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Regionali Umbria 2019

Elezioni regionali, intervista a Stefano Bucaioni: “Manifesto Family Day? Reazionario...”

Il presidente di Omphalos: assurdo che partiti come Forza Italia possano avallare certe posizioni che rischiano di far tornare l’Umbria indietro di decenni

Dopo quella al leader del movimento profamily Massimo Gandolfini, pubblichiamo l’intervista a Stefano Bucaioni, tra i vertici del circolo Omphalos di Perugia, da sempre in prima linea per i diritti civili e le battaglie Lgbti.

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Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos, il Family Day sbarca a Perugia a pochi giorni dalle elezioni regionali per far firmare il loro manifesto valoriale. Il centrodestra schiera i tre leader Meloni, Berlusconi e Salvini. Cosa contestate a questo movimento? Sia a livello di valori che di politica...

“Più che un manifesto valoriale si tratta di un manifesto reazionario quello messo insieme dal cosiddetto movimento del Family Day, che tra l’altro ha ricevuto aspre critiche anche dalla stessa Chiesa. Questi soggetti sono fondamentalisti ed estremisti religiosi e, sebbene non mi stupisca la posizione di Lega e di Fratelli d’Italia, trovo invece assurdo che partiti come Forza Italia o movimenti civici candidati con la coalizione di centrodestra, possano avallare certe posizioni. Il manifesto e gli impegni che vi sono contenuti, oltre ad essere contrari a qualsiasi orientamento e direttiva europea in tema di diritti, rischiano di far tornare l’Umbria indietro di decenni. Chiedere l’abrogazione di una legge che combatte le discriminazioni, omofobia e transfobia, significa avallare comportamenti di odio e alimentare paura e disuguaglianze. Chiedere il riconoscimento e il sostegno della sola famiglia ‘naturale’ (come la chiamano loro) significa sovvertire i progressi ottenuti dalle unioni civili e dalle sentenze delle corti in Italia e in Europa che hanno già ampiamente stabilito che anche le coppie formate da persone dello stesso sesso sono famiglie”.

Gandolfini, da noi intervistato, ha ribadito che i tre cardini del Family Day sono “famiglia, vita, libertà educativa”. Il vostro modello di società qual è? E cosa chiedete al futuro Governatore dell’Umbria?

La grande differenza tra il movimento del Family Day e il movimento LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, trans* e intersex) per i diritti civili è che il primo vuole limitare i diritti e imporre un modello di società a tutti. O la pensi come loro o sei relegato ai margini della società. Noi invece non vogliamo imporre nulla a nessuno, chiediamo che diritti, autodeterminazione e libera di scelta siano garantiti a tutti. Poi se fai parte del Family Day o hai quel tipo di ideale di vita, nessuno ti obbligherà a sposarti con una persona del tuo stesso sesso, continuerai a fare la tua vita, ma senza aver tolto ad altri la possibilità di essere felici, mi sembra banale. Sulla libertà educativa stenderei un velo pietoso, quello che chiedono questi movimenti reazionari è che la scuola non si occupi di combattere le discriminazioni e fare di tutto affinché i nostri giovani e le nostre giovani non finiscano pestati o insultati perché lesbiche, gay o transessuali. Quindi se hai una famiglia che ti farà costantemente sentire in colpa perché sei gay o ti riempie di botte perché lesbica, quella sarà l’unica educazione che riceverai e la scuola si volterà dall’altra parte. Belle richieste, complimenti”.

Quando sentite dire, o leggete, l’accusa di dominio “dell’ideologia pro gender...”, cosa rispondete?

“Quello che abbiamo sempre risposto e cioè che non esiste nessuna ‘ideologia o teoria gender’. Questo concetto è stato creato ad arte dall’estrema destra religiosa fondendo le definizioni di ‘gender studies’ e ‘queertheory’. Il risultato è una presunta ‘gender theory’, che però, al di fuori di questo contesto, non esiste, e non è mai stata teorizzata da nessuno. È tutta una grande montatura per creare un mostro contro il quale combattere, per spaventare genitori, insegnanti e dirigenti. Lo stesso ministero dell’Istruzione è dovuto più volte intervenire smentendo l’esistenza di questa fantomatica teoria e affermando che nell’ambito delle competenze che gli alunni devono acquisire, fondamentale aspetto riveste l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione, e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione”.

Anche nel mondo Lgbti ci sono posizioni differenti sull’utero in affitto che in Italia non è legale. Ma ci sono coppie anche in Umbria che all’estero accedono a questa pratica. Favorevoli o contrari?

“Attorno a questo argomento si è creato tanto rumore e tanta disinformazione, utilizzandolo faziosamente ogni volta che si parla di diritti per la comunità LGBTI, anche quando (il più delle volte) non c’entra proprio niente. La gestazione per altri, come viene chiamata in tutto il resto del mondo, solo noi ci inventiamo termini dispregiativi come ‘utero in affitto’ per creare mostri, è una pratica legale in tanti Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Inghilterra, l’Australia, l’Olanda, la Danimarca, il Belgio, ecc. Si tratta di una pratica di procreazione medicalmente assistita alla quale ricorrono ormai da decenni nella stragrande maggioranza dei casi coppie eterosessuali. L’Italia come al solito non ha mai aperto una riflessione seria e una discussione serena su questo, ma preferisce, come nel caso della legge 40, fare norme oscurantiste che poi vengono puntualmente smontate pezzo per pezzo dalle Corti. Omphalos ha già espresso la sua posizione favorevole con un lungo documento che ne analizza tutti gli aspetti e che parte dal principio cardine che secondo noi dovrebbe guidare questa discussione: l’autodeterminazione della donna”.

La grande battaglia per le unioni civili ha partorito il topolino? Mi spiego meglio... sono poche, a Perugia e in Umbria, le unioni civili certificate. Perché? Cosa proponete per rafforzare questa istituto che riconosce le coppie di fatto e anche quelle Lgbti?

“Se concedere diritti alle coppie e alle persone, garantire che il proprio compagno possa visitarmi in ospedale, avere un progetto di vita comune, poter accendere un mutuo insieme, avere la pensione di reversibilità. Se vogliamo chiamare tutto questo ‘un topolino’ fate voi. A me sembra un risultato enorme che cambia la vita reale delle persone e che, ripeto, non toglie niente al resto della società. Detto questo il numero delle unioni civili in Italia è un trend in crescita, ma certo non dobbiamo scordarci che culturalmente le coppie dello stesso sesso hanno vissuto nell’invisibilità e nella clandestinità per centinaia di anni, non possiamo aspettarci che fatta la legge tutto si risolva. Il passaggio legislativo era fondamentale, con il tempo la mentalità degli italiani e delle italiane cambierà e vedremo sempre più coppie gay e lesbiche scendere le scalinate dei nostri Comuni”.

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