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Martedì, 23 Aprile 2024
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Acqua pubblica, c'è Acea nel futuro di Asm?

Rinviata l'assemblea del Sii sul bilancio, i sindaci evitano la rottura con il Comune di Terni ma sono infuriati per l'accordo sbandierato con la multiutility romana che ora apre altri scenari

Ci sarebbe il futuro ingresso di Acea nel capitale sociale di Asm dietro la "crociata" del Comune di Terni per riprendere il controllo pubblico del servizio idrico. Sarebbe infatti questo uno dei possibili risvolti dello "storico" accordo tra palazzo Spada e il colosso romano sbandierato dal sindaco Leonardo Latini su Facebook. Una fuga in avanti che non è piaciuta per niente ai sindaci della provincia riuniti oggi pomeriggio per l'assemblea dei soci del Sii che dopo aver nuovamente rinviato l'approvazione del bilancio 2017, evitando la rottura con Terni, hanno chiesto un incontro chiarificatore con l'assessore al Bilancio, Fabrizio Dominici, regista dell'operazione.

L'accordo con Acea

Domenica sera l'annuncio del primo cittadino di Terni dalla propria pagina Fb. "Abbiamo concordato con Acea - scrive Latini - un programma di massima finalizzato a raggiungere quanto prima un accordo ampio che coinvolga tutte le questioni che in questo lasso di tempo sono state messe sul piatto. Punto nodale sarà la rivoluzione nel Sii che, depurato dalle vecchie logiche clientelari, dovrà essere gestito con criteri manageriali. Per questo saranno vietate le assunzioni a chiamata e introdotte apposite procedure di selezione per merito, gli appalti saranno assegnati solo all’esito di una gara, saranno rispettati tutti gli obblighi di trasparenza previsti per le società pubbliche e i criteri di parità di genere. Nell’ambito di un piano di investimenti, sarà predisposto un percorso che porterà a rimborsare in tempi ragionevoli le anticipazioni fatte dai Comuni alla società per cui allo stato esistono serie difficoltà da parte di Sii. In questo scenario - prosegue - un ruolo cruciale lo dovrà rivestire Asm che sarà chiamata a gestire la maggior parte del ciclo idrico così da conquistare quel ruolo di primo piano nel panorama dell’Italia Centrale che le compete. Questo, anche attraverso lo sviluppo di nuovi progetti nel settore dei rifiuti basati sui principi delle cosiddette 4 R e cioè riduzione, riutilizzo, recupero, riciclo, con rilevanti investimenti esclusivi per la città di Terni e conseguente significativa ricaduta occupazionale sulla città". 

Gli scenari

Messo così sembra un grande trionfo dell'amministrazione comunale con una resa quasi incondizionata della società capitolina - proprietaria di Umbriadue che è socio al 25% del Sii - che sarebbe così pronta a mettere sul piatto circa 12 milioni di euro, vale a dire il debito che il Servizio idrico vanta nei confronti dei Comuni per i canoni di concessione. Un sostegno che da tempo il Sii chiede al socio privato, prima SevernTrent poi acquisita da Acea, su pressione delle amministrazioni comunali alle prese con bilanci sempre più risicati. In realtà l'accordo discusso nell'incontro di giovedì scorso con i vertici di Acea potrebbe avere ben altro respiro rispetto alle questioni di trasparenza su appalti e assunzioni che dovranno essere ratificate dal cda del Sii. L'orizzonte potrebbe essere infatti l'ingresso di Acea nel capitale di Asm, secondo alcuni addirittura con il 49%, lasciando al Comune di Terni la maggioranza e quindi il controllo e l'indirizzo dell'azienda ma affidando la governance al nuovo partner. Palazzo Spada incasserebbe decine di milioni di euro (70/80?) con cui rimettere a posto il bilancio, Acea, che non ha problemi di disponibilità finanziaria, radicherebbe ulteriormente la sua presenza sul territorio dove ha molteplici interessi a partire dai rifiuti. E ne potrebbe aggiungere. Asm - come nelle intenzioni dell'amministrazione comunale - riprenderebbe in mano la gestione del servizio idrico e potrebbe affrontare in partnership proprio con Acea anche la prossima gara di gestione della rete del gas dell'Atem, settore nel quale sono entrati anche i romani che hanno recentemente acquisito la maggioranza di una società di distribuzione di Pescara. 

