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ThyssenKrupp da i numeri: "Ast asset non strategico"

La multinazionale tedesca ha diffuso i dati del terzo trimestre, il ceo Kerkhoff: "Risultati non soddisfacenti". Per viale Brin utili in calo "ma ancora ad alto livello"

"Asset non strategico". C'è un riquadro rosso ben evidenziato alla voce Acciai Speciali Terni che si trova sul rapporto finanziario del terzo trimestre diffuso oggi da ThyssenKrupp. Niente di nuovo visto che da tempo la multinazionale tedesca ha "scaricato" il settore dell'inox e con esso le acciaierie di Terni messe in vendita, almeno a parole, in uno degli ultimi interventi pubblici dell'ormai ex ceo di Tk, Hiesinger.

Tra le pagine dense di numeri del report trimestrale solo poche righe dedicata ad Ast nell'analisi dei risultati e delle prospettive della divisione Materials Services di cui fa parte lo stabilimento di viale Brin. Per Ast, si legge, si prevedono "utili in calo rispetto all'anno precedente ma ancora ad alto livello grazie alla crescita redditizia di business dei consumatori finali e miglioramenti delle prestazioni operative". Anche se in realtà dalle voci che trapelano dall'azienda da fonti sindacali i risultati attesi a fine anno sarebbero pari se non superiori a quelli del 2017 vale a dire circa 87 milioni di euro.

Ma essendo un asset non strategico e per giunta sul mercato, Ast appare oggi l'ultimo dei pensieri dei vertici e degli azionisti di ThyssenKrupp alle prese con una delle peggiori crisi degli ultimi anni dopo l'addio di Hiesinger e le dimissioni del presidente del comitato di sorveglianza Lehmer. "Inutile indorare la pillola, il risultato finale è che non siamo soddisfatti dei risultati attuali", ha detto il ceo Guido Kerkhoff  illustrando i risultati del terzo trimestre, chiuso con una perdita di 131 milioni di euro, e gli obiettivi futuri della multinazionale che dal 2011 a oggi ha visto svalutare le sue azioni in Borsa del 31%. 

Kerkhoff, che è stato nominato temporaneamente come sostituto di Hiesinger, ha affermato che tutte le attività di Thyssenkrupp dovevano migliorare in modo significativo e ha fissato gli obiettivi per il 2020/21 che includono un margine di almeno il 13% per il settore degli ascensori, rispetto al 12% dell'anno scorso, e un margine di oltre il 7% per il settore automobilistico, rispetto al 5. Entro il 2020/21 i costi aziendali, che sono stati al centro delle critiche agli azionisti, dovrebbero scendere significativamente sotto i 400 milioni di euro dai 535 milioni dello scorso anno.

Proprio alcuni dei più importanti azionisti, Cevian ed Elliott, hanno ribadito la necessità di un piano di ristrutturazione più efficace e di ridurre la complessa struttura della società. Ma Kerkhoff, assecondando le richieste dell'azionista di maggioranza, la Fondazione Krupp, che non vuole lo "spezzatino" - secondo quanto riporta la Reuters - ha escluso che la società potrebbe essere suddivisa, aggiungendo di avere un chiaro mandato per sviluppare il gruppo con tutte le sue attività".

Intanto dal Mise nessuna novità riguardo alla richiesta fatta nei giorni scorsi dalla governatrice Marini di estendere l'invito al tavolo convocato per il prossimo 13 settembre anche ai vertici della multinazionale tedesca. Che sono, evidentemente, in ben altre faccende affaccendati. 

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