l’investimento necessario stimato da Uniontrasporti ammontava a 160 milioni di euro. Soldi che però non sarebbero rimasti per strada, anzi. “Il potenziamento infrastrutturale provoca su questo territorio un impatto sull’incremento del Pil – diceva l’indagine - che, tenendo conto della struttura economica, della composizione e della performance dei sistemi economici e produttivi locali, può essere valutato mediante un moltiplicatore pari a 1,4. Con questa premessa, l’investimento di massima previsto per l’ammodernamento del tratto Terni-Spoleto della SS3 porterebbe nel territorio umbro una crescita della ricchezza locale quantificabile in 224 milioni di euro”.

Un investimento nel vero senso della parola, che avrebbe dunque non solo interessato una infrastruttura ma – più in generale – avrebbe dato ossigeno ad un tessuto economico nel suo complesso.

Un anno fa – era il 15 gennaio 2019 – in consiglio regionale si discusse di Flaminia “killer” e del sistema infrastrutturale umbro. L’ex assessore Chianella disse però che “l’ipotesi del progetto antico della Camera di commercio di Terni è molto costoso”, soprattutto se inserito nel contesto umbro e nelle necessità della regione.

“Per la Terni-Spoleto – spiegò però l’ex assessore regionale ai trasporti - c’è massima attenzione e siamo a disposizione anche per iniziative congiunte nei confronti del ministero. Dal confronto costante che abbiamo con Anas è emerso che è allo studio per la Terni-Spoleto l’ipotesi di un aumento della corsia in salita per i mezzi pesanti che permetterebbe un flusso più dinamico e potrebbe rispondere ai problemi di sicurezza”.

Un altro progetto, un altro impegno. E un altro anno che è passato senza che il sogno sia uscito dal libro dei desideri.  

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