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Economia

Ast, piano al ribasso. Sindacati insoddisfatti

A Roma l'incontro con l'ad Burelli che ha illustrato le linee dei prossimi due anni condizionate dal mercato e dalla concorrenza asiatica: taglio alle produzioni a caldo, la forza lavoro passerà da 2.400 a 2.300 persone, 40 milioni di investimenti

Un piano industriale al ribasso. Tagli alla produzione a caldo e alla forza lavoro nei prossimi due anni, questi i tratti salienti del piano industriale dell'Ast di Terni illustrato nel pomeriggio alle segreterie nazionali e territoriali dei sindacati dei metalmeccanici nel corso di un incontro a Roma. Un confronto deludente per i sindacati che si attendevano risposte diverse dopo l'annuncio di Thyssen Krupp che le acciaierie ternane erano tornate improvvisamente "core business" per la multinazionale tedesca.

Le cifre

Il piano industriale presentato avrà una durata di due anni e, come ha spiegato lo stesso Burelli, non può essere altrimenti visto il tempo che la Thyssen Krupp si è data per condurre in porto la fusione con Tata e portare a termine la divisione tra le due nuove società Materials e Industrials. La produzione a caldo subirà una flessione dal milione di tonnellate attuali a circa 940mila. Questo, avrebbe spiegato l'amministratore delegato, poiché la concorrenza che arriva dall'Indonesia e dal mercato asiatico sta influendo in maniera pesante sui prezzi tanto che già oggi vengono venduti prodotti finiti a un prezzo sottocosto rispetto a quello di produzione da parte di Ast. Stime al ribasso anche per la produzione di freddi (-10%) e black (-40%) con la forza lavoro che complessivamente nell'arco di due anni dovrebbe passare dalle 2.400 unità dell'accordo del 4 dicembre 2014 a 2.300 attraverso la terziarizzazione e l'automazione di alcuni servizi. E per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro la parola d'ordine sarà flessibilità con turni, straordinari e spostamenti che saranno legati alle tipologie di produzioni e ai tempi di consegna. Sul fronte degli investimenti invece non più di 40 milioni di euro nel biennio con Burelli che avrebbe nuovamente sottolineato il mancato rispetto degli impegni presi dalla Regione nel 2014. 

Sindacati insoddisfatti

Gelida la reazione dei sindacati che giudicano l'incontro "non soddisfacente e interlocutorio". "Su occupazione, volumi produttivi e investimenti - dicono congiuntamente Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e rsu - l'amministratore delegato ha indicato nel prossimo biennio una sostanziale riduzione legata principalmente al contesto difficile di mercato europeo e mondiale. Inoltre, non è stato possibile approfondire i dati consuntivi e preventivi di bilancio causa il 'periodo di silenzio' che durerà fino al 21 novembre prossimo. Registriamo - prosegueono - rispetto alle dichiarazioni aziendali di una ritrovata 'strategicità' delle linee guida non coerenti all’annuncio fatto. Inoltre non c’è un piano di sviluppo e rilancio delle ex società controllate, ma più in generale manca un progetto preciso sugli aspetti produttivi e di mercato dei prodotti inox".

In programma ora un nuovo incontro per il 30 novembre sempre a Roma, occasione in cui i sindacati - che avvieranno assemblee con i lavoratori - auspicano "ci sia un conseguente e coerente cambio di passo verso un progetto industriale sostenibile" mentre il 6 dicembre il confronto si sposterà a Terni per l’avvio della discussione della piattaforma di secondo livello che dia risposte ai lavoratori che hanno fino ad oggi fatto sacrifici".

Gambardella (Uilm): piano da migliorare 

“Riteniamo positiva la riconfermata strategicità di Ast Terni nella nuova Divisione Materials AG di Thyssenkrupp da parte del management di Ast ma occorre migliorare il piano industriale che invece, deve rappresentare un percorso da migliorare nel tempo fino alla conclusione della riorganizzazione del gruppo tedesco prevista per la fine del 2020”, commenta Guglielmo Gambardella, funzionario nazionale Uilm responsabile del settore.

“Abbiamo chiesto al management di Ast – dice Gambardella – di considerare le previsioni di investimento dichiarate oggi, pari a 20 milioni annui, le previsioni di volumi di acciaio colato, di poco al di sotto il milione di tonnellate annue, e l’occupazione di circa 2.300 lavoratori, punti di partenza di uno sviluppo tutto da costruire attraverso il confronto costante con le organizzazioni sindacali e le Rsu di sito. Abbiamo sfidato l’azienda a individuare interventi e scelte strategiche che innalzino obiettivi e risultati oggi rappresentati in prospettiva di un quadro di mercato in evoluzione”, aggiunge.

Un tavolo sulla siderurgia

Intanto il consiglio comunale ha approvato all'unanimità un atto di indirizzo presentato dal capogruppo di FdI, Orlando Masselli, che impegna il sindaco Latini nella convocazione a Terni "di un grande tavolo che affronti i temi della siderurgia nazionale alla luce delle dinamiche in corso, proprio partendo dal ruolo insostituibile che devono svolgere siti di eccellenza ,fortemente integrati e specializzati come quello di Terni tra i più avanzati in Europa in materia di acciai speciali".

"L'approvazione unanime - commenta Masselli - testimonia il fatto che il futuro della più grande industria umbra è nel cuore e nei pensieri di tutti i consiglieri comunali di Terni, che voglio ringraziare per la sensibilità e lo spirito unitario dimostrati.  L’atto di indirizzo impegna l’amministrazione a chiedere al Governo la definizione di una nuova strategia nazionale sull’acciaio che abbia forza per essere considerata sui tavoli dell’Unione Europea. Una rinnovata azione politica verso la multinazionale per delineare i vari scenari possibili, sia nell’ipotesi della cessione del sito, con tutte le garanzie del caso, sia nell’ipotesi del suo mantenimento a Terni. Con l’atto si chiede anche la convocazione di un tavolo allargato alla partecipazione delle diverse istituzioni, delle organizzazioni sindacali e datoriali, dove sviluppare i temi della siderurgia riaffermando la strategicità dello stabilimento di Terni quale sito di eccellenza nel panorama produttivo nazionale, per riconsegnare ad esso un ruolo non più subalterno ma centrale nelle dinamiche virtuose della siderurgia anche a livello globale”.

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