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Emergenza Coronavirus, alloggi in agriturismo e b&b per il personale sanitario a rischio

Allerta “zone grigie”, 60 posti letto a Città di Castello. Sotto la lente anche i pazienti “clinicamente guariti” ma ancora a rischio contagio: le strategie della Regione

Ci sono i positivi al Covid19. E poi c’è quella che viene definita come “zona grigia”, dentro la quale il rischio di contagio è ampio e che potrebbe incrementare i numeri della diffusione del Coronavirus in Umbria. E dentro la zona grigia, ci sono altre “popolazioni” di possibili contagiati. Per ognuno dei quali viene individuata una strategia diversa.

Una “situazione piuttosto frequente”, rilevano dalla task force regionale allestita per la gestione dell’emergenza, è quella che riguarda un paziente clinicamente guarito ma che è ancora a rischio contagio.
Per chiarezza, i pazienti clinicamente guariti sono quelli che, dopo aver presentato manifestazioni cliniche come febbre, rinite, tosse, mal di gola e, nei casi più gravi, polmonite con insufficienza respiratoria, diventa asintomatico, ossia clinicamente guarito, pur risultando ancora positivo al test per il Covid19. In questo caso, pur non essendo più necessario il ricovero, il paziente non può ritornare alla vita di comunità perché ancora con una carica virale elevata.

Ad oggi, sul territorio regionale i pazienti clinicamente guariti sono 296 (+17 rispetto alla data del 7 aprile), di cui 223 residenti nella provincia di Perugia (+19) e 73 (-2) in quella di Terni. Dai dati emerge, seppure in forma lieve, che il rischio di ricaduta può esistere. Per questa categoria di pazienti è stata perciò individuata una struttura apposita a Città di Castello.

Sessanta posti letto sono stati invece destinati a chi si trova nella specifica “zona grigia”. SI tratta di quei pazienti sintomatici per i quali non è però stato ancora diagnosticato in maniera definitiva il Covid19. La loro gestione segue principalmente due strade. La conferma della positività al Coronavirus li porta al percorso di isolamento e alle terapie necessarie. Se invece il virus non viene diagnosticato, escono dall’isolamento al quale però si è sottoposti in attesa dell’esito dei test.

Altra categoria sotto osservazione è quella dei “pazienti fragili”, in particolare gli ospiti di strutture residenziali come case di riposo o strutture per disabili, malati psichici e così via. Situazione che nel Ternano ha due criticità: una rsa a Castel Giorgio e la casa San Bernardino a Porano che ospita suore anziane. Qui sono stati riscontrati numerosi casi di positività per gli ospiti. Ogni struttura ha un suo referente che segnala l’evoluzione dell’epidemia. Nel caso in cui all’interno delle residenze non ci fosse la possibilità di isolare i pazienti in spazi riservati, il piano della Regione prevede che questi vengano spostati in strutture apposite: si tratta della rsa di Pantalla nel Comune di Todi e, in prospettiva, nell’ospedale di Amelia.

Attenzione viene poi dedicata al personale sanitario che opera nelle case di riposo. Per il quale sono stati messi a disposizione degli alloggi in agriturismo e b&b della regione dove poter vivere il tempo necessario all’emergenza, in una sorta di quarantena volontaria. Per questo personale è prevista anche l’effettuazione dei test immunologici per verificare la presenza di un eventuale contagio.

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