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Fase due, in Umbria si riparte così: test a tutti i lavoratori ogni due settimane e termoscanner all’ingresso in azienda

Regione, associazioni di categoria e sindacati trovano l’accordo su cinque punti “fondamentali”. Formazione e dispositivi di sicurezza per “contenere il più possibile i contagi”

Il conto alla rovescia è entrato nella sua fase finale. Al netto di imprevisti – ma non impossibili – ribaltoni, il 4 maggio dovrebbero cominciare ad allentarsi i “lacci” del blocco innescato dall’emergenza Coronavirus. E l’Umbria ha cominciato già da qualche settimana ad elaborare delle strategie per intraprendere la “fase due” nel migliore dei modi possibili.

Parti sociali, Cgil Cisl e Uil, Confindustria, Confartigianato, Cna, Camera di commercio e la presidente della giunta regionale Donatella Tesei, ieri si sono ritrovati attorno ad un tavolo – virtuale - per discutere le modalità attuative della ripartenza.

Sono stati condivisi cinque punti fondamentali per l’attuazione della “fase due” nei luoghi di lavoro: formazione e dispositivi di protezione individuali per tutti; test sierologici al riavvio delle attività con verifica periodica quindicinale; misurazione quotidiana della temperatura all’inizio del lavoro; modalità organizzative che consentano il distanziamento personale durante le attività lavorative, all’entrata, negli spogliatoi e nelle mense o locali comuni; accordo sindacale aziendale e/o territoriale.

“Nel valutare positivamente l’andamento dei contagi nella nostra regione, sottolineando lo straordinario lavoro portato avanti dal nostro sistema sanitario pubblico, abbiamo ribadito e condiviso con gli altri attori sociali che la priorità, anche per la seconda fase, sarà quella di contenere il più possibile i contagi nella nostra regione”, spiegano i segretari di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini. “Per fare questo - continuano - è necessario stabilire una programmazione della ripresa delle attività produttive in piena sicurezza e nel rispetto dei nuovi accordi nazionali tra le parti sociali”.

“Tutti i soggetti presenti hanno condiviso queste linee guida e si sono ovviamente resi disponibili a garantire la loro attuazione in tutte le attività produttive regionali - continuano Sgalla, Manzotti e Bendini - Con le associazioni artigiane e del commercio abbiamo già fissato per la prossima settimana riunioni specifiche, per determinare anche attraverso gli enti bilaterali il percorso per le intese provinciali e territoriali. Abbiamo altresì sollecitato Confindustria a fissare un confronto per definire analoghe procedure da attuarsi nelle aziende di sua competenza”.

“Infine - concludono i tre segretari - come Cgil, Cisl e Uil abbiamo chiesto di determinare con il massimo rigore le funzioni di controllo e le sanzioni per coloro che non rispetteranno i protocolli e gli accordi sindacali”.

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