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Economia

Ast, futuro a orologeria. Thyssen: sito non strategico. Marini: lo è per Terni

Tavolo al Mise sul futuro di viale Brin. Le rassicurazioni dell’azienda non placano le incertezze. La presidente della Regione: tanti interrogativi. Il Comune di Terni: profonda preoccupazione. Le perplessità dei sindacati

Se bastassero i numeri, il futuro dell’Ast sarebbe luminoso: un milione di tonnellate di acciaio prodotte nell’anno economico 2017-2018 e 190 milioni di investimenti nell’ultimo quadriennio invece dei 170 preventivati. A volte però i numeri non bastano, soprattutto quando sono accompagnati da parole tutt’altro che sufficienti a scacciare i nuvoloni neri che, dalla Conca, ieri si sono spostati a Roma, sopra al ministero dello sviluppo economico.

Chi c’era.  E chi non c’era

Attorno al tavolo con le istituzioni locali – la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e il vicesindaco di Terni, Andrea Giuli – e i sindacati nazionali e territoriali, si sono seduti alcuni parlamentari (i senatori Stefano Lucidi, M5S, e Leonardo Grimani, Pd, e gli onorevoli Raffaele Nevi, FI, e Virginio Caparvi, Lega) ed una rappresentanza tecnica di Thyssen Krupp: il capo delle relazioni esterne Peter Sauer e la collega della divisione Materials, Kerstin Göcke, oltre all’amministratore delegato di viale Brin, Massimiliano Burelli.
Non c’era il ministro dello sviluppo economico, il vicepremier Luigi Di Maio, sostituito dal capo di gabinetto del Mise, Giorgio Sorial, e dal responsabile dell’ufficio vertenze del Mise, Giampietro Castano.

L’azienda: “Ast non è in vendita”

Il pragmatismo tedesco ha fatto snocciolare a Sauer le informazioni che potevano sembrare salienti. “Ast non è strategica per Thyssen Krupp, ma non intendiamo vendere. Per cui, le voci su una cessione non vanno alimentate”. E poi i numeri già accennati. Concetti che, molto sinteticamente, avrebbero dovuto rasserenare gli animi e convincere un po’ tutti a tornare a casa. Ma così non è stato. Nemmeno dopo che Burelli ha rimarcato che l’azienda ha “raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, aumentando le spedizioni e migliorando le consegne al cliente finale”. Tk, insomma, ha fatto la sua parte. Semmai, se c’è qualcuno che ha la coda di paglia, si tratta delle istituzioni, locali e nazionali.

Marini: “Ast strategica per Terni, l’Umbria e io Paese”

“Quella di oggi è stata una riunione che, oltre ad essere segnata dall’assenza completa del Governo, non ha sciolto gli interrogativi circa il futuro di Ast.  Thyssen Krupp, infatti, presente con il responsabile delle relazioni esterne, ha ribadito la non strategicità di Ast per la multinazionale e ha affermato che non ci sono in atto procedura di vendita. Ma al di là di ciò non è stata possibile alcuna concreta interlocuzione sul futuro di Ast che se per Tk non è strategica, lo è invece per Terni, l’Umbria e tutto il Paese”, commenta Marini al termine dell’incontro. “Non sono accettabili ipotesi al ribasso o di ridimensionamento della struttura produttiva del sito di Terni. È necessario sapere in quale ottica si muove la strategia nazionale sull’acciaio e per questo serve una interlocuzione politica con la proprietà di TK. Nel caso di cessione del sito – ha aggiunto la presidente - serve conoscere il soggetto industriale, il piano di sviluppo, le strategie e le prospettive di una azienda che per capacità tecnologiche e competenze professionali si colloca su un piano di eccellenza nel panorama della produzione di acciai speciali”.

