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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

La crisi spaventa e i ternani mettono i soldi in banca: i depositi superano i 4 miliardi di euro

Per la prima volta i risparmi superano i prestiti, i dati della Banca d’Italia. Ma l’indebitamento medio sfiora i 30mila euro per una rata mensile prossima a 300 euro

Per la prima volta da anni, alla fine del 2019 il monte complessivo dei depositi bancari in provincia di Terni ha superato la quota totale di prestiti. Un successo di misura, ma che spiega bene come quanto ancora l’incubo della recessione sia intenso. E che anticipa quanto poi – con molta – probabilità – è accaduto durante l’emergenza Covid19.

L’ultimo rapporto della Banca d’Italia sulle economie regionali mette in evidenza questo significativo aspetto legato a depositi, prestiti e titoli a custodia.

Nei 407 sportelli bancari (che sono diminuiti di circa 200 unità negli ultimi dieci anni) sono depositati 4.005.000 di euro. Si tratta della quota più consistente rilevata negli ultimi due anni: nel 2007 i risparmi ammontavano a poco meno di 3,8 miliardi, un valore simile a quello del 2018. E che rispecchia un trend che si ripete anche in provincia di Perugia. Il Perugino, però, è più "ricco": da 12,2 miliardi del 2017 a 12,8 del 2019.

Trend in discesa invece per i prestiti. Se nel 2017 l'esposizione complessiva in provincia di Terni era di 4,4 miliardi, nel 2019 questa quota è scesa a poco meno di 3,8 miliardi. Scesa la quota dei prestiti anche nel Perugino da 16 a 14 miliardi, ma l'esposizione resta più alta dei risparmi.

Sempre in tema di prestiti, il 40,7% dei ternani ha “crediti attivi” e deve fare conti con una rata media mensile che sfiora i 300 euro (297 euro) per fare fronte ad un indebitamento medio prossimo ai 30mila euro pro-capite.

La mappa del credito elaborata da Mister Credit per conto di Crif, società di informazioni creditizie, fornisce una fotografia dei principali indicatori relativi all’utilizzo del credito rateale da parte dei consumatori.

Gli ultimi dati disponibili fanno riferimento al primo semestre del 2019. E dicono, ad esempio, che il 44,8% delle operazioni è relativo a “prestiti finalizzati”, il 35% a “prestiti personali” e il 20% a mutui.

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