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Università, no all'abolizione del valore legale della laurea: la protesta davanti la Prefettura di Terni

Preoccupazione tra i giovani, presidio di Potere al Popolo per “un'istruzione veramente pubblica, laica e alla portata di tutti”. Il colloquio con il Prefetto di Terni

No alla proposta governativa di abolizione del valore legale del titolo di studio. Così ieri giovani e adulti si sono dati appuntamento alle 13.30 davanti alla Prefettura di Terni per il presidio organizzato da Potere al Popolo Terni.

“Abbiamo deciso di scendere in piazza – scrive in una nota Potere al Popolo Terni – a fianco degli studenti per difendere l’istituzione scolastica da chi vuole minarne il valore democratico, svilendo il diritto allo studio e quindi anche i principi di uguaglianza e pari opportunità. Nel colloquio avuto con il Prefetto di Terni abbiamo rappresentato la nostra preoccupazione per un provvedimento di cui non vediamo i vantaggi ma solo un tentativo di costruire un sistema educativo che non crei cittadini formati, coscienti e consapevoli, ma che pratica una ulteriore selezione di classe, a monte, in ragione della provenienza sociale, di reddito o geografica degli studenti”.

A dargli sostegno anche il Partito comunista Terni e il Fronte gioventù comunista: “La recente proposta del governo di abolire il valore legale della laurea – dicono – costituisce l'ennesimo attacco al diritto allo studio, con la creazione di un sistema a due velocità: università di eccellenza riservate ai più ricchi e università di serie B dove parcheggiare gli studenti delle classi meno abbienti, trasformando così il censo, e non il merito, nel criterio di scelta per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”.

E aggiungono: “Questo, insieme alla recente pretestuosa polemica sulla vicenda della recita natalizia, cavalcata in modo strumentale dalla destra ternana, inadempiente al governo cittadino e a corto di proposte per un reale miglioramento del livello di vita in città, svela il progetto della destra di riportare il nostro paese agli anni cinquanta con un'istruzione classista e confessionale”.

Il valore legale del titolo di studio è il riconoscimento da parte dello Stato di tutte le lauree di tutti gli atenei d’Italia come di pari dignità e di pari valore. “Lo scopo dovrebbe essere impedire che nel mercato del lavoro vi siano discriminazioni basate sull’università di provenienza, permettendo a tutti i giovani di poter cercare un’occupazione sulla base delle proprie capacità e aspirazioni – conclude il Partico Comunista Terni – e non sulla base del prestigio dell’ateneo da cui si proviene”.

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