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E' allarme sul futuro delle farmacie: "Si va verso il fallimento"

Il collegio dei revisori dei conti scrive al Comune e all'amministratore unico dopo la querelle sul blocco delle assunzioni: bilancio in perdita, a rischio la continuità aziendale

Le farmacie comunali di Terni rischiano il fallimento. Uno scenario che potrebbe concretizzarsi nel giro di uno, due anni secondo le previsioni del collegio dei revisori dei conti della società che dopo l'ennesima querelle tra il Comune e l'amministratore unico Fausto Sciamanna sul blocco delle assunzioni ha scritto ad entrambi per chiedere provvedimenti.

Nella lettera inviata nei giorni scorsi alla società e a palazzo Spada il collegio ribadisce le preoccupazioni già espresse e manifestate in precedenza circa la difficoltà, nelle condizioni in cui si trova l'azienda, di rispettare il contratto di servizio con il Comune e corrispondere i relativi corrispettivi, circa 200mila euro. 

Impossibile far quadrare i conti

"In tale contesto - scrive l'organismo guidato dal professor Mauro Scarpellini - il collegio avverte che si realizzerà l'impossibilità di perseguire il pareggio di bilancio del servizio sin dall'esercizio 2018, possibilmente. Pertanto l'entità del corrispettivo previsto nel contratto di servizio si palesa non sostenibile all'interno del corrente andamento economico della società e potrebbe determinare, entro pochi esercizi, uno o due, una condizione di crisi economica societaria irreversibile, ossia una condizione che rientra tra quelle che richiedono l'applicazione della legislazione che regola le crisi d'impresa e le procedure concorsuali". 

In questi termini la difficile situazione finanziaria di Farmacia Terni - che ha chiuso con un piccolo utile il bilancjo 2017 non ancora approvato come noto dal Comune - era stata prospettata già nell'aprile scorso all'allora commissario straordinario Cufalo e successivamente al neo sindaco Leonardo Latini e all'assessore al Bilancio, Fabrizio Dominici. "A parità di costi totali e dei ricavi totali  - ricordano ancora i revisori - senza una modifica del contratto di servizio relativamente ai corrispettivi da parte del consiglio comunale che garantisca la prosecuzione della vita della società nel tempo, il collegio sarà costretto a esprimere una valutazione negativa sulla continuità aziendale".

Ma lo scenario, secondo il collegio dei revisori, si è ulteriormente aggravato con l'introduzione, nel bilancio stabilmente riequilibrato, dei canoni di locazione per la sede di palazzo Falchi, della relativa farmacia e di quella dell'ospedale, e dopo il blocco delle assunzioni che a dire dell'amministratore unico porterà alla chiusura di alcune farmacie in determinate fasce orarie con una "perdita economica in termini di margine di contribuzione".

"La condizione che verrebbe a determinarsi sul conto economico della società - scrivono ancora i revisori - è palese, ancorché non quantificabile, e avvalora in termini chiarissimi la preoccupazione segnalata. Non sono ancora disponibili gli importi definitivi sia dei canoni di locazione che una ipotesi di perdita basata non solo sul margine di contribuzione ma su ipotesi consuntive connesse alle operativitià ridotte che l'amministratore segnala per alcune farmacie".

"Riorganizzare subito le farmacie"

Nella vicenda emergono alcune contraddizioni soltanto in parte spiegate dai feroci botta e risposta di questi mesi tra il Comune e la società. Ma è evidente dai verbali dei revisori - ben 37 - come la difficoltà economica dell'azienda fosse conclamata e malgrado questo venissero previste nuove assunzioni. Personale, che ha detto tuttavia Sciamanna, serviva per coprire dei posti che se lasciati vacanti avrebbero comportato problemi nell'organizzazione del lavoro e quindi sui ricavi dell'azienda.

In questo ora l'appello finale del collegio dei revisori dei conti appare perentorio. Perchè non prima di aver battuto un "colpo" anche al Comune, chiedendo che vengano esplicitati gli indirizzi sulla "riorganizzazione, ristrutturazione e gestione manageriale approvati da Giunta e Consiglio, i revisori invitano l'amministratore unico "a esperire qualsiasi azione utile a fronteggiare le necessità al fine di mantenere il servizio all'utenza e i migliori risultati economici possibili". "In tale ambito - scrivono - valuti l'utilizzo della mobilità del personale tra farmacie esaminando anche i dati di fatturato medio pro capite, farmacia per farmacia, e ogni altro dato che possa aiutare l'ottimizzazione dell'impiego e della mobilità in rapporto ai flussi di clienti nelle fascie orarie e nei giorni della settimana". Che sembra una formula più soft di quello che ha sostenuto l'assessore al Bilancio, Dominici

Due farmacie da spostare

Peraltro i revisori chiedono con urgenza anche di sapere " se saranno acquisite due nuove farmacie entro il 2018 e se negli stessi tempi devono essere chiuse o trasferite due attuali farmacie che sarebbero particolarmente deficitarie (la Falchi e quella in via Mola di Bernardo, ndr) sotto il profilo del risultato economico". Questioni che saranno al centro della prossima assemblea dei soci che questa volta, dopo l'ennesimo nulla di fatto nell'ultimo incontro, vorrebbe convocare direttamente il Comune per l'ultima settimana di novembre. L'intenzione del sindaco Latini e dell'assessore Dominici è di andare a una azione di responsabilità verso l'amministratore unico per poterne revocare l'incarico abbandonata l'idea, che era pure trapelata, di utilizzare il recente atto sulle linee guida nelle nomine nelle aziende partecipate approvato dal consiglio comunale. 

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