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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Dall’imprenditore allo sportivo, nasce la “coalizione degli innovatori”: aprire il cantiere per una nuova idea di Terni

Luca Diotallevi, presidente di Azione cattolica Terni, chiama a raccolta esponenti ternani del mondo impenditoriale, culturale, sportivo e presenta il Manifesto per una pagina nuova nella nostra storia. “Dopo la pandemia saremo diversi, possiamo ancora scegliere come"

“Vogliamo ricreare una piazza, un luogo pieno di idee e di persone per fare città. Questo è il primo passo per aprire un cantiere di progetti liberi, partendo da alcune priorità imprescindibili”.

Presenta in questo modo Luca Diotallevi, presidente di Azione cattolica Terni, l’iniziativa che si pone come obiettivo quello di creare una nuova forza propositiva per lo sviluppo e il futuro di Terni. È nato così un ‘manifesto’ a cui hanno già aderito 51 personalità ternane, nomi trasversali e provenienti da mondi diversi, dall’imprenditore allo sportivo, dall’architetto al medico. Tra questi Antonio Alunni, Alessio Foconi, Alessandro Rossi, Maria Grazia Proietti, solo per citarne alcuni. A chiamarli in causa, appunto, Diotallevi coadiuvato da chi lo ha sempre seguito e appoggiato, in primis Giuseppe Croce e Giorgio Armillei.

In una videoconferenza stampa è stato illustrato il senso dell’iniziativa che Diotallevi ha presentato come “una piccola cosa che comincia da oggi per scrivere una pagina nuova per Terni”. Oppure, quella che all’interno del documento viene definita come la “coalizione degli innovatori”.

Un manifesto “libero e senza filtri – sottolineano - a cui chiunque può aderire e dare il proprio contributo con senso di responsabilità. Temi che potrebbero essere già noti ma su cui, spiegano, è sempre mancato il dialogo e dunque la conseguente fiducia”.

manifesto ufficiale 20200423-2

Cinque i punti da cui muove il manifesto: le opportunità “di cui siamo ricchi, livelli di istruzione, risorse paesaggistiche, sicurezza, sistema sanitario, qualità urbana, imprese multinazionali, cultura manageriale della grande impresa e il saper fare manifatturiero di un vivace tessuto di micro e piccole imprese, sono beni che nell’area ternana hanno una concentrazione superiore alla media dell’Italia centrale e meridionale”. E poi gli attori primari: “Ogni singola impresa capace di mercato con radici a Terni è il bene più importante. Le multinazionali che ancora si addensano nel tessuto economico ternano non sono né ospiti indesiderati né strumenti di assistenza. A Terni – si legge nel testo - è innanzitutto il ‘pubblico’ dei governi nazionale, regionale e locale che spesso ha fallito, non il ‘privato’ delle imprese. Se, da un lato, si sono riversate risorse pubbliche ‘nelle’ imprese con la speranza di ricadute occupazionali positive, dall'altro non si è adeguatamente investito ‘per le’ imprese, valorizzando il territorio e trasformandolo in terreno fertile per il lavoro e l’intrapresa economica”.

Tra le necessità che vengono evidenziate nel manifesto, anche quella di comporre una “massa critica”. “Terni a Terni non basta. Per avere la forza di imporsi, ad ogni suo elemento servono dimensioni maggiori: quelle del suo sistema locale del lavoro, tra 150.000 e 180.000 abitanti, almeno una decina di comuni. Gli strumenti per dare all’amministrazione locale queste nuove e più adeguate dimensioni esistono già: dalla costituzione di agenzie per funzioni specializzate tra i comuni, a partire da Terni e Narni, alla creazione di un unico Comune in cui resteranno ambiti di autonomia per i singoli centri”.

C’è poi “il nodo delle connessioni. Ogni forma di connessione va rafforzata, la chiusura strutturale come quella identitaria della città sono l’anticamera della sua marginalizzazione. Dalle infrastrutture logistiche, come il corridoio Civitavecchia-Ancona e il corridoio nord dell’area metropolitana romana, a quelle digitali, dalle reti della cultura a quelle dell’istruzione e della formazione. È urgentissimo e possibile dare maggiore velocità alle infrastrutture Roma-Ancona e alla E45. 5. La varietà indispensabile. Sui banchi delle nostre scuole ogni giorno la varietà culturale ed etnica riscrive le graduatorie dei rendimenti scolastici. A Terni molti ‘primi della classe’ sono figli e figlie di famiglie immigrate dalle quali dovremmo cominciare a prendere esempio”.

Per Diotallevi, dunque, “serve una agenda, breve e strategica, non per ridurre le differenze tra noi, ma per metterle all’opera, per farle fruttare vuoi attraverso la competizione vuoi attraverso la cooperazione. È in questo modo – conclude - che aumenta la probabilità che per questi cinque gruppi di problemi prendano corpo nuovi processi e si affermino le soluzioni migliori”. Ci saranno prossimamente incontri, convegni, iniziative.

“Non stiamo creando una nuova associazione – puntualizza Croce – ma un ‘metodo’ per creare ‘relazioni civiche’ per il bene comune”.

Ecco i 51 firmatari del manifesto:

Alessandro Almadori, Antonio Alunni, Silvia Angeletti, Giorgio Armillei, Tiziana Benucci, Sonia Bertocco, Alessandro Betti, Stefano Bolletta, Alex Borrelli, Giorgio Brighi, Emanuela Buccioni, Maurizio Cipollone, Lucio Conti, Massimo Cresta, Francesco Croce, Giuseppe Croce, Daniela Di Noia, Linda Di Pietro, Luca Diotallevi, Pier Francesco Duranti, Italo Federici, Bruno Felici, Annalisa Fioretti, Antonello Fiorucci, Alessio Foconi, Mauro Franceschini, Pawel Gajewski, Maurizio Leonardi, Augusto Magliocchetti, Riccardo Marcelli, Patrizia Mecocci, Cristina Montesi, Gabriele Nardini, Francesco Neri, Luciano Neri, Stefano Pallotta, Alessio Patalocco, Ideale Piantoni, Rita Pileri, Marco Plini, Gianni Pocetta, Maria Grazia Proietti, Alessandro Rossi, Chiara Sabatini, Vera Sabatini, Marco Sciarrini, Stefano Sereni, Assem Tofeily, Alessandra Trionfetti, Andrea Tropeoli, Federico Zacaglioni.

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