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Cronaca

Droga nascosta nei boschi e spacciata in tutta l’Umbria: condannata la banda

I proventi investiti nell’acquisto di alberghi e resort sulle coste albanesi. Assistenza legale e soldi per le spese per chi veniva arrestato e “premio fedeltà” in denaro. Per chi perdeva il carico, la minaccia del taglio delle orecchie

Condanne fino a 10 anni di carcere, 150 chili di stupefacenti spacciati nel corso del tempo, 11 quelli sequestrati dalla polizia e confisca di 280mila euro. È la conclusione, in tribunale, dell’operazione della squadra mobile di Perugia, diretta da Gianluca Bogliano, che a dicembre del 2022 ha portato a individuare 15 componenti, prevalentemente albanesi, di un presunto sodalizio che era in grado di immettere sul mercato 20 chili di cocaina al mese.

I poliziotti avevano seguito gli appartenenti al gruppo nelle campagne di Spoleto, per accertare le operazioni illecite che si svolgevano nei boschi, dove avevano nascosto la droga, per prelevarla e poi ripartire. Seguendo le tracce lasciate nella vegetazione, avevano individuato dove la terra era appena stata scavata per nascondere la droga, che era stata rimossa e la buca ricoperta. Scoperti gli ammanchi di droga, si legge nelle intercettazioni, gli affiliati al gruppo, parlando tra di loro ipotizzavano che a rubare il carico fosse stato “il diavolo”.

L’organizzazione, secondo l’accusa, era strutturata in modo verticistico con gerarchie e ruoli ben precisi, dall’approvvigionamento della droga attraverso canali internazionali alla vendita al dettaglio nelle tante piazze di spaccio controllate: Foligno e Spoleto, poi Terni e Perugia, Cattolica, Macerata. Nel mezzo, chi si sarebbe occupato del confezionamento, chi si sarebbe occupato della vendita al dettaglio con un particolare: secondo gli investigatori, la droga sarebbe arrivata già in dosi, in buste chiuse con il numero degli involucri contenuti. Con tanto di controlli e contabilità ferrea. E chi perdeva il carico doveva pagare, altrimenti “ti taglio le orecchie”.

Il gruppo è stato sorvegliato tramite “molteplici servizi sul territorio, con appostamenti e pedinamenti, ma anche con attività di tipo tecnico quali monitoraggi con Gps, telecamere di sorveglianza e con intercettazioni telefoniche ed ambientali dei veicoli utilizzati dagli indagati” e nel corso dell’indagine sono state arrestate in flagranza 22 persone, sequestrati circa 9 chilogrammi di cocaina, 2 di eroina, 2 pistole con 139 proiettili, 4 autovetture e circa 13mila euro in contanti.

L’organizzazione, per l’accusa, “poteva contare su considerevoli risorse economiche e collaboratori esterni, provvedeva anche alla logistica; con base operativa nei territori di Foligno e Spoleto, forniva a tutti i componenti – oltre che droga già confezionata e pronta per la vendita – anche telefoni cellulari, auto fittiziamente intestate a terze persone, nonché abitazioni”. Corrieri e spacciatori cambiavano spesso, in modo da non essere identificati e, in caso di arresto, l’organizzazione provvedeva a fornire loro assistenza legale e, una volta usciti dal carcere, il denaro per far fronte alle spese e come ricompensa per la fedeltà.

I proventi illeciti, stimati in diversi milioni di euro, sarebbero stati reinvestiti, oltre che in attività commerciali in Umbria, anche in Albania e in particolare in attività ricettive site nelle località balneari più rinomate.

Sette degli arrestati sono stati condannati a pene che variano da 4 anni e 8 mesi fino a 10 anni (per i due ritenuti gli organizzatori e i capi del gruppo criminale) con il rito abbreviato, mentre gli altri otto imputati hanno scelto il rito ordinario davanti al collegio.

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