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Elezioni in Senato, Terni Valley ribatte al Pd: classe dirigente che rappresenta il fallimento della città

“Continueremo a dare voce ad una tenace, incessante opposizione, che sia alternativa all’arroganza ed improduttività del passato”

Pubblichiamo la nota diramata dal direttivo di Terni Valley in risposta a quella diramata dalle tre sigle del Partito democratico di Terni. Il documento di Terni Valley porta la firma di Michele Martini, Cristiana Petrignani, Filippo Formichetti, Jacopo Borghetti, Valerio Guidarelli, Federica Burgo, Lorenzo Pieroni Paggi, Lorenzo Ranocchiari, Leonardo Celi, Tommaso Giani, Fabio Rosario Minischetti.

Una nota chiusa da tre sigle. Ecco cosa è rimasto della classe dirigente del Partito democratico ternano. Mentre il Paese e la città ascoltavano in apprensione dalla Tv le misure adottate dal Governo per arginare la diffusione del Covid-19, le tre sigle diramavano a commento della sconfitta elettorale una stizzita nota stampa contro il consigliere Gentiletti, con la quale tra l’altro si dicevano soddisfatti di una competizione a cui hanno partecipato il 14% degli elettori.

La colpa che rimproveravano ad Alessandro Gentiletti era l’aver dichiarato che l’apparato del Pd non risultava pervenuto in sostegno di Elisabetta Mascio, a cui aveva chiesto di candidarsi. Aver detto, cioè, a voce alta ciò che tanti, tantissimi pensano e sussurrano. Che l’apparato, a differenza della base e dei militanti, non sempre si mobilita. Questa, che non era una accusa ma uno sprone, poteva essere l’occasione per aprire un dibattito sulle modalità di scelta della candidatura, sul rinnovamento interno, sull’incapacità dell’apparato di fare squadra e legarsi al territorio, come invece accade fra chi oggi vince anche con una bassa affluenza. Purtroppo niente di questo si è verificato.

Due le preoccupazioni espresse: non cosa il consigliere Gentiletti dicesse, ma chi rappresentava e quanto valeva in termini elettorali. Sulla seconda preoccupazione non rispondiamo, lasciamo a loro il gioco dell’abaco.

Sulla prima, ci permettiamo di rispondere. Noi, come la città, sappiamo cosa e chi rappresenta il consigliere Gentiletti. Noi, come la città, lo misuriamo ogni giorno in termini politici e programmatici.

Ebbene, lo abbiamo visto unirsi insieme a noi alle battaglie per i diritti civili, a sostegno dei disabili, in difesa dell’acqua pubblica, dei lavoratori, soprattutto precari, contro l’ampliamento delle capacità di incenerimento dei rifiuti, per rilanciare il ruolo delle periferie, del decoro urbano, per la necessità di uno sviluppo industriale che sappia convivere con la sostenibilità, per l’importanza di un sistema di mobilità alternativo. Lo abbiamo visto rappresentare questo e molto altro, insieme a noi quotidianamente con atti concreti.

Le tre sigle cosa rappresentano, invece, se non il fallimento di tutti i grandi progetti di rilancio cittadino, la disoccupazione giovanile al 40%, l’emergenza ambientale in cui vive la città?

Ne prendano finalmente atto. Noi non siamo quei giovani a cui si comanda col dito alzato. Noi non siamo quei giovani che vengono mossi come statuine, sulla scacchiera di una infinita e logora politica. Noi non siamo quei giovani che “un giorno sarai” e poi rimangono sempre in panchina. Noi e il consigliere Gentiletti rappresentiamo tutt’altro, rappresentiamo tutto ciò che c’è di diverso dal loro metodo.

Continueremo a lavorare ogni giorno per la nostra città, facendo incontrare realtà, associazioni, movimenti, forze politiche. Ad occuparci dei destinatari dei nostri numerosi atti di indirizzo ed interrogazioni, che la città conosce uno ad uno. Continueremo a dare voce ad una tenace, incessante opposizione, che sia alternativa al populismo del presente e all’arroganza ed improduttività del passato. Lo faremo mettendoci, sempre, la faccia.

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