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Cronaca

Mamma arrestata per le violenze sulla figlia, il giudice: bimba concepita solo per essere abusata

Gli sviluppi dell’indagine che ha portato in cella due donne, una di Terni e l’altra di Reggio Emilia, e un uomo residente nel Grossetano. L’ordinanza del gip svela l’orrore, le immagini shock su gruppi WhatsApp e Telegram

L’orrore. La storia che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, Agnese DI Girolamo, ricostruisce nell’ordinanza che ha portato in carcere due donne e un uomo, ha dei contorni mostruosi.

Scrive infatti il giudice che da una chat tra la mamma residente a Terni e il suo compagno, un quarantenne grossetano, emergerebbe “come assolutamente verosimile” che la gravidanza dalla quale poi è nata una delle due bambine vittime di abusi sessuali, entrambi minori di dieci anni, sia stata voluta “con il preciso intento di realizzare le fantasie sessuali condivise”.

Parole pesanti come macigni che hanno svelato una vicenda orribile secondo la quale le due donne – oltre alla ternana, in manette è finita anche una mamma residente a Reggio Emilia – avrebbero abusato sessualmente delle figlie fin dai primi anni di vita, filmando le violenze per poi diffondere il materiale attraverso chat su WhatsApp e Telegram. L’unico destinatario del materiale sarebbe stato il quarantenne, arrestato nell’agosto del 2019 sempre dalla polizia postale di Firenze con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico.

È da quella indagine che ha preso il via il filone dell’inchiesta sfociato poi nell’arresto delle due donne. Secondo quanto accertato dagli investigatori, l’uomo avrebbe abusato della figlia in almeno tre occasioni. Gli episodi sarebbero avvenuti sempre con la complicità della madre della piccola, che gli avrebbe anche inviato un vademecum per adescare minorenni e, su sua richiesta, gli avrebbe inviato più volte per Whatsapp foto a carattere pedopornografico della bambina.

La stessa cosa avrebbe fatto la donna residente a Reggio Emilia, che gli avrebbe inviato immagini degli abusi da lei stessa commessi verso sua figlia, in cambio di poche centinaia di euro.

Ieri mattina le due bambine sono state affidate ai servizi sociali e portate in luoghi sicuri. “Finalmente - commenta la dirigente della Polposta Toscana, Barbara Strappato - le due bambine sono al sicuro”.

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