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Tassa sulla pubblicità, Comune e commercianti a un passo dall’accordo

Il pagamento della tariffa sarà esteso a nuove vie, ma si tratta sull’importo della tariffa. Stellati (Confesercenti): l’aliquota dovrà essere ridotta. Medori (Confartigianato): il gettito complessivo non potrà superare i 58mila euro | L’elenco di tutte le strade interessate

Rendere tutto più bilanciato, una situazione equa in fatto di entrate ed uscite. In questo modo le associazioni del commercio hanno messo i puntini sulle “i” col il Comune: la questione è quella del balzello sulla pubblicità. Attorno allo stesso tavolo sono tornati i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Confindustria e gli assessori comunali al ramo, ovvero Stefano Fatale al Commercio e Fabrizio Dominici al Bilancio.

Sul piatto della bilancia l’aumento della tariffa deciso dalla Giunta, provvedimento che sarebbe dovuto passare in consiglio comunale per il via libera, poi stoppato a seguito delle proteste degli operatori commerciali che lamentavano l’assenza di condivisione su scelte (gli aumenti per l’appunto) reputate non giuste. Ora dunque si va verso l’accordo che, salvo complicazioni, dovrebbe avvenire lunedì prossimo nel corso di un nuovo, e probabilmente decisivo, incontro.

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“Siamo giunti a una proposta condivisa – spiega Daniele Stellati di Confesercenti –  va bene allargare le vie per l’imposta, cioè la ‘zonizzazione’: andava fatto per forza un aggiornamento mai effettuato negli ultimi 15 anni a fronte delle mutate condizioni commerciali e urbanistiche, per cui il Comune ha valutato di inserire nuove vie, oltre a quelle già presenti da tempo, dove applicare la tariffa speciale, incrementata del 50% rispetto a quella ordinaria per mezzi pubblicitari aventi una superficie superiore a un metro quadro, però – precisa -  è proprio su questo massimo pari al 50% che la questione va rivista, in sostanza l’aliquota dovrà essere ridotta”. Il nuovo importo, “scontato”, lo dovrà valutare il Comune, entrambi gli assessori presenti hanno comunque mostrato disponibilità favorevole. “Dovranno quindi essere previsti degli sgravi per chi nel frattempo ha già pagato con la tariffa piena – continua Stellati – recuperando in seguito i soldi pagati in più rispetto alla nuova e minore imposta, mentre chi finora non ha mai pagato perché non ‘esisteva’ nella precedente toponomastica adesso si vedrà, in un certo senso, costretto a considerare questa nuova tassa”.

Nelle richieste anche la proroga al 31 marzo per il termine dei pagamenti in modo tale da disinstallare in tempo l’insegna pubblicitaria nel caso in cui l’operatore non volesse pagare l’imposta. Un riequilibrio, quindi, tra chi paga e chi guadagna: “Nel caso precedente – rimarcano le associazioni di categoria – il vantaggio economico sarebbe stato unicamente per il Comune, seppure rinunciando, (ma lo prevedono le nuove normative di legge, ndr), al 20% per le superficie al di sotto del metro quadro”.

Sulla stessa scia Michele Medori, Confartigianato: “Siamo per l’invarianza di gettito, per il pareggio rispetto alle entrate: venendo meno al Comune quei 58mila euro previsti prima dal 20%, l’amento ora non deve superare questa cifra. Oltre non sarà tollerato”.

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