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Il viadotto di Toano fa paura, il Comune scrive all’Anas: garantire la sicurezza

Caduti “pezzi significativi di calcestruzzo”, la lettera dell’assessorato ai lavori pubblici: l’infrastruttura desta preoccupazione. Sollecitata anche la riapertura della Terni-Rieti ai carichi pesanti

Sono passati tre mesi dal crollo del ponte Morandi di Genova e dall’allarme che, in generale, ha investito ponti e viadotti su tutto il territorio nazionale. A destare preoccupazione è ora il viadotto Toano dal quale “si sono distaccati pezzi significativi di calcestruzzo di copriferro”. Per questo l’amministrazione comunale ha scritto ad Anas chiedendo verifiche sulle condizioni di sicurezza dell’infrastruttura.

Palazzo Spada parla di “preoccupazione” ricordando che “tali cadute, già verificatesi in passato, continuano a ripetersi” e che “l’importante infrastruttura sovrasta a diversi metri di altezza zone abitate ed intensamente frequentate”.

“I distacchi – è scritto nella lettera che l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche ha inviato all’area compartimentale dell’Umbria di Anas - rivelano evidenti e diffusi fenomeni ossidativi a carico delle barre d’armatura del cemento armato della struttura”. Per questo Palazzo Spada chiede di “inviare con estrema urgenza una nota di conferma della sicurezza statica dell’infrastruttura in questione, non solo nei confronti di fenomeni di collasso generalizzato, ma anche riguardo a distacchi parziali o solo corticali che, considerata l’altezza del viadotto e la sua ubicazione, possono in ogni caso cagionare gravi danni alla cittadinanza”. Anas dovrà dunque “attivare azioni di controllo sistematico e/o interventi manutentivi sull’infrastruttura che ne assicurino la piena sicurezza” e, nel caso in cui “tali iniziative fossero già state poste in essere” comunicare all’amministrazione i risultati.

La lettera affronta una ulteriore questione, ossia quella della “limitazione di carico sulle rampe di accesso alla Terni-Rieti (SS 79 bis) in località San Carlo che impedisce ai mezzi in uscita dalle vicine acciaierie (che ordinariamente hanno massa di circa 100 tonnellate) di accedere alla limitrofa viabilità nazionale”. Limitazione che impone ai tir di “percorrere tragitti cittadini del tutto inadeguati per i volumi e le dimensioni di tali carichi con continui rischi ed ostacoli per la viabilità cittadina. Per tali ragioni – scrive Melasecche - si torna a sollecitare una urgente soluzione delle problematiche tecniche che al momento impediscono il transito dei mezzi pesanti sulla vicina SS 79 bis e di conoscere la tempistica prevista per la definitiva revoca delle limitazioni di carico al momento vigente”.

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