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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Ast, tagli agli “amministrativi” e investimenti sull’ambiente: ecco il piano industriale

Incontro al ministero dello Sviluppo economico, confermate le anticipazioni della vigilia: giù la produzione di acciaio, “il numero dei dipendenti potrà passare dai 2.369 attuali a 2.300”. I dettagli

Le anticipazioni dei mesi e delle settimane scorse adesso sono su carta: Ast ha presentato in una riunione al ministero per lo sviluppo economico – alla presenza delle organizzazioni sindacali - i dettagli del piano industriale per il prossimo biennio di viale Brin. E il documento conferma ciò che – in parte – già si sapeva: tagli al personale, riduzione della produzione industriale e investimenti sull’ambiente. Ecco i dettagli.

Lo spettro che viene dalla Cina

La “spina dorsale” del documento si sviluppa attorno al mercato internazionale di riferimento.  
“L’attuale contesto dei mercati nazionali ed internazionali in cui opera Ast denota un quadro di riferimento connotato da elevata instabilità e da una sempre maggiore competizione a livello globale. Il principale elemento di destabilizzazione – sintetizza il piano industriale Ast - è costituito dai dazi americani sull’acciaio che, a partire dalla seconda metà del 2018, hanno determinato una marcata e sempre più crescente aggressività dei competitor asiatici sul mercato europeo, sia in termini di volumi destinati al nostro continente che sui prezzi. In particolare, le importazioni dall’Indonesia risultano aumentate in modo esponenziale rispetto al periodo precedente. In tale scenario si registra la necessità di realizzare un significativo miglioramento in termini di produttività, efficienza e qualità, oltre ad attuare alcune misure mirate al contenimento dei costi”.

La produzione

Sul fronte degli investimenti, Ast ipotizza una cifra prossima ai 57 milioni di investimenti, di cui 30 nel 2019. Viene inoltre definito un “volume di produzione minimo, compatibilmente con l’andamento dei mercati, pari a 940mila tonnellate annue di acciaio liquido per il biennio”, tra le 70 e le 80mila in meno rispetto agli attuali livelli produttivi. “Inoltre sarà realizzato un incremento della capacità produttiva di laminato a freddo pari al 6% all’anno che sarà ottenuto mediante l’incremento della produttività, il miglioramento della qualità, misurata in termini di riduzione del deviato ed investimenti mirati sul miglioramento delle prestazioni degli impianti”.

Il personale

Incremento della produttività e contenimento dei costi saranno perseguiti attraverso “interventi di robotizzazione e digitalizzazione dei processi aziendali, così come potranno essere attuate operazioni di esternalizzazione di fasi di processo non strategici, su scala contenuta. Per effetto di tali interventi, il numero di dipendenti potrà passare dai 2.369 attuali a 2.300. La riduzione del personale dipendente con contratto a tempo indeterminato riguarderà principalmente il personale impiegatizio ed indiretto di produzione. Saranno favorite ed agevolate, ove possibile, anche riconversioni di personale, ad oggi indiretti, in diretti di produzione”.

Scorie ed “emissioni fuggitive”

Grazie al progetto di riciclo delle scorie – che dovrebbe essere operativo entro il prossimo anno – “Ast sarà la prima società in Italia a realizzare il trattamento e il riciclo dei residui generati dal processo di produzione dell’acciaio inox (residui che sono pari a circa il 25-30% dell’acciaio prodotto). Il progetto prevede la realizzazione di investimenti complessivi compresi tra un minimo di 57 milioni ed un massimo di 65 milioni. Il contratto prevede l’obbligo di recuperare, entro cinque anni, un quantitativo minimo pari al 25% delle scorie prodotte da destinare prevalentemente ad impieghi nel settore delle costruzioni (aggregati per fondi e rilevati stradali, calcestruzzo, asfalto)”. Ast ha inoltre in cantiere un piano di riduzione delle cosiddette “emissioni fuggitive”, ossia quelle che in determinate condizioni di marcia degli impianti non vengono completamente captate dai sistemi di aspirazione ed abbattimento e che quindi possono disperdersi all’interno o all’esterno dei capannoni. Per questo progetto, l’acciaieria prevede di investire 10 milioni di euro.

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