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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Bella ciao", Terni Donne attacca gli assessori: "Loro inopportuni, critiche strumentali"

L'associazione replica a Cecconi e alla Proietti: "Uso improprio e rischioso dei social, continueremo a cantare l'adattamento di quella canzone che è un inno alla libertà di tutti"

"Canteremo ancora Sorella Ciao ogni volta che vorremo e non lo faremo contro qualcuno ma per qualcuno, per dare conforto ed affetto a tutte le donne che anche in questa occasione ci hanno espresso la loro vicinanza". L'associazione Terni Donne si scaglia contro gli assessori del Comune di Terni, Elena Proietti e Marco Cecconi, le cui prese di posizione sul riadattamento di "Bella ciao" cantato in piazza della Repubblica nel flash mob organizzato in occasione della giornata contro la violenza sulle donne vengono definite "inopportune e strumentali".  

L'associazione si dice "rammaricata" per essere stata "suo malgrado tirata all’interno di una polemica immotivata, che vuole innanzitutto umiliare, rendere banale e tacitare le voci in sé, quelle che si donano nel canto. Il cantare insieme ci unisce e ci sostiene nel contenimento delle difficoltà della vita, ci aiuta a rendere le nostre voci pubbliche con le parole trasparenti della poesia ed a trasformarle nell'azione rigenerante del canto e della musica. Cantare è una delle tante attività gratuite che proponiamo alle donne che per vari motivi frequentano la Casa delle Donne, una delle tante attività di auto mutuo aiuto".

Per Terni Donne,  “Bella Ciao”, reso "importante e riconoscibile dalla Resistenza" è "una canzone che ha travalicato da molto tempo i confini nazionali ed è diventata inno di tante altre battaglie per le libertà di donne e uomini, cosa che ci dovrebbe rendere fiere e fieri. 'Bella ciao' che è stata prima ancora canto di lotta delle mondine. 'Sorella ciao' ne è un nostro riadattamento con il testo dedicato a tutte le sorelle maltrattate, uccise, derise e sminuite come esseri umani e relegate al ruolo di oggetto e vittima. La storia ci insegna che raccontare è importante e la musica ci dà uno strumento popolare ed accessibile a tutte e a tutti coloro che vogliono tenere il filo della memoria". 

Una mattina mi son svegliata ed ho trovato il mio oppressor. O cara amica, portami via che mi sento di morir. E se io muoio perché son donna tu mi devi seppellir. Mi seppellirai in mezzo alla piazza dove sono le altre già. E qui c’è Marta, lì Francesca, qui c’è Michela, Livia e Rosetta morte per la libertà. Sorella Ciao.

"Siamo estremamente rammaricate - proseguono - che gli assessori che si sono così alacremente prodotti anche sui social, dove sono stati postati dei video dell’esibizione da lontano che non permettevano di apprezzare le parole, non abbiano invece trovato modo di fare pochi passi ed avvicinarsi a noi. Avrebbero così sentito forse meglio ciò che cantavamo e forse avrebbero colto la commozione di molte di noi, sempre impegnate ma mai testimoni a cuor leggero di tutte quelle donne che passano per i nostri servizi e sportelli che nella giornata di domenica dovevano essere le uniche e sole protagoniste. Forse avvicinandosi avrebbero potuto mettere in pratica la prima e fondamentale strategia di sostegno, aiuto e supporto alle donne maltrattate che è l’ascolto. Forse avrebbero anche potuto fare qualche passo in più e venire a vedere con i loro occhi che cosa facciamo, a costo zero per la comunità, nella Casa delle Donne".

"Esprimiamo il nostro rammarico per un uso a nostro avviso improprio e rischioso dei social media da parte di rappresentanti delle istituzioni che lavorano per tutte le cittadine e tutti i cittadini. Questi post hanno dato il via a una campagna di insulti e illazioni nei confronti delle donne presenti in piazza con commenti che vanno da psicopatiche, a cretine, a ladre. Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne la campagna d’odio rivolta a donne volontarie che si impegnano da anni nella nostra città con iniziative, sportelli, consulenze e accompagnamento ai servizi, il cui operato e lavoro in rete con servizi sociali e forze di polizia è stato riconosciuto proprio in quella piazza anche dalla stessa Questura di Terni, ci sembra, questo sì, veramente inopportuno e strumentale. Affermiamo inoltre con fermezza - concludono - che le modalità con la quali scendere in piazza a manifestare ed affermare i principi per cui ci impegniamo tutti i giorni volontariamente, ancor più se legittime e legali, le continueremo a scegliere noi e rimettiamo al mittente i toni paternalistici ed irridenti che abbiamo letto in questi giorni".

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