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Martedì, 23 Aprile 2024
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Sii, la rivolta dei Comuni: via l'ad Iolanda Papalini

I soci pubblici non votano il bilancio senza garanzie sul rimborso dei canoni di concessione, l'assemblea non conferma due dei propri rappresentanti nel cda. Sullo sfondo gli accordi tra il Comune di Terni e la multiutility romana

Sii, la rivolta dei Comuni: via l'ad Papalini. La parte pubblica del Servizio idrico si muove per la prima volta compatta e lascia il cerino al socio privato Umbriadue - controllata da Acea - che si ritrova ad approvare da solo il bilancio consuntivo 2017 e a dover cambiare due dei tre rappresentanti nel cda "tagliando" anche l'amministratrice delegata Iolanda Papalini.

Colpi a sorpresa nell'ultima assemblea dei soci del Sii andata in scena mercoledì all'hotel Garden dopo i continui rinvii delle ultime settimane. I soci dovevano innanzitutto ratificare i tre nuovi membri di parte privata che dal giorno della loro nomina per cooptazione da parte di Umbriadue non erano ancora stati confermati. E qui è avvenuta la prima sorpresa poiché - a fronte dell'astenzione dei soci pubblici, i Comuni della provincia, Asm e Aman - il socio privato ha deciso di non confermarne l'amministratrice delegata Iolanda Papalini e il consigliere Sandro Cecili sostituendoli con Patrizia Vasta ed Aldo Tei. Resta invece Tiziana Bonfiglio che ora potrebbe essere nominata come nuovo ad nel corso del cda già programmato per sabato 15 dicembre. 

Resta invariata la parte pubblica del cda anche se - soprattutto dal Comune di Terni - sarebbe stato richiesto un passo indietro ai consiglieri viste anche le decisioni del socio privato e nell'ottica di un complessivo rinnovamento del cda. 

Ma il socio privato si è trovato da solo anche nell'approvare successivamente il bilancio consuntivo 2017 - chiuso con un attivo di 600mila euro - visto che al momento del voto tutti i rappresentanti della parte pubblica si sono alzati e hanno lasciato l'assemblea. Una decisione scaturita a fronte delle mancate garanzie da parte di Umbriadue rispetto al rimborso dei canoni di concessione ai Comuni, circa 12 milioni di euro. Un'assenza che, in termini di legge, potrebbe consentire ora ai soci pubblici anche di impugnare il bilancio. Intanto, come fanno notare dal Comune di Terni, la mossa unitaria di tutta la parte pubblica, codice civile alla mano un "comportamento concludente" farebbe configurare il Sii come società a controllo pubblico nella diatriba aperta da palazzo Spada con Acea.

E la mancata conferma della Papalini sarebbe da ricondurre proprio nell'ambito del chiacchierato accordo tra il Comune di Terni e la multiutility romana e sarebbe stato interpretato come una sorta di segnale di disgelo da parte di Acea dopo le polemiche sollevate dalla riproposizione del progetto di modificare l'autorizzazione per il termovalorizzatore di Maratta per bruciare rifiuti.   

“Prendiamo atto delle decisioni assunte dall’assemblea dei soci - si limita a commentare il presidente del Sii, Stefano Puliti - e attendiamo le determinazioni del consiglio di amministrazione chiamato a completare la sostituzione dei ruoli di vertice operativi della società in base a quanto stabilito ieri per ricostituire il complesso degli organi direttivi. Pur in una fase di incertezza come quella che sta attraversando il Sii, i suoi conti risultano in ordine e configurano una società sana e attenta agli assetti finanziari ed economici, presupposti indispensabili non solo per tener fede alle normative vigenti ma per poter garantire sempre un servizio efficiente e tempestivo al cittadino, ai settori economici e a tutti i soggetti erogatori di servizi alla comunità".

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