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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Emergenza sanitaria, la proposta: serve un “punto Covid19” per l’Umbria del sud

Il Partito democratico: ma la struttura non deve essere inserita nell’ospedale di Terni, che sarebbe penalizzato. Condivisibile la scelta di un’area esterna al Santa Maria

La fase tre dell’epidemia da Covid19 dovrà tenere conto della possibile ripresa del virus. E dunque, la sanità non potrà farsi trovare “disarmata”.   

“Pensiamo che sia necessario e fondamentale individuare un punto Covid19 per l’Umbria del sud – scrivono in una nota il coordinamento politico, l’unione comunale e il gruppo consigliare del Partito democratico in Regione - e che questo non debba trovarsi all’interno delle struttura ospedaliera di Terni per evitare chiusure e blocchi che penalizzerebbero la vita stessa dell’ospedale ternano”.

La riflessione del Pd parte dalla constatazione che “l’Umbria non è stata travolta dallo tsunami epidemiologico come il nord Italia ed ha avuto quindi la possibilità di reggere meglio l’urto sanitario pandemico. Va sottolineato come, anche grazie alle scelte operate negli ultimi decenni, l’Umbria abbia potuto contare su ospedali di alta qualità diffusi in tutto il territorio regionale. Accanto alla rete ospedaliera regionale, è stata molto efficace ed efficiente la medicina territoriale, a partire dai medici di famiglia e pediatri, che ha svolto un ruolo decisivo nel contenimento dell’epidemia nella fase acuta”.

Merito, sostiene il Pd, anche delle “amministrazioni di centrosinistra hanno sempre investito molto sulla medicina territoriale e su un sistema sanitario regionale basato sul ruolo fondamentale del pubblico quale garanzia di un giusto rapporto con il cittadino per un pieno diritto universalistico alla salute, pur trovando relazioni con la sanità privata. Riteniamo che sia necessario ed urgente come scelta politica, rafforzare e integrare al massimo i presidi sul territorio aumentando le dotazioni finanziarie per queste attività, così come va avviato il potenziamento dei dipartimenti di prevenzione, per far fronte ad eventuali nuovi picchi di epidemia quale unico strumento per scongiurare una catastrofe sanitaria così come avvenuto in Lombardia”.

L’analisi si sposta sull’ospedale di Terni per il quale, “visti ormai i numeri ridotti di ricoveri e di terapie intensive, praticamente allo zero”, si sollecitano giunta regionale, sindaco di Terni e direzione generale e sanitaria dell’azienda “a consentire di riorganizzare al più presto l’azienda ospedaliera Santa Maria, far ripartire le attività ambulatoriali e riattivare nel pieno delle sue funzioni il nosocomio”.

“Per questo è condivisibile la scelta proposta dalla direzione generale di predisporre un’area esterna per le malattie infettive come luogo dedicato ai futuri Covid19. Pensiamo che sia necessario e fondamentale individuare un punto Covid-19 per l’Umbria del sud – dice il Pd - e che questo non debba trovarsi all’interno delle struttura ospedaliera di Terni per evitare chiusure e blocchi che penalizzerebbero la vita stessa dell’ospedale ternano”.

“Ricordiamo come l’ospedale di Terni sia molto attrattivo per le attività extra-regione e non vorremmo che uno stop prolungato vada a penalizzare la competitività dell’azienda ospedaliera ternana. Qualora fossero disponibili i fondi Mes, fondi del decreto rilancio per la sanità e le strutture sanitarie, o altri strumenti finanziari, il Pd di Terni e il gruppo consiliare Pd in Regione stanno valutando delle proposte di rilancio e di innovazione che riguardano l’azienda ospedaliera, l’indotto della ricerca sulle cellule staminali e l’Università degli studi”.

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