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“Un anno per una mammografia, la gente è arrabbiata: duemila firme contro la sanità lumaca”

Cgil e Federconsumatori Terni fanno il punto su liste d’attesa e rete ospedaliera: “Difficoltà nel prenotare, lungaggini e visite a decine di chilometri di distanza, c’è una disorganizzazione voluta per favorire il privato”

In tre mesi a Terni Cgil e Federconsumatori hanno raccolto tremila firme contro la sanità lumaca. “Soprattutto, abbiamo ascoltato tante testimonianze di gente arrabbiata. Una, in particolare, mi ha colpito: una donna ha raccontato che per una mammografia richiesta a maggio del 2022, è riuscita ad ottenere la visita a settembre del 2023. Un anno dopo, in una struttura privata a decine di chilometri di distanza da Terni”.

A parlare è Franco Todaro, responsabile provinciale dell’associazione dei consumatori, durante la conferenza stampa organizzata assieme alla Cgil cittadina per fare il punto su liste d’attesa, nuove ospedale di Terni e rete ospedaliera provinciale. “C’è un malessere diffuso”, aggiunge Todaro, parlando del problema rappresentato dalle “distanze” che i pazienti sono costretti a coprire per ottenere la prestazione prescritta. “Le visite vengono erogate a Orvieto, Città di Castello, Umbertide. E questo, soprattutto per la popolazione più anziana, è un problema concreto”.

“C’è una disorganizzazione voluta – gli fa eco il segretario provinciale della Cgil, Claudio Cipolla – a fronte di una scelta politica sbagliata da parte della Regione per favorire il privato”.

Il cuore della questione restano insomma le liste d’attesa con 55mila prestazioni – circa – ancora da smaltire, sintomo di una sanità “lumaca” che si concretizza nella difficoltà nel prenotare le prestazioni, nelle lungaggini per ottenerle e nelle distanze da coprire per accedere al servizio. Contro tutto questo, Federconsumatori ha raccolto a Terni negli ultimi tre mesi duemila firme: “Invieremo il dossier alla regione e all’assessore Coletto per sollecitare scelte politiche che smettano di orientare questo servizio verso il privato”.

Ma la vertenza sanità ruota attorno anche ad altri punti: “C’è la necessità di definire finalmente la rete ospedaliera provinciale. C’è da chiarire la mission dell’ospedale di Orvieto, va finalmente costruito l’ospedale di Narni-Amelia con cento posti letto, un punto di primo soccorso e un servizio di riabilitazione efficace. C’è da realizzare il nuovo ospedale di Terni, che va costruito a Colle Obito, riqualificando anche il quartiere in cui è inserito, e con soldi pubblici, così come sono stati realizzati altri sei ospedali in Umbria”.

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