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 Videosorveglianza, il Comune di Terni “chiama” i privati. Ma l’intesa rischia di essere un flop

I dettagli dell’accordo: costi di acquisto e installazione tutti a carico dei cittadini, comprese le “spese necessarie per le licenze di visualizzazione delle telecamere e lo spazio di memorizzazione delle immagini sulla piattaforma adottata” da Palazzo Spada

La sicurezza non ha prezzo. O forse sì. Nelle scorse settimane la giunta comunale di Terni ha deliberato un progetto di collaborazione con i privati per l’implementazione del sistema di videosorveglianza della città. In buona sostanza, l’atto prevede che il Comune potrà avvalersi anche delle telecamere private per monitorare la città dell’acciaio. E per questo è stato predisposto un protocollo d’intesa tra Palazzo Spada e i “richiedenti” (soggetti privanti ed enti pubblici) “esclusivamente per il controllo delle aree pubbliche o aperte all’uso pubblico prospicienti gli immobili oggetto di proprietà/locazione/amministrazione/usufrutto”.

A leggere però il dettaglio del protocollo d’intesa, emerge qualche dubbio sulla sua reale efficacia. Ecco perché.

Anzitutto i costi. Il protocollo specifica che “le telecamere” oggetto dell’accordo “sono acquistate e installate a cura e spese del richiedente e sono collegate al sistema di videosorveglianza cittadina comunale, previa valutazione del comando di polizia locale, in ordine alle finalità di interesse pubblico”. Insomma, il privato dovrà acquistare di tasca propria le telecamere che però verranno utilizzate dal Comune. Questo significa fare fronte ad un costo iniziale che varia da qualche decina a qualche centinaio di euro.

Le spese però non finiscono qui. “L’alimentazione elettrica degli apparecchi installati sarà a cura del richiedente per tutta la durata di vita della telecamera”. Solo “per motivi tecnici discendenti dalla puntuale indicazione del punto di montaggio, dalle migliori operatività e funzionalità delle telecamere, l’alimentazione elettrica potrà essere a carico del Comune”.

Inoltre, “ogni spesa per la connessione alla rete comunale di videosorveglianza è a carico del richiedente, sono anche a carico del richiedente le spese necessarie per le licenze di visualizzazione delle telecamere e lo spazio di memorizzazione delle immagini sulla piattaforma adottata dal Comune di Terni”. Quindi i privati dovranno farsi carico di tutti i costi connessi al collegamento delle telecamere al sistema comunale, compresi i costi per l’acquisto dello spazio di archiviazione delle immagini.

E non è finita. “Il richiedente dovrà inoltre, sulla base delle indicazioni fornite dal comando di polizia locale, posizionare uno o più cartelli nelle vicinanze della telecamera di videosorveglianza, conformi al modello stabilito dal garante per la protezione dei dati personali, in modo da essere chiaramente visibili”.

La manutenzione ordinaria, quella sì, “sarà a carico del Comune, mentre rimane a carico del richiedente la manutenzione straordinaria, ivi comprese le sostituzioni, dovute a danni derivanti da terzi, da eventi meteorologici, da atti vandalici o per la vetustà dell’apparecchio e l’eventuale copertura assicurativa”.

Una volta collegate al sistema comunale, il Comune di Terni avrà un “accesso esclusivo” alle immagini. “Il richiedente non potrà avere alcun accesso alle immagini, né in diretta né registrate, né alcuna agevolazione presso il comando polizia locale in caso di fatti che richiedano la visura delle immagini riprese dalle telecamere installate”.

L’accordo di “collaborazione” avrà una durata quinquennale. “Allo scadere del quinto anno, o dal momento in cui la telecamera si rendesse inservibile per vetustà o per guasti tecnici irreparabili ed il richiedente non provvedesse a sostituirla entro trenta giorni, il protocollo di intesa decade e resta a carico del richiedente l’onere di smontaggio della stessa nonché delle altre strutture installate e dello smaltimento a norma di legge di tali materiali”. Ecco.   

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