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Limite a trenta all’ora per le auto e “superciclabili”, la nuova mobilità nel centro di Terni

La proposta di Mobilità attiva Terni, Fiab e Lab.Biciclario: “A settembre con la riapertura delle scuole sarà necessario ridisegnare il traffico in città. Così possiamo superare anche la stancante diatriba sulla ztl”

La quarantena prima e la chiusura delle scuole hanno “addolcito” alcune importanti questioni sul traffico a Terni. Ma la ripartenza e, a settembre, la riapertura delle scuole, potrebbero rimettere al centro tutte le questioni sospese.

Mat - Mobilità attiva Terni - Fiab Terni e Lab.Biciclario lanciano dunque una “proposta per la città” rilevando che “Terni al momento non sembra correre rischi di paralisi del traffico” anche se “purtroppo il trasporto pubblico risulta da anni sottoutilizzato, ma il problema apparirà certamente con il rientro a settembre e con la riapertura delle scuole. Sicuramente sarà necessario rivedere e dare più flessibilità all’orario di inizio e di fine delle lezioni e del lavoro, ma altrettanto sicuramente possono essere incentivati comportamenti virtuosi, come recarsi a scuola o in ufficio a piedi o in bicicletta”.

Prima di entrare nella fase tecnica, il dossier evidenzia alcune premesse. “Terni presentava già una situazione insostenibile prima della pandemia: inquinamento record con alto tasso di patologie ad esso collegate, blocchi del traffico, una delle più alte percentuali di possesso di automobili (70 ogni 100 abitanti), utilizzo dell’auto anche per piccoli e piccolissimi spostamenti, scarso utilizzo di mezzi ecologici e del trasporto pubblico, strade poco o per nulla sicure”.

“Ma Terni – spiegano le associazioni - ha anche delle importanti opportunità: dimensioni contenute (tutto il centro è un’ellisse con gli assi lunghi 1 e 1,5 km), è pianeggiante, ha strade larghe, ha delle piste ciclabili ed altre sono in progetto. Non pretendiamo tutti i cittadini in bicicletta o a piedi, ma vorremmo strade senza utenti ‘privilegiati’, che diventino luoghi di attenzione e di condivisione”.

Obiettivo che può essere raggiunto attraverso alcune azioni. “Noi crediamo che per rendere più vivibile, sicuro ed accessibile il centro cittadino sia opportuno, nella zona interna all’anello viario che lo circonda, ridurre la velocità degli autoveicoli a 30 chilometri orari. Questo è un passaggio fondamentale per superare concettualmente l’idea che ciclabili e altri mezzi alternativi debbano avere una sede stradale tutta loro per circolare in sicurezza. La velocità degli spostamenti in auto non ne risentirebbe in nessun modo dato che la media delle auto in città è di 14 km/h”.

Si creerebbe così una trasformazione delle strade che così “dovrebbero esprimere il concetto di ‘living street’: un grande, vivibile spazio condiviso tra auto, ciclisti e pedoni in cui tutti, a partire dai nostri studenti, possano muoversi in sicurezza. In questo contesto riteniamo superabile la diatriba stancante della ztl sì o no, in quanto un centro più vivibile e accogliente diventa anche più attraente”.

“Naturalmente, i vantaggi delle strade a velocità ridotta sono auspicabili anche nelle aree residenziali (...). Dove sono state adottate misure di riduzione della velocità, sia in Italia che all’estero, si riscontra un aumento del valore degli immobili di almeno il 10%”.

Il dossier ipotizza poi la realizzazione di una ‘rete di mobilità di emergenza’ (Rma) ossia piste ciclabili individuate con segnaletica orizzontale e verticale, sulle strade principali e di quartiere che collegano il centro con le periferie e che “potrebbero costituire il collegamento tra le varie ciclabili esistenti e in progetto, realizzando finalmente una ciclabilità omogenea, organica e collegata in tutta la città”.

Gli assi considerati per la realizzazione della Rme a Terni collegano gli spezzoni di ciclabili realizzati o in fase di realizzazione in modo da costituire un anello tutt’intorno al centro e collegare i quartieri residenziali e i poli produttivi ternani (Maratta, Acciaieria). Sono state prese in considerazione strade molto larghe (via Curio Dentato, via Di Vittorio, viale Brin, via Tito Oro Nobili, via Borsi) dove spesso la corsia di lato viene utilizzata per la sosta selvaggia, oppure dove eliminando una fila di parcheggio si ottiene lo spazio per la ciclabile. Complessivamente, lo studio ipotizza una Rme di circa 9,5 km per un costo di 76mila euro (circa 8mila euro a km).

superciclabile-2Il progetto suggerisce poi la realizzazione di una “superciclabile” che permetterà di collegare in modo diretto la stazione di Ponte Le Cave - nei pressi del Class Hotel - con la stazione di Cardeto davanti al polo di servizi di via Bramante. “La realizzazione avverrà tramite la stesura di un manto di gomma riciclata dal recupero di pneumatici, che non copre i binari e che permette comunque il passaggio dei treni. I costi stimati oscillano per questo primo tratto di poco più di mille metri tra 150 e 300mila euro”.

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