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Vittorio Sgarbi sul Verdi:"Più che un teatro un cinema porno"; la risposta di Leonardo Latini

Il professore ha dichiarato:“Terni è una città che non vuole il teatro” mentre il primo cittadino ribadito che il percorso intrapreso è quello corretto

Terni è una città che non vuole il teatro”. Le parole sono di Vittorio Sgarbi che non è nuovo a interventi dedicati al restyling del Verdi. Questa volta il commento lo ha fatto a ‘Domenica in’, parlando con la conduttrice Mara Venier. Il critico d’arte ieri si trovava a Terni per prendere parte a un convegno organizzato dall’associazione culturale Magna Grecia Viva sul tema “L’abbattimento delle frontiere ideologiche e la lotta ai pregiudizi” che si è svolto nella sede dell’Arpa. E anche in quella sede il professor Sgarbi è entrato a gamba tesa sulla questione del teatro cittadino. “E’ impensabile andare avanti con il progetto del cinema-teatro del dopoguerra. Ho avuto modo di vedere dei bozzetti e mi sembra più un cinema porno che un teatro, Non riesco a comprendere perché la Soprintendenza si ostini a sostenere, a differenza di quanto sta accadendo in molte altre città italiane come Rimini”. Sgarbi, nel sostenere il progetto Poletti, ha quindi rivolto un appello all’amministrazione comunale e alla cittadinanza affinché difendano il loro teatro. La trasmissione della Venier ieri affrontava la questione del maltempo sull’Italia, parlando con Sgarbi dei danni che hanno coinvolto Venezia.

Il professore ha sottolineato la sua presenza a Terni, inserendo l’argomento del teatro Verdi e della diatriba che da anni divide i ‘polettiani’ da chi invece vorrebbe un teatro, per così dire, più moderno. “Terni vuole distruggere un grande teatro”, ha tuonato in diretta. Una vicenda che però sembra ormai chiusa dal momento che il Comune, tramite la Giunta, ha dato il via libera al progetto preliminare, il cosiddetto ‘metaprogetto’ di restauro che tiene conto del vincolo della Soprintendenza e che ha sollevato una serie di polemiche. Un vincolo, però, che di fatto è ‘intoccabile’ e a cui, chi vincerà il bando, dovrà per forza di cose adeguarsi.

E a mettere ‘il bollo’ finale su tutto ci pensa il primo cittadino Leonardo Latini con una nota inviata quasi a replica all’illustre professore: “Il percorso intrapreso per il Verdi è quello giusto, il progetto è valido e di alto livello: ora ci sarà il concorso”. Venerdì scorso sindaco e assessore Melasecche accompagnati dai dirigenti e tecnici comunali si sono recati in Soprintendenza per un ulteriore, definitivo incontro con la dirigente Marìca Mercalli. “È stato ripercorso tutto l’iter fin qui seguito – spiega il sindaco -. È stato ribadito il verdetto con cui si auspica il mantenimento del complesso con le trasformazioni subìte nel tempo, evitando falsificazioni e limitando l’intervento a una rifunzionalizzazione che assicuri la conservazione delle parti originarie (la struttura della galleria, ndr) e il miglioramento tecnico funzionale e architettonico delle restanti parti. In conseguenza, non viene ritenuto opportuno il prospettato tentativo di ripristino della ‘facies ottocentesca del teatro’ per la parte degli allestimenti interni alla sala spettatori e dei palchi laterali”. La vicenda dunque appare chiara: “Adesso – rimarca Latini – si andrà al concorso di progettazione esecutivo di alto livello che dovrà tener conto delle prescrizioni date presentando modifiche migliorative al progetto di massima già presentato”. Quanto alla rigidità del vincolo che elimina qualsiasi possibilità di ritorno a un teatro all’italiana, non più esistente da oltre settanta anni, è stato ribadito che ciò è possibile “solo in rari casi in cui emergano nuovi studi, come ad esempio l’attribuzione di un quadro al Caravaggio, questo è l’esempio che è stato fatto, tali da far rimuovere le ragioni che lo avevano motivato. Non è questo il nostro caso” chiude secco Latini.

Le polemiche sui posti. “Il Verdi post bellico ristrutturato dal Lucioli - precisano sindaco e assessore Melasecche - contava circa 900 posti, non tutti comodamente fruibili in condizioni migliori di acustica e visibilità ma che le cogenti normative successivamente intervenute in tema di sicurezza, vie di fuga, avevano ridotto il numero negli ultimi anni a circa 750, numero che adesso si intende riportare a circa 826. Non sono di certo poche decine di posti in più o in meno a determinare il successo di una struttura. Vogliamo restituire alla città il teatro Verdi nel più breve tempo possibile. Fin dai prossimi mesi verrà pertanto indetto il concorso per poi procedere fin dal prossimo anno al primo appalto per il primo stralcio in relazione ai fondi disponibili il cui finanziamento non si intende perdere”.

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