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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

San Valentino, Piemontese: giovani in fuga, burocrazia e ambiente sono i mali di Terni

Pontificale del vescovo in cattedrale: degrado strisciante che si insinua nel territorio e nel corpo sociale. Appello ai laici: siate lievito nella politica

Sacro e profano sono diventati tutt’uno nel solenne pontificale pronunciato stamattina dal vescovo di Terni, Narni e Amelia, monsignor Giuseppe Piemontese, in occasione della celebrazione per la festa di San Valentino in una gremita cattedrale, alla presenza dei sacerdoti della diocesi, del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Paolo De Biagi, del presidente della Regione Catiuscia Marini, il presidente della Provincia Giampiero Lattanzi, del questore Antonino Messineo, delle autorità militari regionali, provinciali e cittadine, dei sindaci dei Comuni della diocesi, dei fedeli ternani e delle associazioni e movimenti della diocesi e animata dal coro diocesano diretto da don Sergio Rossini.

“Anche oggi nella nostra città – ha detto il presule nella sua omelia - Valentino indica e propone al vescovo, ma anche a chi è rivestito di autorità, ai governanti, l’amore per il popolo nello stile del buon pastore e non del mercenario, che opera solo per interesse. E anche il popolo sa riconoscere la voce dei veri pastori che lo amano, quelli che ne riconoscono i bisogni, le circondano di cure, di calore e di tenerezza.

Facendo riferimento alla situazione della città di Terni e ad un degrado strisciante “come una malattia in alcune parti del suo territorio e del corpo sociale, che corre il rischio di uno stato di cronicità e di assuefazione irreversibile”, il vescovo ha indicato alcune priorità e attenzioni ad alcune emergenze perché si dia vigore ad una nuova speranza: “il sostegno e la cura di una cultura, già patrimonio della nostra gente, della pacifica convivenza, della solidarietà, del rispetto delle persone, della accoglienza, della integrazione civile, sociale della partecipazione di tutti al bene comune, con il riconoscimento di diritti e doveri; la preoccupazione per un inverno demografico foriero di sterilità generalizzata e dell’avvento di una società di vecchi. La disoccupazione, specie quella giovanile tende ad accelerare tale fenomeno perché spinge i giovani ad emigrare. Le statistiche parlano di numeri importanti di giovani che dalla nostra Provincia hanno lasciato la nostra terra. Non possiamo assistere ad un fenomeno migratorio al contrario delle forze più valide e innovatrici dei nostri territori. E ancora la lentezza, della burocrazia e della macchina amministrativa, che a volte si traduce in vero e proprio ostruzionismo, quasi una persecuzione, che scoraggia, a livello nazionale e locale l’avvio di ogni progetto di impresa e di sviluppo della collettività, con mortificazioni in termini di slancio umano, e di perdite di risorse finanziarie, accantonate con immani sacrifici e svanite per la lentezza e la pigrizia burocratica; il problema dell’ambiente nella nostra città, al centro di un dibattito aspro e ricorrente, non può essere trattato con termini prudenti. La qualità dell’aria, la messa in sicurezza delle discariche, il monitoraggio delle malattie respiratorie e tumorali, la cultura ecologica richiedono un supplemento di attenzione da parte di amministratori, politici, forze di polizia, cittadini, imprenditori. Nel giro per le parrocchie si è presi dallo sconforto nel vedere giardini e parchi cittadini in stato di abbandono, dove il vandalismo e la stoltezza di gruppi ristretti di nuovi barbari completa la devastazione”.

Piemontese ha poi rivolto parole di esortazione ai laici cristiani “per un impegno a svolgere la missione di lievito nella società, di impegno politico. A cento anni della sua pubblicazione, il manifesto di don Sturzo, ‘l’appello a tutti gli uomini liberi e forti’, può essere l’ispirazione anche per la realtà odierna”.

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