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Tulipano, il sogno della Terni da bere finisce all’asta. Ma nessuno lo vuole

Il simbolo della città dell’Acciaio che scommetteva su università e turismo appassisce in un fascicolo del tribunale di Terni. Per comprarlo servono poco più di 5,5 milioni di euro, deserta anche la seconda asta | LE IMMAGINI DEL GRANDE INCOMPIUTO

La storia del Tulipano comincia il 13 ottobre del 1976. Mentre il governo italiano tira la cinghia per provare a fronteggiare l’austerità (su le tasse, blocco della scala mobile, abolizione di alcune festività come l’Epifania, san Giuseppe o l’Ascensione) la città dell’acciaio sfida la crisi e a Palazzo Spada viene firmata la convenzione tra il Comune di Terni e la società Tulipano srl per “l’utilizzazione di un’area per attrezzature turistico ricettive in località Ponte Le Cave”, facendo così seguito alla deliberazione di giunta municipale numero 24 del 30 luglio 1975. A luglio del 1978 arrivano le prime concessioni edilizie e ad agosto del 1979 (il 28) avviene il piazzamento del fabbricato.

Il progetto

L’idea è imponente come la struttura che dovrà vedere la luce. Un grattacielo che però, invece di slanciarsi verso l'alto, resterà coi piedi per terra. Troppo.
Ventuno piani fuoriterra, per una superficie complessiva di oltre 25.500 metri quadrati, attorno ai quali nel tempo si è ammassato di tutto: dalla prospettiva di accogliere gli studenti libici che sarebbero venuti in città per studio, fino alle ombre di Mafia capitale che da Roma si sono allungate fino alla sonnecchiante Umbria.

La storia

Nel 1980 cominciano i problemi e i costruttori chiedono la prima proroga: servono 5 anni in più per portare a termine i lavori. Di richieste così, ce ne saranno decine tra varianti, altre proroghe, agibilità parziali. Fino all’ultimo atto: la S.c.i.a. (segnalazione certificata di inizio attività) del 10 marzo 2017 che arriva però quando la proprietà dell’immobile è passata alla Immobiliare Sirio srl di Roma, uno dei satelliti della galassia immobiliare della famiglia Pulcini – toccata dalla cronaca politica-finanziaria che scuote il Paese dal crack del Banco di Napoli all’affittopoli romana - e sul destino del Tulipano, oggi “Le Terrazze”, è stato ormai chiamato a decidere il giudice Natalia Giubilei del Tribunale di Terni, che ha mandato tutto all’asta dopo l’esecuzione forzata promossa dalla tedesca Aareal Bank Ag, a seguito del mutuo ipotecario di 16.840.000 euro che la Sirio avrebbe dovuto restituire in 5 cinque, stipulato il 12 novembre 2017.

Tulipano, il grande incompiuto

Il tribunale

La seconda asta era in programma l’11 luglio, dopo un primo tentativo andato deserto ad aprile. Il prezzo è sceso dagli iniziali 7,5 agli attuali 5,5 milioni. A nuovo, il complesso, di milioni ne varrebbe almeno 20: ci sarebbero negozi, appartamenti, magazzini, terrazze e almeno 200 parcheggi. In realtà, del sogno che sbocciava nella Terni a metà dei Settanta oggi rimane solo uno scheletro. Imperterrito ma abbandonato. Che - almeno al momento - nessuno vuole: è andato deserto anche il secondo tentativo di vendita.

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