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Farmacie, nuovo round per il bilancio: sullo sfondo l'incubo liquidazione

Convocata l'assemblea per il 23 ottobre, è il quinto tentativo. L'amministratore Sciamanna: "Confido in un atto di responsabilità del Comune". Acqua "bollente", sale la tensione anche al Sii

Farmacie, nuovo round. Suona la campana e si torna sul ring dove finora i contendenti, seppur a distanza, se le sono date (a parole) di santa ragione. Convocato per il prossimo martedì 23 ottobre l'assemblea dei soci di Farmacia Terni per l'approvazione del bilancio 2017, si tratta della quinta chiamata dopo che le prime quattro sono andate a vuoto per l'assenza dell'unico socio, il Comune di Terni, che al momento non ne vuole sapere di ratificare i conti dell'azienda. Sullo sfondo lo spettro della liquidazione che, seppur allontanato nei giorni scorsi con la delibera che ha bloccato la vendita e salvato le farmacie dalla tagliola della legge Madìa, potrebbe tornare ad aleggiare sulla società a norma di codice civile. L'"impossibilità di funzionamento” e la “continuata inattività” dell'assemblea dei soci sono infatti tra le possibili cause per lo scioglimento della società.

"Un'ipotesi che non voglio prendere nemmeno in considerazione, qui si sta parlando del futuro di 60 persone", dice l'amministratore unico di Farmacia Terni, Fausto Sciamanna. "Spero invece vivamente che il bilancio venga approvato - prosegue - e se così non sarà il socio se ne assumerà tutte le responsabilità. La mancata approvazione deve essere giustificata da motivazioni forti che riguardano le misure contabili del 2017 e non fatti contestati nel 2018. Peraltro ribadisco che dal socio non ci sono state indicazioni. Se mi avessero chiesto correzioni che ritenevo legittime le avrei fatto, del resto il proprietario è il Comune di Terni. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, come ha certificato il collegio dei revisori dei conti, e chiudiamo con un utile di poco più di 20mila euro al quale vanno aggiunti i 250mila euro che garantiremo al Comune come prevede il contratto di servizio".

Eppure l'assessore alle Partecipate, Fabrizio Dominici, ha più volte ripetuto di aver inviato osservazioni e indicazioni sul bilancio. "A questo punto non posso continuare a ripetere le stesse cose o dire che il presidente del collegio sindacale delle farmacie ha detto davanti a me e al sindaco Latini l'esatto contrario di quello che ha sostenuto in commissione. Sarà un pubblico ministero a decidere chi ha ragione", replica seccato Dominici intenzionato ad avviare un'azione di responsabilità contro l'amministratore di Farmacia Terni.

Acqua "bollente", sale la tensione al Sii

E lo stesso provvedimento lo avrebbe "minacciato" anche nei confronti degli amministratori del Servizio idrico integrato nel corso dell'ultima riunione avuta venerdì con i sindaci di Orvieto, Narni e Amelia per fare il punto sullo stallo - anche lì - del bilancio della società che attende ancora di essere approvato dopo la prima assemblea andata deserta. Al Comune di Terni, e allo stesso Dominici, è stato dato mandato di risolvere i problemi che erano già stati evidenziati ma non sono mancati momenti di tensione in particolare con il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani, con cui è scaturito un diverbio. "Non possiamo dimenticarci di tutto quello che è stato fatto in passato", avrebbe detto di fronte a Dominici che vuole "azzerare" la situazione al Sii a partire dai rapporti con il socio privato Umbria Due, partecipata da Acea. E' evidente come il cambio di maggioranza politica al Comune di Terni - che insieme alla sua partecipata Asm detiene complessivamente il 37 per cento delle quote - stia cambiando gli equilibri all'interno della società mettendo in discussione gli assetti e i rapporti costruiti negli anni dalle varie amministrazioni di centrosinistra, Terni in testa. 

"A Terni l'acqua costa troppo, più che altrove in Italia - dice Domini - e gli investimenti pro capite invece sono minori. Se qui abbiamo l'acqua più cara d'Italia la società dovrebbe portare tanti utili. Perché, pur essendo una società consorziata, i Comuni non prendono gli utili e anzi devono ancora riscuotere i soldi dei canoni di concessione? Perché non sono stati rispettati gli investimenti che doveva garantire il socio privato? A me non va bene che ci sia chi con il 25% condizioni l'intera società, perché l'amministratore delegato deve essere di nomina della parte privata?".

Domande alle quali il Comune di Terni intende rispondere con la richiesta di una modifica dello statuto. Ma intanto nei prossimi giorni, in vista della nuova assemblea che dovrebbe essere convocata il 29 ottobre, ci sarà un nuovo incontro per definire i termini del bilancio 2017 da rivedere dopo le osservazioni di palazzo Spada che ha chiesto un riallineamento dei conti e delle partite debiti-crediti. "Vogliamo valutare la sostanza e non la forma dei bilanci - conclude Domini - perché formalmente sono tutti simil-fedeli. Con le aziende partecipate, lo ripeto, vogliamo ripartire da zero. E mi gioco l'incarico se non riesco nell'obiettivo".  

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