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Concorsopoli, dimissioni Marini: dibattito a Palazzo Cesaroni. Voto: le ipotesi

Il consiglio regionale si riunisce il 7 maggio, entro il 22 la decisione. Pienissima estate o inverno, ecco le date per le urne. “Ma la giunta può ancora firmare le delibere”, i dubbi di De Vincenzi (Umbrianext)

La presidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, sentiti l’ufficio di presidenza e la conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari, ha fissato per martedì 7 maggio prossimo il giorno di svolgimento della seduta d’aula per la discussione delle dimissioni della presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini, formalizzate mercoledì 17 aprile.

Secondo lo Statuto regionale (art. 64, comma 3) nella ipotesi di “dimissioni volontarie non determinate da ragioni personali”, il presidente della giunta deve motivarle di fronte all’assemblea legislativa che, a maggioranza assoluta dei componenti, può invitarlo a recedere dalle dimissioni. Entro quindici giorni il presidente comunica, quindi, davanti all’assemblea se intende confermare le dimissioni o recedere dalle stesse.

La “fine” della seconda legislatura targata Marini potrebbe avvenire dunque entro il 22 maggio. Data questa che potrebbe risultare determinante in vista della convocazione delle nuove elezioni regionali. Il vicepresidente della giunta regionale – in questo caso, Fabio Paparelli – ha poi un termine di 90 giorni entro i quali convocare le urne. Le ipotesi per il voto sono, a questo punto, due. La prima, che si convochino gli elettori in pienissima estate. La seconda che, su indicazione del ministero degli interni, si indichi invece una data più prossima all’autunno visto che tra novembre e dicembre si dovranno tenere le elezioni per il rinnovo dei consigli regionali di Emilia Romagna e Calabria.

E sui tempi delle istituzioni si affollano i dubbi di Sergio De Vincenzi (gruppo misto-Umbrianext). “A che gioco stiamo giocando? Ordinaria amministrazione o ordinaria presa in giro?”, si chiede il consigliere regionale che sollecita la necessità di “convalidare lo stato dimissionario della presidente in sede di assemblea legislativa e attivare il periodo di ordinaria amministrazione, ossia un intervallo di tempo nel quale possano essere approvati solo quegli atti improrogabili per legge o derivanti da situazione di forza maggiore conseguenti ad eventi naturali” così come previsto dall’articolo 44 comma 4 dello statuto regionale. “Se non dovesse essere attivato quanto prima lo stato di ordinaria amministrazione – rileva De Vincenzi - il rischio che si corre è che questa attuale giunta, seppur decapitata, potrebbe continuare a portare in approvazione atti di loro interesse. Paradossalmente, ad oggi, nonostante le dimissioni dichiarate, la stessa Marini potrebbe firmare atti ufficiali di giunta assolutamente legittimi. In sostanza è un terremoto che ha fatto tanto clamore mediatico, ma nella sostanza il carrozzone potrebbe continuare ad andare avanti per altre settimane”.

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