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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Treofan, risposte subito e pressing sul Governo

Sulla situazione critica dell'azienda ternana arriva la nota della consigliera leghista Silvani: "Impegno nostro per sollecitare il Governo"

"La Treofan è una azienda rilevante per il nostro territorio e non solo. Terni, già vittima del dissesto economico della precedente Amministrazione comunale e della straordinaria negatività prodotta dal Covid-19, non  può stare a guardare la chiusura di una fabbrica potenzialmente ben funzionante". Lo dichiara la consigliera della Lega Giulia Silvani che aggiunge:
"Occorre che il Governo superi le difficoltà a convocare l’attuale proprietà e dia risposte veloci e concrete a riguardo, così come è necessario, da parte degli organi competenti, un attento controllo sulla regolarità delle dinamiche, economiche e procedurali che hanno riguardato la cessione della Treofan alla Jindal. 
Come gruppo consiliare della Lega – dichiara ancora – presenteremo un articolato atto di indirizzo che impegna l’Amministrazione Comunale, oltre che a sollecitare governo e organi di controllo,  a creare in forza con la Regione una vera opposizione perché la Treofan continui ad operare a  Terni, assicurando occupazione a 142 dipendenti e a un indotto rilevante. 
Nell’atto che abbiamo redatto abbiamo ricostruito la storia recente dell’azienda.
La Treofan affonda le sue radici nel gruppo Montecatini poi Montedison, nasce nel 2002 dalla fusione di Moplefan e Trespafan (azienda tedesca produttrice di film prolipropilenico), fusione realizzata da una società israeliana (Door) e da una finanziaria americana (Goldman Sachs).
I problemi dei siti italiani Treofan nascono nel momento in cui vengono travolti dalla politica industriale di Carlo De Benedetti che sacrifica scelleratamente le aziende italiane. Nel 2018 la Treofan (Brindisi, Terni e Battipaglia) viene ceduta al gruppo indiano Jindal per la cifra irrisoria di 500.000 euro.
Nel 2018 i macchinari del sito dismesso di Battipaglia, acquistati con contributi della regione Campania ed in parte dello Stato italiano, sono stati destinati all’Olanda, al Belgio, all’India, a Brindisi ed a Terni viene assegnata soltanto una taglierina di piccole dimensioni”.
“Ad oggi – conclude Giulia Silvani -  gli ordini commerciali di Terni, seppur il sito non abbia assolutamente calo di domanda, vengono dirottati negli altri stabilimenti ed inoltre, a Terni, non viene fornito un piano strategico neanche minimo. Una situazione intollerabile che appunto richiede massima attenzione affinchè la nostra città e il suo tessuto produttivo non siano ulteriormente mortificati”. 
 

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