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Economia

Crisi economica in Umbria: numeri impietosi e preoccupanti per richieste di cassa integrazione, indennità autonomi e Naspi

L’analisi della filiale di Perugia della Banca d’Italia che ha preso in esame le prestazioni a sostegno del reddito durante il periodo di emergenza sanitaria. Il rapporto sull’economia dell’Umbria

A partire dal mese di marzo, per fronteggiare alla crisi economica derivata dall’emergenza sanitaria, il Governo ha adottato una serie di misure a sostegno del reddito mediante una serie di strumenti ed istituti. Ad esempio il ricorso alla cassa integrazione, estesa eccezionalmente a tutte le imprese, e il blocco dei licenziamenti hanno mitigato l’impatto della crisi sul lavoro dipendente. Per agevolare la prosecuzione dei rapporti a termine, il decreto “rilancio” ha sospeso l’obbligo di apposizione di una causale che ne giustifichi la proroga oltre i dodici mesi.

Le misure ed i dati dell’Umbria

Secondo i dati forniti nel primo quadrimestre nel 2020 sono state autorizzate circa 12,8 milioni di ore di cassa integrazione, un valore di quasi otto volte superiore a quello registrato nel periodo medesimo del 2019. La prevalenza assoluta è derivata dalla causale ‘emergenza sanitaria Coronavirus’. Sono stati inoltre assegnati 42,6 milioni di euro per la cassa in deroga a favore dei dipendenti non coperti dagli strumenti ordinari (circa 40.000 soggetti). L'agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, al 5 giugno individua un ulteriore indicatore: sono state autorizzate le domande presentate da oltre 8.000 aziende, per un totale di circa 24.000 lavoratori beneficiari.

Il decreto “cura Italia” ha introdotto per il mese di marzo un’indennità di 600 euro a favore di alcune tipologie di lavoratori autonomi e di altre categorie coperte solo parzialmente dagli ammortizzatori sociali. Al 22 maggio risultano accolte circa 61.000 domande, per un importo complessivo di oltre 36 milioni di euro, quasi il 90 per cento delle quali proveniente da partite IVA e lavoratori autonomi. Il numero di sussidi in proporzione alla popolazione tra i 15 e i 70 anni è superiore alla media italiana e a quella del centro. I beneficiari sono in maggioranza uomini e soggetti nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni.

Tra il primo marzo e il 9 maggio le domande di prestazione delle indennità di disoccupazione sono aumentate del 44% rispetto allo stesso periodo del 2019 e più che nella media nazionale (40%). In un contesto di scarse prospettive occupazionali il decreto “rilancio” ha esteso la durata del sussidio per tutti coloro che ne hanno terminato il godimento a marzo o ad aprile. Ai lavoratori dipendenti domestici, stagionali, intermittenti o in somministrazione, che potrebbero avere un accesso limitato alla prestazione a causa della frammentarietà delle carriere, sono destinati sussidi di importo e durata variabili.

Non beneficiano di alcuna forma di tutela i lavoratori irregolari, che secondo le stime più recenti dell’Istat nel 2017 in Umbria erano circa 48.000. Il tasso di irregolarità era pari al 13,1%, valore analogo a quello medio nazionale.

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