"Se dovessimo mettere sul mercato le quote di Asm - si limita a commentare con Terni Today il sindaco Latini - questo avverrà con delle procedure a evidenza pubblica. Quel che è certo è che noi intediamo valorizzare l'azienda". A parlare di "accordi per vendere Asm" è anche il consigliere comunale del Pd, Valdimiro Orsini, al cui post su Facebook replica direttamente l'assessore Dominici. "Questo è il modo di agire di quella politica che rappresenti e che ha ridotto la città in queste condizioni, io sono cresciuto con altri valori e diversi principi e cioè i servizi essenziali tutti devono rimanere sotto il controllo pubblico", dice il commercialista che trova anche il tempo di definirsi "di estrema destra con concetti sociali". 

Lo scenario dunque, perché al momento è tale visto il riserbo sui contenuti dell'accordo, potrebbe svilupparsi nell'arco di un paio di anni e dovrebbe confinare progressivamente il Sii a un ruolo marginale anche se resta da capire in che modo e con quali "costi", Terni potrebbe uscire dalla società consortile nata con un bando europeo per l'individuazione del socio privato della durata trentennale che scade tra 12 anni. C'è chi ricorda infatti come ai tempi della nascita del Sii il Comune di Montecastrilli si rifiutò di entrare nella società, lamentando proprio l'eccessivo potere che veniva affidato al socio privato con appena il 25% delle quote, ma venne cooptato con la nomina di un commissario ad acta per dirimere la questione. Paradossale che proprio il sindaco di allora, Stefano Puliti, oggi sia presidente del Sii.  

In tempi più immediati, la situazione che potrebbe invece verosimilmente prospettarsi è una ridefinizione delle società operative all'interno del Sii con un ruolo maggiore di Asm, che ha chiuso il bilancio in perdita, sul fronte degli interventi di manutenzione, e gli investimenti affidati ad Acea, attraverso Umbriadue, in modo da consolidare il fatturato in Sii. Ma c'è da fare i conti con gli altri Comuni.

Rinviata l'assemblea del Sii

Con queste premesse e con l'annuncio social del sindaco Latini poi spiattellato su giornali e siti internet, nel pomeriggio di oggi i sindaci della provincia sono arrivati con un diavolo per capello all'assemblea del Sii all'hotel Garden per approvare il bilancio 2017. Assenti il primo cittadino e l'assessore Dominici, il Comune di Terni ha inviato la funzionaria Stefania Finocchio e ha chiesto insieme al socio privato Umbriadue di rinviare l'assemblea al 28 novembre ufficialmente per consentire di ultimare il lavoro sul riallineamento debiti crediti tra palazzo Spada e il Sii. Operazione che per il Comune di Terni varrebbe oltre 700mila euro mentre per il Sii si limiterebbe a poco più di 200mila euro, frutto di errori materiali, che non dovrebbe modificare l'impianto del bilancio visto che si dovrebbe ricorrere al fondo di emergenza accantonato.

"Se il bilancio va cambiato dovrebbe dimettersi il cda che lo ha approvato oppure i revisori dei conti che lo hanno avvallato", hanno attaccato alcuni sindaci evidenziando la "mancanza di rispetto" da parte di Latini per aver parlato sui social dell'accordo con Acea senza condividerlo con il resto dei Comuni. "Una presa in giro, roba da riportare le fasce dal prefetto", per il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani che di fronte ai colleghi ci è andato giù pesante. "E' chiaro - ha detto - che le partite aperte non sono in questa assemblea ma chi decide che un soggetto privato parli con un amministrazione piuttosto che un'altra?". Dal sindaco di Amelia, Laura Pernazza, anch'essa infastidita dall'uscita di Latini ("non possiamo far finta di niente"), è poi arrivata la proposta di mediazione: votare all'unanimità il rinvio dell'assemblea, per evitare che un voto di astensione o contrario sancisse urbi et orbi la spaccatura della parte pubblica, a patto che il Comune di Terni convochi un tavolo con i sindaci per chiarire i contenuti dell'accordo con Acea e che una delegazione ristretta degli stessi amministratori possa confrontarsi con la società romana. Così, dopo una telefonata con l'assessore Dominici, è stato subito concordata data e ora del confronto: mercoledì mattina a palazzo Spada. E insieme all'acqua magari servirà anche un po' di camomilla.   

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