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Trasporto disabili, nuova delibera e modifiche: opposizioni all'attacco

La giunta apporta delle modifiche alla precedente delibera di marzo, dopo i confronti con le associazioni coinvolte, il disappunto di Pd, Movimento cinque stelle e Senso Civico

Trasporto disabili si cambia, o meglio, nuove modifiche vengono apportate a seguito del confronto con le associazioni coinvolte. Confronto ma anche attività di verifica del servizio. Nello specifico l’aumento dell’importo del contributo alle famiglie dai 130 euro ai 160 euro al mese. La possibilità di auto-organizzazione del servizio mobilità presso i centri semi-residenziali e contestuale cessazione dell’obbligo di rendicontazione nel motivare le modalità di utilizzo del contributo.

Consiglieri Partito Democratico Francesco Filipponi, Valdimiro Orsini, Tiziana De Angelis

“Assistiamo all’ennesima evoluzione della telenovela del trasporto per i disabili. Invece di prendere atto che sul trasporto delle persone fisicamente e non solo in difficoltà non si può procedere con tagli drastici tesi solo a far cassa, la giunta continua a produrre atti che vanno a limitare fortemente la libertà di movimento dei disabili e a scaricare sulle loro famiglie tutto il peso del trasporto e di una vita relazionale e sociale dignitosa. Una vicenda stucchevole che dura ormai da settimane e che pure non finisce mai di stupire. L’ultima capriola è quella della delibera adottata dalla giunta il 5 giugno che dà mandato alla dirigente dei servizi sociali di alcune misure che portano, di fatto, all’annullamento del servizio di trasporto pubblico per i disabili. Con questa delibera, in sostanza, la giunta innalza da 130 a 160 il contributo alle famiglie ma assegna a loro ogni responsabilità sulla mobilità del proprio famigliare. La famiglia può infatti provvedere da sola al trasporto del disabile ai centri semiresidenziali. Si mettono così, a fronte di un incremento irrisorio del contributo comunale, le famiglie nelle condizioni di dovere operare delle scelte molto dolorose. E’ molto difficile  infatti che la famiglia possa provvedere da sola e dedicare tempo e risorse in maniera sufficiente a garantire il trasporto a centri diurni e ad eventuali esigenze del pomeriggio.  La mobilità dei disabili subirà quantomeno una dura riduzione. Una responsabilità morale e sociale per una amministrazione che sembra sempre di più interessata ai temi di facciata e di propaganda che al sostegno delle persone in difficoltà”.  

Capigruppo Luca Simonetti (Movimento 5 stelle) ed Alessandro Gentiletti (Senso civico)

“Qualcuno potrebbe dire meglio tardi che mai. In realtà pensiamo che la toppa sia peggio del buco. E questa volta la responsabilità è tutta del sindaco che continua a riporre fiducia politica verso chi ci sembra non la meriti. Dopo aver causato notevoli disagi alle persone con disabilità e alle loro famiglie, la giunta Latini ha tardivamente deciso di far saltare l'impianto originario della delibera voluta dall'assessore, addirittura formalizzando il trasporto fai da te. Gli unici cambiamenti positivi che notiamo sono l'aumento degli importi e lo sgravio delle famiglie da alcuni aggravi burocratici previsti nella delibera originaria". Specificano i consiglieri: "Continuiamo tuttavia a non capire perché mediamente altrove si spenda €1,30 a km mentre a Terni si pensa che il servizio di qualità possa essere erogato con cifre che si aggirano intorno agli € 0,80. Va inoltre compreso cosa penserà la Corte dei Conti del fatto che un servizio attualmente erogato per una determinata cifra oggi riceva una modifica in corsa che aumenta di fatto i costi per l'ente" - Il M5S e Senso civico ribadiscono: “Al centro della materia devono esserci i titolari dei diritti. Noi abbiamo sempre inteso contrastare questa delibera nell'esclusivo interesse dei titolari dei diritti e proseguiremo perché danneggia soprattutto loro e continua a farlo" Infine rivolgono un invito al sindaco: "Faccia in modo che a differenza di quanto avvenuto oggi in una riunione con alcune associazioni, i percorsi di confronto con i titolari dei diritti vedano coinvolte tutti senza esclusioni, cosi come sancito dalla delibera di agenda 22 che prevede un protocollo per gli incontri. Ciò è fondamentale perché i doveri dell'Autorità non siano concepiti come piaceri. Questa città è infatti stanca di certi atteggiamenti, esce da decenni in cui è avvenuto troppo spesso il contrario. Il sindaco attacca il passato ma quando non lo ripete fa peggio. I cambiamenti annunciati sul fronte delle politiche rivolte alle persone con disabilità non possono essere decise soltanto da lui. Devono essere il frutto della partecipazione dei destinatari. Ricordiamo che confrontarsi significa ascoltare e non notificare decisioni già prese, soprattutto quando si è dimostrato di non avere le competenze e si è già dimostrata la propensione a prendere scelte che poi si rivelano sbagliate tanto da dover essere cambiate in corsa"

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