Il Comune di Terni: dall’azienda parole ambigue

“Pur comprendendo - affermano il sindaco di Terni Leonardo Latini e il vicesindaco Andrea Giuli – le ragioni della attuale prudenza dialettica degli esponenti della Tk e anche prendendo atto delle buone performances economiche prodotte dal sito di viale Brin, grazie alla determinazione del management e alla perizia e al sacrificio dei lavoratori, non possiamo non esprimere una profonda preoccupazione per la sorte di uno stabilimento fondamentale per Terni, per la regione e pure per il Paese. E non possiamo non rilevare nelle parole, magari necessitate, del management tedesco una ambiguità affatto tranquillizzante circa le reali prospettive di Ast, nel momento in cui lo stesso management afferma simultaneamente che il sito ternano non è più centrale né strategico per il gruppo ma che nessuna intenzione di vendita effettiva è alle viste. Crediamo che sia necessario il momento della chiarezza, della verità e delle assunzioni di responsabilità, per evitare di dover gestire sul territorio situazioni complicate e complesse come già avvenuto in un recente passato”.

Nevi (FI): “Di Maio fantasma”

“La dichiarazione fatta da Sauer - commenta il deputato azzurro Raffaele Nevi - rispetto alla non strategicità di Ast per il gruppo tedesco pur non essendo una novità, ci preoccupa molto anche se è stata collegata all’altra dichiarazione in cui hanno affermato che per il momento l’azienda non è in vendita. Per quanto attiene alla posizione di Forza Italia essa non cambia di una virgola. Al di là della vicenda della vendita, occorre costruire immediatamente un nuovo patto che contenga elementi di garanzia anche sul versante ambientale di cui il fantasma Di Maio deve occuparsi in prima persona altrimenti il rischio, per noi altissimo, è che fra qualche tempo ci si trovi davanti a scelte già fatte e con una azienda molto indebolita”.

Fismic Confsal: “Trasformare Ast in un sito strategico”

“Si devono creare le condizioni per trasformare Ast in un sito di interesse strategico nazionale. Per ottenere ciò serve un confronto ferrato con i vertici di Thyssen Krupp, il Governo e le istituzioni locali teso a valorizzare il sito nella sua integrità sia in termini produttivi che occupazionali. Dopo il sofferto accordo del 2014 e i sacrifici dei lavoratori - dicono il segretario nazionale di Fismic Confsal, Marco Roselli, il segretario provinciale Giovacchino Olimpieri e Marco Bruni coordinatore della Rsu Fismic - Ast ha ripreso a fare utili e, per smentire ogni voce che crea preoccupazione, bisognerebbe passare dalle parole ai fatti non asserendo a vendite, ma a piani industriali e discussioni sul nuovo integrativo aziendale. Riteniamo fondamentale un pieno coinvolgimento del Governo per assicurare una prospettiva al sito ternano. Qualora cambiassero le intenzioni aziendali sulla vendita, per la Fismic Confsal sarebbe dirimente il coinvolgimento di nuovi solidi soggetti industriali che siano in grado di valorizzare le potenzialità per la produzione di acciaio speciale inox, fondamentale per il nostro sistema manifatturiero. Riteniamo importante quanto dichiarato dalla presidente della Regione Umbria nell’aver trasmesso al ministro Di Maio, in data odierna, il dossier relativo alla possibilità di usufruire dei benefici dell’amianto anche per il sito ternano oltre i termini in essere. Come Fismic Confsal, rivendichiamo la nostra lotta nella difesa di un diritto (riconosciuto in tutti i siti italiani) che ci ha visto protagonisti nella raccolta di oltre 2mila firme depositate nel novembre 2017 al ministero del lavoro e che oggi sembrano poter portare ad un risultato positivo importante per i lavoratori”. 

Fim Cisl: “Aprire subito un tavolo di confronto col ministero”

“L’incertezza emersa dal tavolo continua a non fare chiarezza sul futuro di Ast rispetto alle preoccupazioni che ci hanno portato alla richiesta dell’incontro odierno. Vista la situazione – dicono il coordinatore nazionale di Fim Cisl, Raffaele Apetino, e il segretario regionale Simone Liti - riteniamo urgente chiarire in tempi brevi le questioni sopra dette per garantire una prospettiva di lavoro del sito di Terni e delle sue produzioni. Serve per questo, aprire subito un tavolo di confronto al ministero con la presenza delle istituzioni e del ministro Di Maio per dare certezza di continuità alle produzioni di acciai speciali a Terni”.

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