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Cronaca

Scuola e virus, le ipotesi: nessuna riapertura, esami “soft” e da settembre ancora didattica a distanza

Il ministro Azzolina in televisione da Fazio: studenti in classe quando non ci saranno più rischi. Le critiche di Alessandrini (Lega): il mondo della scuola ha il diritto di essere considerato nei luoghi opportuni

L’ipotesi che giorno dopo giorno sembra essere più concreta è che la scuola non riaprirà. “Non è il ministro dell’istruzione decidere quando una emergenza finirà o meno. Fino a quando non ci sarà sicurezza per tornare in classe, non si ritornerà”, ha detto ieri sera alla trasmissione Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio il ministro Lucia Azzolina. Aggiungendo che “gli studenti e il personale scolastico torneranno in classe quando non ci saranno più rischi”.

Tradotto, questo significa che è probabile che la data ventilata del 18 maggio sarà destinata a slittare, tanto più che forse non avrebbe senso riaprire le scuole per due o tre settimane. Tutto dipende dai dati relativi all’evoluzione della diffusione del Covid19, ma è verosimile che per questo 2020 l’anno scolastico sia finito qui.

E gli esami? Anche per questo argomento, il ministro Azzolina ha illustrato diversi scenari. Nel caso di un ritorno in classe, l’esame di maturità si svolgerà con una commissione composta da cinque o sei professori (tutti interni all’istituto) e un commissario esterno che dovranno valutare gli studenti sulla base di due prove: l’esame di italiano, uguale per tutti, e una prova scritta specifica per ogni istituto superiore.
Se invece le scuole dovessero restare chiuse, allora la prova consisterà in una valutazione orale: un colloquio tra studente e professori. Tutti promossi? “Il percorso scolastico dura cinque anni e la valutazione si basa su quanto fatto dagli alunni in questo periodo di tempo, non solo da febbraio ad oggi”.

Ipotesi in campo anche per gli esami di terza media. Qui la soluzione sembra più semplice: il test di valutazione si baserà su un elaborato prodotto dall’alunno che sarà verificato dai professori, senza la necessità di altri esami scritti.

L’intervista video è stata anche occasione per fare il punto sulla didattica a distanza. “Il Paese può essere orgoglioso e fiero del personale scolastico”, dice il ministro, anticipando che oggi – 6 aprile – il consiglio dei ministri comincerà anche ad affrontare la possibilità che il prossimo settembre l’emergenza Coronavirus non sia finita e che dunque sia necessario tenere ancora le scuole chiuse. Condizione che imporrà di rafforzare la didattica a distanza anche perché, vista la situazione di molte scuole e la presenza della famigerate “classi pollaio”, sarà complicato riuscire, eventualmente, a garantire la giusta distanza tra studenti, docenti e personale scolastico.

Valeria Alessandrini_scuola cesiSulle dichiarazioni del ministro Azzolina e soprattutto sulle modalità “televisive” con cui queste sono state rilasciate, interviene la neosenatrice ternana della Lega, Valeria Alessandrini. Che giudica “assurdo” il fatto che il ministro abbia preferito un programma televisivo piuttosto che il parlamento della Repubblica per dare queste importanti informazioni. “Il mondo della scuola ha il sacrosanto diritto di essere considerato nella sua interezza, nei luoghi opportuni. Si inizi a rispettare il valore dell’istituzione scuola”.  

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