Al Politeama Lucioli di Terni la versione restaurata di The Dreamers di Bernardo Bertolucci
Torna in sala The Dreamers, film cult di Bernardo Bertolucci che lanciò le carriere di Louis Garrel, Eva Green e Michael Pitt. Restaurato dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata e sotto l’egida della Fondazione Bernardo Bertolucci, The Dreamers arriverà al Cinema Politeama Lucioli il 9 e 10 gennaio.
L’appuntamento in sala è alle 20.45 per l’introduzione al film a cura di Sentieri del Cinema e a seguire la proiezione.
The Dreamers è forse il film più profondamente autobiografico di Bertolucci, quello che tocca le corde del cinema come alimento e luogo di vita più reale del reale: ambientato a Parigi, nel 1968, nei mesi in cui la contestazione generale passa anche per la Cinémathèque Française, scossa dal tentativo governativo di sottrarre la cineteca al suo creatore, il film cerca di trasmettere alle generazioni odierne il senso di quella passione totalizzante per il cinema che ha guidato una generazione di giovani e ha contribuito alla loro formazione. È ancora una volta una rivisitazione, carica di affettività, dell’educazione sentimentale e del difficile passaggio delle colonne d’Ercole della giovinezza.
The Dreamers è però anche e contemporaneamente il film forse più politico e privato di Bertolucci, perché del Sessantotto coglie la forza eversiva del sogno e dell’utopia, la sola che non è stata tradita né sconfitta. I sogni come forma di anarchia, libertà controllata, resistenza a oltranza, merce preziosa e ad alto rischio in epoche di profonde trasformazioni, e ancora di più in stagioni oscure e senza giustizia come quelle in cui ci è dato vivere.
“Il film è diretto più ai giovani, che allora non c’erano. Vorrei avere una macchina del tempo – commentava il regista - per poterli condurre in quell’epoca. Io non sono interessato ai film prettamente storici: volevo, piuttosto, dare vita a un contagio e dire ai ragazzi di oggi che, se era giusto ribellarsi allora, lo è anche adesso. Nel film, la politica viene dopo la libertà e il sesso perché il ’68 non era solo politica. Prima di tutto, nel ’68 c’erano tante emozioni: un mix di cinema, sesso, rock’n’roll…”.
La versione proposta è quella originale sottotitolata.