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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

A Terni girano troppi soldi in contante, “alto rischio” di infiltrazioni criminali e riciclaggio

Il rapporto dell’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Sotto la lente anche le “opacità” nelle organizzazioni delle imprese

I numeri, in assoluto, restituiscono un quadro da rischio “medio alto”. Quindi, anche l’Umbria non è più – da tempo – un’isola felice, ancora esistono degli anticorpi che possono funzionare da scudo agli assalti che la criminalità organizzata fa al sistema economico-finanziario del territorio. Infiltrazioni e riciclaggio possono esserci, insomma, ma non a livelli da allarme rosso. Ci sono però un paio di indicatori che “destano preoccupazione” e che dunque vanno tenuti sotto stretta osservazione.

La Camera di commercio dell’Umbria ha analizzato il rapporto 2022 realizzato dall’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia sulle “operazioni sospette” che, nel corso dello scorso anno, fanno registrare un “balzo” in avanti: +11,4%, ossia un altro massimo storico delle segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’Uif (155.426, con un aumento appunto dell’11,4%). “Un’ampia maggioranza di segnalazioni – rileva la Camera di commercio dell’Umbria - proviene come di consueto dal sistema bancario e finanziario, con un accresciuto contributo dei prestatori di servizi di gioco e degli operatori non finanziari. Dal 2018 al 2022 le segnalazioni di operazioni sospette sono cresciute da 98.030 a 155.426, con un incremento cumulato del 58,5%, dimostrando la profondità del fenomeno criminale ma anche una crescente capacità dello Stato di effettuare l’opera di contrasto”.

Così in Italia

Le segnalazioni di operazioni sospette ricevute nel 2022, in linea con gli anni precedenti, sono per la quasi totalità riconducibili a ipotesi di riciclaggio (99,8% del totale), a fronte di un numero limitato di quelle relative al finanziamento del terrorismo, in flessione del 41,0%. Pur aumentando, rimane residuale il numero delle segnalazioni sospette riconducibili al finanziamento dei programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa, passate da 8 unità nel 2021 a 16 nel 2022. La distribuzione territoriale delle segnalazioni non registra elementi di sostanziale novità, confermando il primato della Lombardia per valore assoluto, con un’incidenza del 17,8% sul totale, seguita dal Lazio (12,4%) e dalla Campania (11,8%). In rapporto alla popolazione residente, invece, il maggior contributo in termini di collaborazione attiva proviene, nell’ordine, da Lazio, Campania e Lombardia.

Focus Umbria

Per l’Umbria, il rapporto di Bankitalia evidenzia 1.283 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, in crescita (+71, +5,5%) rispetto al 2021, meno del +11,4% del dato nazionale). E le 1.283 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette in Umbria rappresentano lo 0,9% del totale nazionale, quindi meno del peso del Pil della regione (1,4% circa) e meno anche del peso della popolazione umbra sul totale italiano (1,4% circa).

“La regione, quindi, sul fronte delle operazioni finanziarie sospette (che sono tra le principali spie dell’infiltrazione criminale nell’economia), pur non essendo più da tempo un’isola felice – dice la Camera di commercio - non presenta situazioni di particolare rilevanza. Ma ci sono due indicatori che potrebbero mettere in discussione questa interpretazione”.

Per quanto riguarda le cosiddette comunicazioni oggettive (quelle, cioè, che emergono da elementi oggettivi di sospetto, utilizzando i dati InfoCamere, come i sotto-indicatori che misurano l’opacità lungo dimensioni diverse: l’opacità negli assetti proprietari, nella struttura di governance e in altre

caratteristiche societarie) è posizionata nel terzo dei quattro quartili – quindi in una posizione medio-alta – per importi relativi al Pil della regione. “In altre parole, meno comunicazioni di operazioni sospette ma di importo più elevato, almeno in rapporto al Pil dell’Umbria”.

“L’altro elemento di criticità per la regione è il ricorso al contante e le anomalie nell’uso del contante. Se nel ricorso al contante l’Umbria è posizionata nella fascia medio-alta di rischio, nelle anomalie dell’uso del contante la regione si posiziona per una parte (calibrata grosso modo sul Perugino) nella fascia medio-alta e per un’altra (che comprende parte della Ternano) nella fascia alta di rischio”.

Il commento

“La Camera di commercio dell’Umbria, e tutto il sistema camerale, sono in prima fila per garantire un’economia trasparente e concorrenziale, con imprese che nascano e si sviluppino in maniera sana. Non esiste per nessun Paese, per nessuna regione, per nessun territorio, una reale crescita socio-economica quando il sistema è condizionato da infiltrazioni criminali e, comunque, anche quando c’è un sistema dove l’illegalità è diffusa allargando le sue metastasi che distruggono la concorrenza, la competitività, le imprese sane e la coesione sociale. L’Umbria, in base a quanto emerge dal rapporto 2022 dell’Uif, presenta da questi punti di vista una situazione complessiva migliore della media nazionale, ma con alcuni punti di criticità che non vanno sottovalutati e su cui occorre stringere i freni con decisione prima che la situazione si aggravi”, dice Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria.

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