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Rimpasto in giunta, la “vendetta” di Francescangeli: “Sfiduciata senza motivo e minacciata di querela”

L’ex assessore si toglie i “macigni” dalle scarpe dopo essere stata “scaricata” dall’esecutivo Latini: “Non temo perché sono nel giusto”

Altro che sassolini. Sono dei veri e propri ‘macigni’ quelli che si è tolta dalle scarpe Sara Francescangeli, ex assessore ‘silurata’ dal sindaco Latini. Fuori dalla giunta, ma anche dal consiglio comunale, lasciato dopo la nomina ad assessore. Un fiume in piena durante una conferenza stampa che l’ex assessore ha convocato per dire la sua sul maldigerito rimpasto di giunta.

“Sono stata sfiduciata – tuona – perché non mi sono piegata alle stesse logiche per combattere le quali mi ero candidata, ora un nuovo sistema ha sostituito quello vechio e allora sono orgogliosa di essere stata sfiduciata perché non mi sono piegata. Tuttavia, la sfiducia usata come regolamento di conti verso una testa libera e pensante, o verso il proprio partito, è una grave offesa alla democrazia”. Senza peli sulla lingua e parole pesanti: “Io non ho consentito che la delega al ‘personale’ fosse ‘usata’ a danno di qualcuno e a vantaggio di altri”. Tolta perché ‘scomoda’, per evitare che qualcuno ‘ci mettesse le mani’, rimarca e aggiunge: “Ho preteso che si conducessero concorsi regolari”. Parole anche sull’Asm: “Non ho votato la delibera sulla cessione delle quote Sii a un soggetto singolo perché credo si debba procedere con una gara a evidenza pubblica, così come non ho votato la delibera sull’esternalizzazione dei servizi di riscossione della Tari perché ritengo che il Comune perda il controllo delle operazioni e i fatti parlano da soli. Mi sono inoltre opposta alle ‘spese pazze’ di un Comune che è in dissesto e non si sa ora se si andrà incontro a un nuovo dissesto”.

Nessun commento dal punto di vista umano “ma – dice – è doveroso farlo da un punto di vista politico perché lo devo ai 257 elettori che mi hanno scelta e che ora rimangono senza voce, lo devo alla Lega che il 4 dicembre esprimeva soddisfazione per il lavoro dei suoi assessori Ceccotti e Francescangeli e che 26 giorni dopo ha visto dimezzata la sua presenza in giunta”.

La Lega resterà il suo partito, “nonostante il silenzio assordate”, precisa, “ho però deciso - aggiunge - di fondare un’associazione culturale apartitica chiamata ‘Associazione Terni 2023’ (anno di fine mandato dell’attuale amministrazione, ndr). In carica dal 20 agosto al 10 dicembre “quando -  spiega – era già tutto deciso: quel giorno – sottolinea – il sindaco o chi per lui ha fatto la tessera della Lega al mio successore”. E ancora: “Non sono una poltronara, non ho mai considerato la politica come un centro di collocamento. Il 4 dicembre mi era stato comunicato un cambio di deleghe, avrei dovuto avere ‘scuola e università’ ma ho manifestato subito il mio disappunto intanto perché non mi ritenevo competente e poi perché dannoso per il Comune dopo aver speso tre mesi di tempo sulle mie deleghe (personale, municipale, sicurezza, ndr)”.

Ad ascoltare in sala la Francescangeli, c’erano diversi consiglieri comunali di opposizione (Gentiletti, Angeletti e De Angelis), di Uniti per Terni (Pincardini e Orsini) e del gruppo misto (Musacchi).

Gli stessi Gentiletti e Angeletti, insieme agli altri capigruppo di minoranza Filipponi e Pasculli, hanno diffuso una nota in cui chiedono al sindaco “immediati e urgenti chiarimenti sulla gestione del personale dove, a detta dell’amministratrice revocata, vi sarebbero metodi e sistemi premiali che mal si conciliano con la buona amministrazione”. A preoccupare i consiglieri di minoranza sono anche le affermazioni della Francescangeli relative alla possibilità di un secondo dissesto, “a causa dell’utilizzo da parte di qualcuno, non meglio specificato, di risorse pubbliche per la propria visibilità. Il sindaco anche su questo – dicono – riferisca nuovamente quanto prima”.

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